Un’esperienza… OKkio alla SALUTE è anche questo
Alessandra Sessa condivide la sua esperienza di referente della ASL Caserta della sorveglianza OKkio alla SALUTE in una scuola di “confine”.
È un caldo giorno di maggio del 2023. Io e l’infermiera che collabora con me alla rilevazione OKkio alla SALUTE, siamo in auto, sulla strada che ci porterà in uno degli istituti campionati.
La nostra destinazione è dislocata in una zona disagiata dal punto di vista socio-economico, una di quelle in cui, da buoni borghesi, non si è mai troppo felici di andare. Tra l’altro non sappiamo bene cosa aspettarci: ci è stata riferita una certa ritrosia da parte di alcuni genitori a dare il consenso per la partecipazione allo studio, ma abbiamo avuto il netto supporto delle insegnanti e del dirigente scolastico.
Arriviamo e, un po’ spaesate, ci avviamo verso l’ingresso della scuola. Veniamo accolte da una delle insegnanti che riceve con particolare interesse i poster che portiamo: ci spiega che soprattutto in quel contesto è importante poter usufruire di risorse, non sempre disponibili, che propongono temi didattici incuriosendo e divertendo i bambini.
Andiamo a conoscere il dirigente che si mostra accogliente e propositivo. Poi raggiungiamo le classi interessate.
Ci sono bambini di varie nazionalità. Una si è trasferita qui da poco, a stento parla italiano e mi accorgo di quanto questo la penalizzi nei rapporti con gli altri. Si illumina quando, col mio inglese zoppicante, cerco di parlarle.
Un altro bambino, italiano, ci chiede preoccupato se siamo assistenti sociali: l’insegnante ci spiega che il padre del bambino è agli arresti domiciliari. Ci racconta che non è qualcosa di anomalo in quell’istituto e che, per questo, abbiamo incontrato ritrosia a partecipare allo studio.
Quando tiriamo fuori i questionari, leggiamo la delusione dipinta negli occhi dei bambini non partecipanti: a loro sembra un bel gioco da cui sono esclusi e si rianimano solo quando diamo loro il materiale previsto per intrattenerli. Vogliono ascoltare, parlare, partecipare. Bevono ogni nostra considerazione. Rispondono solerti a ogni domanda. L’entusiasmo sgretola velocemente la diffidenza e veniamo avvolte dall’atmosfera di esuberanza, risate, stupore, interesse e leggerezza che dovrebbe sempre caratterizzare l’infanzia.
Quando concludiamo la rilevazione li salutiamo e ci fermiamo fuori dall’aula per gli ultimi accordi con l’insegnante. È un attimo e veniamo raggiunte da un tornado di piccole braccia che si tendono verso di noi, abbracciandoci e ringraziandoci.
L’insegnante, vedendo la nostra commozione, ci disse: “Avrei potuto chiedere e ottenere da lungo tempo il trasferimento in una scuola frequentata da bambini più abbienti, ma la gratitudine che mi regalano questi bambini ogni giorno non l’avrei ricevuta da nessuna parte”.
Oggi anche io non posso ripensare a quell’attimo senza rendermi conto che in quel momento ho ricevuto la più grande gratificazione lavorativa a cui potessi ambire. Perché OKkio è anche questo… sorvegliamo, monitoriamo, misuriamo, analizziamo ma, soprattutto, portiamo a tutti i bambini, ovunque, lo stesso messaggio: proponiamo a tutti i bambini una visione propositiva per il loro futuro, cerchiamo di trasmettere a tutti un senso di eguaglianza, di consapevolezza di sé, cerchiamo di mostrare loro che ci sono persone pronte a sostenere il loro impegno, secondo quello che è un diritto dell’infanzia e un precipuo dovere per chi fa prevenzione.