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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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L’obesità dalle schede di dimissione ospedaliera



Maria Masocco – Ufficio di Statistica, Cnesps-Iss

 

10 ottobre 2011 - L’analisi delle schede di dimissione ospedaliera (Sdo) [1] relative al periodo 2001-2009 rileva che a fronte di circa 40 mila ricoveri attribuiti, ogni anno, all’obesità e ai disturbi da iperalimentazione (ICD-9: 278) come diagnosi principale, se ne registrano altri 110 mila nei quali l’obesità viene indicata fra le diagnosi secondarie. Il 70% di questi ricoveri avviene in regime ordinario con una degenza media di circa 9 giorni e un numero complessivo di giornate di ricovero che supera il milione di unità, ogni anno.

 

Nel periodo esaminato i tassi [2] di ospedalizzazione per/associati all’obesità (come diagnosi principale o secondaria) sono andati costantemente aumentando fino al 2006 per poi ridursi nel triennio successivo a valori analoghi a quelli osservati nel 2001, sia per gli uomini che per le donne. Tra le donne i tassi di ospedalizzazione sono stati sempre più elevati di quelli maschili e nel 2009 si registravano mediamente 3 ricoveri ogni mille donne residenti e 2 ricoveri ogni mille uomini residenti (vedi fig.1).

 

Lo svantaggio femminile è riscontrabile a tutte le età a eccezione della classe di età infantile come mostra la distribuzione dei tassi specifici per età di ospedalizzazione, relativa al 2009 (vedi fig. 2).

 

Disegnando una curva bimodale, la distribuzione dei tassi di ospedalizzazione specifici per età mostra un massimo relativo nella classe 10-14 anni e un massimo assoluto tra i 70-74 anni. Dopo i 14 anni i tassi femminili sono sempre più elevati di quelli maschili, prima dei 14 anni non ci sono differenze di genere, eccezion fatta per la classe 10-14 anni, ma a svantaggio dei maschi.

 

Nel 2009, su circa 149 mila ricoveri con diagnosi di obesità (principale o secondaria) più della metà presentava anche una diagnosi di malattia del sistema circolatorio (ICD-9 CM: 390-459), in particolare, il 39% presentava una diagnosi di ipertensione arteriosa (ICD-9 CM: 401-405), il 9% di ischemia del cuore (ICD-9 CM: 410-414);  il 25% presentava una diagnosi di diabete mellito (ICD-9 CM: 250); nel 20% dei ricoveri veniva resa una diagnosi di malattia dell’apparato respiratorio (ICD-9 CM: 460-519) e in particolare il 13% presentava una diagnosi di malattia polmonare cronica ostruttiva (ICD-9 CM: 490-496).

 

Figura 1: dimissioni ospedaliere con diagnosi di obesità (ICD-9 CM: 278). Italia – 2001-2009. Tutte le età

 

Figura 2: tassi di ospedalizzazione età-specifici per/associati a obesità (ICD-9 CM: 278). Italia - 2009

 

Riferimenti

[1] La scheda di dimissione ospedaliera (Sdo) è lo strumento di raccolta delle informazioni relative a ogni paziente dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati accreditati, presenti sul territorio nazionale. Le Sdo vengono compilate sia per i ricoveri in regime ordinario che per i day hospital ma non per gli accessi al pronto soccorso né per  le visite ambulatoriali. Un accordo di collaborazione scientifica fra il ministero della Salute e l’Iss consente l’utilizzo del database nazionale delle Sdo a fini di ricerca in sanità pubblica. Ad oggi il ministero della Salute ha rilasciato i dati relativi alle dimissioni avvenute dal 2001 al 2009. La classificazione internazionale delle malattie, IX revisione e modificazioni cliniche (ICD-9 CM) viene utilizzata per la codifica delle diagnosi (una  diagnosi principale e fino a 5 diagnosi secondarie).

 

[2] Il tasso di ospedalizzazione standardizzato per sesso ed età esprime il numero medio annuale delle dimissioni, corretto per età, che si verifica ogni 1000 abitanti. La standardizzazione, con metodo diretto, utilizza come popolazione standard la popolazione italiana al Censimento 2001. Tutti i dati si riferiscono alla sola popolazione residente in Italia.