English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

24 marzo 2008: World TB Day

Nel 2006, nell’Europa a 27 Stati, sono stati registrati quasi 90 mila casi di tubercolosi. A livello globale, i nuovi casi sono stati più di 9 milioni. A scattare la fotografia sulla diffusione della Tbc nei paesi Ue e in tutto il mondo, sono rispettivamente il rapporto del network Euro Tb della Commissione europea e il report annuale dell’Oms “Global Tubercolosis control 2008”, rilasciati in vista della Giornata mondiale della tubercolosi, che si celebra il 24 marzo.

 

La situazione in Europa

Negli ultimi decenni, la tubercolosi è andata diminuendo in Europa. L’eliminazione della malattia (fissata alla soglia di meno di un 1 caso su un milione) è però un obiettivo ancora lontano da raggiungere, ancora raggiungibile per l’Ue a 15, e nel futuro possibile in tutte le nazioni Ue con impegni concertati. Nel 2006, i casi di Tbc nei 27 Paesi europei sono stati 87.806, pari a circa 17,8 casi ogni 100 mila persone, in leggero calo rispetto ai 91.578 casi registrati nel 2005. Tuttavia, dal 2002 il tasso di malattia è diminuito solo del 4%.

 

Considerando oltre ai Paesi europei anche i 3 appartenenti all’Area economica europea e all’Associazione europea per il libero mercato (Eea/Efta), il numero di nuovi casi di Tbc è stato pari a 88.113, con un tasso di incidenza di 17,7 su 100.000. Nell’Europa a 25, senza la Bulgaria e la Romania, i casi sono stati 56.655. Il tasso complessivo delle 12 nazioni entrate in Europa dal 2004 ad oggi è circa quattro volte più alto rispetto a quello dell’Europa a 15. Nelle regioni europee dell’Oms, I casi di Tbc nel 2006 sono stati 422.830 con un tasso complessivo di 47,7 ogni 100 mila abitanti. Il tasso è abbastanza stabile, ed è aumentato dell’1% dal 2002. Sette paesi hanno superato il tasso di 100 casi su 100 mila: Kazakhstan (282), Moldova (160), Georgia (142), Kyrgyzstan (127), Russia (106) e Tajikistan (100).

 

Ci sono significative differenze geografiche nell’epidemia di tubercolosi. I paesi dell’est e delle regioni baltiche mantengono ancora i tassi più alti di malattia, anche se più bassi rispetto al passato. Nel’Ue a 15 i tassi di Tbc sono generalmente bassi, ma non sempre in calo. In queste nazioni, le infezioni di Tbc colpiscono soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli immigrati provenienti da Paesi con un alta diffusione della malattia, le comunità nomadi, gli indigenti, i detenuti e le persone immunocompromesse, come i sieropositivi. In questi gruppi di popolazione i tassi di Tbc sono confrontabili a quelli dei Paesi con più alta incidenza.

 

Inoltre, non sempre i casi di tubercolosi sono rilevati rapidamente o trattati in modo efficace. Questo potrebbe essere la causa dell’incremento delle forme più severe della malattia, come la tubercolosi multiresistente ai farmaci (Mdr-Tb), registrata in quasi tutte le nazioni Ue, e persino della forma estremamente resistente (Xdr-Tb). Nei Paesi baltici, tra il 15 e il 19% dei casi di malattia sono stati provocati dai ceppi resistenti, ma nella maggior parte delle altre nazioni le percentuali oscillano tra lo 0 e il 2%.

 

Il Paese che registra il tasso più alto di co-infezione Tbc e Hiv è il Portogallo (14% dei pazienti con Tb positivo al test dell’Hiv). Negli altri Paesi si registrano invece tassi molto più bassi, anche se nel Regno Unito sono in aumento, soprattutto a causa del forte flusso migratorio.

Per quanto riguarda il successo delle terapie, nel 2005 solo sette Paesi hanno raggiunto il target globale fissato dalla World Health Assembly (85% di successo nei nuovi casi di Tbc). Con l’avanzare dell’età la probabilità di guarigione diminuisce, mentre aumenta il rischio di morte.

 

Il piano europeo per combattere la Tbc

Su richiesta del Commissario europeo della salute, il Centro europeo per la prevenzione delle malattie (Ecdc), ha pubblicato un piano d’azione (pdf 452 kb) specifico per la tubercolosi per migliorare il controllo della malattia e, in ultima istanza, debellarla. Il piano si propone quattro obiettivi fondamentali:

  • assicurare a tutti i cittadini cure immediate e di qualità contro la Tbc
  • rafforzare i sistemi sanitari
  • sviluppare e mettere a punto nuovi strumenti
  • costruire collaborazioni internazionali.

La situazione nel mondo 

Nel 2006 sono stati registrati complessivamente 9,2 milioni di nuovi casi di tubercolosi nel mondo, di cui 700 mila in persone colpite dal virus Hiv. I casi di tubercolosi multiresistente sono stati 500 mila. I dati del rapporto annuale 2008 sul controllo della Tbc dell’Oms stimano che nel 2006 siano morte 1,5 milioni di persone a causa dell’infezione da Mycobacterium tubercolosis. Lo studio ha registrato anche un lieve peggioramento nella diagnosi e nel controllo dell’epidemia. Se tra il 2001 e il 2005, infatti, si è registrato un aumento annuale del 6% del tasso di diagnosi di tubercolosi, tra il 2005 e il 2006 il tasso si è dimezzato al 3%. In molti Paesi africani, poi, non vi è stato alcun progresso.

 

Secondo il documento, sono due gli ostacoli che in futuro potrebbero ulteriormente rallentare gli avanzamenti dei programmi contro la tubercolosi. Il primo riguarda l’aumento dei casi di tubercolosi multiresistente ai farmaci, che nel mese di febbraio 2008 hanno toccato il picco più alto mai registrato. L’Oms stima che nel 2008 solo il 10% delle persone con Mdr-Tb potrà ricevere trattamenti adeguati.

 

L’altro aspetto che minaccia i progressi nel controllo dell’epidemia è la crescente diffusione della combinazione letale Tbc e Hiv. I Paesi africani che hanno raggiunto i più alti tassi di test Hiv nei pazienti affetti da tubercolosi sono: Ruanda (76%), Malawi (64%) e Kenya (60%).

 

Risorse utili

 

Data di ultima revisione della pagina: 20 marzo 2019