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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Salute e trattamento dei rifiuti: la posizione dell’Associazione italiana di epidemiologia

Luigi Bisanti - presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia

 

 

Obiettivo principale del position paper pubblicato a maggio dall’Associazione italiana di epidemiologia (Aie) è esprimere un parere sulla nocività per la salute delle modalità legali di trattamento dei rifiuti, per sostenere le scelte dei decisori rispetto alla sicurezza degli impianti legali e alla dislocazione dei nuovi impianti. Non si possono infatti ignorare gli effetti sulla salute di modalità improprie o illecite di trattamento dei rifiuti, e quindi raccomandare, se necessaria, l’adozione di azioni di protezione della popolazione esposta o l’avvio di indagini o piani di sorveglianza specifici.

 

Queste considerazioni hanno origine dalla valutazione delle conoscenze disponibili in letteratura scientifica, condotta dall’Associazione italiana di epidemiologia. In molti degli studi epidemiologici internazionali non è stata fatta una distinzione tra rifiuti solidi urbani e rifiuti classificati in Italia come tossici o nocivi. I dati disponibili, quindi, si riferiscono per lo più all’insieme delle due categorie, non essendo possibile effettuare un’analisi differenziata per tipologia di rifiuti.

 

Lo smaltimento dei rifiuti è certamente fonte di problemi economici, ambientali, sociali e sanitari, oltre che di preoccupazioni e tensioni nella popolazione che abita vicino agli impianti di trattamento. Punti focali di una politica centrata sulla prevenzione devono essere:

  • riduzione della produzione di rifiuti
  • razionalizzazione degli imballaggi
  • raccolta differenziata, riciclaggio, riuso e recupero dei materiali.

I dati della letteratura scientifica non consentono affermazioni conclusive. Tuttavia, indicano che:

  • i rischi per la salute sono associati a discariche illegali, impianti di incenerimento obsoleti, siti di abbandono, combustioni incontrollate di rifiuti
  • le discariche controllate di rifiuti solidi urbani non comportano un rischio per l’ambiente e per la salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli impianti
  • la concentrazione di sostanze tossiche nelle emissioni dei nuovi impianti è molto bassa. Non è stata osservata un’associazione tra aumento del rischio per la salute pubblica e l’incenerimento dei rifiuti effettuato con le migliori tecnologie disponibili.

Le raccomandazioni

La tutela della salute e dell’ambiente richiede l’adozione di politiche di prevenzione per contenere produzione e smaltimento dei rifiuti. A valle di queste misure di prevenzione, la discarica controllata e i nuovi impianti di incenerimento sono soluzioni che minimizzano l’impatto sull’ambiente e sulla salute. Ogni altra modalità di trattamento, illegale o garantita da deroghe amministrative, dovrebbe essere interrotta per violazione delle norme vigenti. Occorre quindi avviare:

  • monitoraggio delle emissioni e sorveglianza sanitaria per chi vive vicino a discariche controllate e inceneritori dotati delle più moderne tecnologie
  • studi analitici sugli effetti sulla salute per le popolazioni esposte a discariche illegali e inceneritori di vecchia generazione.

Per il superamento dei limiti degli studi fino a oggi condotti, si raccomanda:

  • l’uso di modelli evoluti di dispersione degli inquinanti
  • l’attivazione di studi prospettici possibilmente multicentrici, con particolare attenzione al controllo sistematico dell'interferenza di altri fattori
  • l’uso di procedure di biomonitoraggio, in particolare sui gruppi più vulnerabili (bambini, donne in gravidanza, malati cronici)
  • la sperimentazione di studi di risk assessment.

Sia per i piani di sorveglianza sia per gli studi analitici, si raccomanda la costituzione di comitati di esperti di provata competenza e senza conflitti di interesse, cui affidare la progettazione delle osservazioni, le verifiche in corso d’opera, la divulgazione dei risultati e la comunicazione con la popolazione coinvolta.

 

Discariche e rischi per la salute

Le discariche autorizzate sono responsabili di un aumento di malattia nella popolazione, in particolare in chi abita nelle immediate vicinanze degli impianti? Non ci sono molti dati relativi agli esiti sulla salute delle discariche legali di rifiuti urbani: la ricerca, infatti, si è concentrata sugli effetti delle situazioni più pericolose.

 

L’epidemiologia, invece, ha approfondito gli effetti sanitari delle discariche di rifiuti pericolosi e di quelle non autorizzate. Gli studi sull’impatto delle discariche illegali, condotti in Italia (in particolare in Campania) a partire dal 2000, suggeriscono possibili danni alla salute della popolazione che risiede vicino ai siti illegali di smaltimento. Gli impianti non a norma, infatti, determinano inquinamento diffuso, a causa della diffusione di sostanze nocive in aria, acqua, suolo e catena alimentare. Per le discariche di rifiuti pericolosi ci sono indizi di un piccolo aumento del rischio di malformazioni congenite, e di un aumento più consistente del rischio di basso peso alla nascita. Sono inoltre da considerare elevate le probabilità di un eccesso di rischio per tumori.

 

Incenerimento dei rifiuti e rischi per la salute

L’incenerimento serve per ridurre il volume e le proprietà infettive e tossiche dei rifiuti solidi urbani, nocivi e ospedalieri. In Italia sono attivi 50 impianti, soprattutto al Centro-Nord. Benché gli effetti tossici di diossine, metalli e polveri sottili vengano osservati a concentrazioni molto più elevate di quelle prodotte dagli impianti di incenerimento, non è chiaro se l’accumulo nel tempo di queste sostanze possa provocare a lungo termine problemi di salute pubblica.

 

Ci sono prove che l’esposizione alle emissioni (in particolare di diossine) degli impianti di vecchia generazione sia associata all’aumento di frequenza di alcuni tumori. A seguito delle restrizioni imposte dall’Unione europea, dal 2005 le quantità ammesse di molte sostanze tossiche sono state abbattute. In particolare, le concentrazioni di diossine sono passate da un massimo di 4.000 a 0,1 ng/m3. A causa del poco tempo trascorso dall’introduzione di queste nuove tecnologie, non sono disponibili dati sull’esistenza di un rischio legato agli impianti di incenerimento di nuova generazione. Anche per questo tipo di impianti, sebbene meno inquinanti, si raccomanda il monitoraggio delle emissioni e la sorveglianza sanitaria della popolazione esposta.