(20 ottobre 2005) Sorveglianza a tutto campo
La diffusione in Europa del virus H5N1 tra gli uccelli sta destando un crescente allarme tra i cittadini: EpiCentro propone un documento preparato dal reparto Malattie infettive del Cnesps che fa il punto della situazione, e pubblica la traduzione integrale delle domande e risposte più frequenti (faq) sull’influenza aviaria preparate dall’Oms.
Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc di Stoccolma), su sollecitazione dell’Unione europea, presenta un documento (tradotto dalla redazione di EpiCentro) che presenta la valutazione del rischio, le linee guida sulle misure di protezione per i gruppi di lavoratori a maggior rischio, le precauzioni generiche e quelle per chi visita i Paesi colpiti dal virus H5N1. Leggi la traduzione.
A distanza di un anno dall'ultimo caso registrato, le autorità thailandesi hanno confermato un nuovo caso fatale di influenza aviaria in un uomo di 48 anni.
Zsuzsanna Jakab, direttrice dell’Ecdc di Stoccolma, ribadisce che l’arrivo in Europa del virus H5N1 pone un rischio generalmente molto basso per la salute dell’uomo. A fronte dei milioni di volatili colpiti dalla malattia, sono infatti pochissime le persone che hanno contratto l’infezione (118 casi in tutto il mondo). Devono comunque fare molta attenzione e prendere particolari precauzioni tutti coloro che partecipano alle operazioni di abbattimento degli animali infetti.
In Italia, dal 17 ottobre 2005 è scattato l’obbligo di etichettatura delle carni bianche, come previsto dall’ordinanza del ministero della Salute del 26 agosto 2005. Il provvedimento riguarda le carni di polli, tacchini, faraone, anatre, oche, quaglie, fagiani e le altre carni di selvaggina da penna cacciata e allevata. L’obiettivo è identificare il prodotto e la sua origine, attraverso l’indicazione di tutta la filiera produttiva, dall'allevamento di provenienza allo stabilimento di macellazione.
Dal territorio, l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana propone un approfondimento sui problemi inerenti all’influenza aviaria, mentre la Asl della città di Milano propone la campagna di comunicazione “più informati, meno influenzati”, con l’attivazione di numeri verdi, locandine e un opuscolo.
Dopo il caso di influenza aviaria scoperto in un
allevamento di tacchini in
Turchia, il virus H5N1 è stato identificato anche in
Romania, in particolare in alcune anatre morte nell’area del delta
del Danubio, una delle zone più a rischio a causa della presenza di
uccelli migratori provenienti dall’Asia e dalla Siberia, zone dove il
virus ha già colpito. Come sottolinea l’Organizzazione
mondiale della sanità animale (Oie), questi due nuovi casi
enfatizzano il ruolo decisivo degli uccelli migratori nella diffusione
da est verso ovest del virus. L’Oie ha inviato una missione scientifica
in Siberia proprio per fare il punto sulla situazione in Russia. Il
rapporto finale indica che in qualche caso gli uccelli migratori
possono effettivamente portare il virus H5N1 in altre parti del mondo.
Le rotte coinvolte sono quelle dirette verso il Mar Caspio, il Medio
Oriente e l’Africa. Durante la migrazione, un piccolo numero di questi
uccelli potrebbe anche passare e fermarsi in Europa occidentale.
Su EpiCentro, consulta l’argomento di salute dedicato all’influenza
aviaria.
Nel Sud-est asiatico, dal 28 gennaio 2004 a oggi, il numero di casi umani confermati e di decessi per influenza aviaria è:
Paese |
Casi totali |
Morti |
Cambogia |
4 |
4 |
Indonesia |
5 |
3 |
Thailandia |
18 |
13 |
Vietnam |
91 |
41 |
Totale |
118 |
61 |
(Fonte: Organizzazione mondiale della sanità, dati aggiornati al 20 ottobre 2005)
(14 ottobre 2005) H5N1 in Turchia, nuove raccomandazioni dell'Oms
Dopo l’identificazione
dei virus aviari in Turchia e Romania, l’Oms
ricorda che il livello di allerta pandemica rimane alla
fase 3 e raccomanda tutti coloro che si mettono in viaggio per i
Paesi colpiti da influenza aviaria (Vietnam, Tailandia, Cambogia,
Indonesia, Laos, Cina, Kazakhstan, Mongolia, Russia e Turchia) di
evitare qualsiasi contatto con uccelli migratori ritrovati morti,
uccelli selvatici e con tutto il pollame presente nei mercati e negli
allevamenti. Il contatto diretto con questi animali o con oggetti e
superfici contaminate dai loro escrementi rappresenta infatti la
principale via di infezione. Ad alto rischio di esposizione al virus
anche chi macella o prepara prodotti derivati da pollame per cucinare.
Non c’è alcuna prova, invece, che il pollame già cotto sia fonte di
infezione: l’Organizzazione
mondiale della sanità animale (Oie) ricorda infatti che il virus
viene ucciso se esposto per alcuni secondi alla temperatura di 70°C.
L'Oms consiglia a tutti i Paesi che hanno avuto focolai di influenza aviaria di seguire particolari precauzioni durante le procedure di abbattimento degli animali infetti, e di continuare a controllare le persone che possono essere state esposte e che presentano febbre e sintomi respiratori.
(13 ottobre 2005) L’influenza aviaria alle porte
dell’Europa
Identificato in un allevamento di tacchini in
Turchia il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1.
Migliaia i capi infetti abbattuti, introdotte immediatamente misure
preventive di quarantena. L’Unione europea ha subito imposto il
blocco delle importazioni di pollame proveniente dalla Turchia. Lo
stesso provvedimento è stato adottato anche per la Romania, dopo che
test di laboratorio hanno
confermato la presenza del virus H5 in alcune anatre morte nell’area
del delta del Danubio (una delle zone più a rischio, a causa della
presenza di uccelli migratori provenienti dall’Asia e dalla Siberia,
Paesi in cui il virus ha già colpito). Ulteriori analisi serviranno ad
accertare se il virus in questione sia proprio H5N1, lo stesso che sta
circolando nel Sud-est asiatico e che è stato identificato anche in
Turchia.
L’Ecdc
di Stoccolma, che ha offerto assistenza tecnica alle autorità
sanitarie rumene, sottolinea comunque che il rischio di trasmissione del
virus agli uomini è basso ed è comunque limitato solo a coloro che
vengono a stretto contatto con gli uccelli.
Intanto, in Indonesia l’Oms registra ufficialmente
un
nuovo caso di influenza aviaria in un ragazzo di 21 anni, ricoverato
in ospedale in condizioni stabili, che nelle settimane scorse era venuto
direttamente a contatto con polli malati.
Su EpiCentro, consulta l’argomento di salute
dedicato all’influenza
aviaria.
Nel Sud-est asiatico, dal 28 gennaio 2004 a oggi, il numero di casi
umani confermati e di decessi per influenza aviaria è:
Paese |
Casi totali |
Morti |
Cambogia |
4 |
4 |
Indonesia |
5 |
3 |
Thailandia |
17 |
12 |
Vietnam |
91 |
41 |
Totale |
117 |
60 |
(Fonte: Organizzazione mondiale della sanità, dati aggiornati al 10 ottobre 2005)
(6 ottobre 2005) Pandemie: ricostruito il codice genetico della spagnola, istituita un’alleanza asiatica contro il virus dei polli
Sul numero 437 della rivista britannica Nature del 6 ottobre 2005 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Characterization of the 1918 influenza virus polymerase genes”, a firma di Jeffery K. Taubenberger e colleghi, dell’Istituto militare di patologia di Rockville, Maryland, negli Stati Uniti. I ricercatori hanno analizzato il virus della “spagnola”, l’influenza pandemica che tra il 1918 e il 1919 colpì centinaia di milioni di persone e ne uccise quasi 50 milioni. Scopo della ricerca è la comprensione dell’origine e dell’insolita virulenza del virus del 1918. Secondo i ricercatori, il virus del 1918 non è il risultato di una ricombinazione tra virus di origine aviaria e virus di origine umana (come invece è successo nelle successive pandemie del 1957-1958 e del 1968), ma piuttosto un virus aviario che si è adattato direttamente all’uomo.
Gli scienziati hanno scoperto che alcune mutazioni del virus H5N1 attualmente in circolazione nel Sudest asiatico sono le stesse di quelle che hanno reso così aggressivo il virus del 1918. La composizione di alcune proteine virali della “spagnola” risulta poi conservata anche nei virus aviari delle pandemie di fine anni ’50 e ’60. C’è quindi la possibilità che queste proteine siano coinvolte nel processo di adattamento del virus aviario agli esseri umani.
L’editoriale pubblicato il 7 ottobre 2005 sul numero 5745 della rivista Science propone una riflessione sul significato di questo studio, sulle sue implicazioni e sulle responsabilità della ricerca scientifica. EpiCentro ne propone una sintesi in italiano.
Sul sito web di Nature, consulta il
focus dedicato alla pandemia del 1918. Leggi anche il
comunicato stampa dei Cdc, che sottolinea l’importanza di questi
studi per aumentare le capacità di preparazione e risposta a
un’eventuale pandemia.
Nel corso di una riunione dei ministri dell’agricoltura e delle risorse
forestali, i dieci Paesi membri dell’Associazione delle nazioni del
Sudest asiatico (Asean)
hanno firmato un
accordo regionale per un piano di tre anni per controllare e
sconfiggere il virus dell’influenza aviaria. Il piano prevede otto
azioni strategiche assegnate ai diversi Paesi membri: la Tailandia dovrà
gestire la sorveglianza e la diagnosi, la Malesia si prenderà cura delle
misure di contenimento e di emergenza, l’Indonesia delle iniziative di
vaccinazione, le Filippine promuoveranno l’informazione e la conoscenza
verso il pubblico mentre Singapore garantirà il flusso e la condivisione
delle informazioni. La task force dell’Asean lavorerà congiuntamente con
le organizzazioni internazionali:
Fao,
Oms e
Organizzazione della sanità animale. I ministri hanno anche deciso
la creazione di zone “libere dal virus” nelle aree colpite dall’epidemia
di aviaria, per facilitare la ripresa delle esportazioni di polli dalla
verso il Giappone e altri paesi. Per la realizzazione di questo
programma regionale, l’Asean ha stabilito lo stanziamento di 2 milioni
di dollari.
(29 settembre 2005) Cent’anni di influenza
aviaria
Mentre in Russia diminuisce il numero degli uccelli morti a causa del
virus H5N1, la sorveglianza resta comunque alta: anche se la situazione
in Asia centrale al momento non rappresenta un pericolo immediato per
l’Europa, l’Ecdc
di Stoccolma raccomanda infatti di preparare uno specifico piano
pandemico per far fronte a un’eventuale emergenza.
Il 29 settembre l'Oms ha registrato un nuovo
caso mortale in Indonesia.
Il livello di allerta, secondo il modello proposto
dall’Oms, è ora al livello 3 (casi di infezione nell’uomo, con
trasmissione estremamente rara da persona a persona), su una scala che
va da 1 a 6.
Il focus messo a punto sul
sito web di Nature propone, tra l’altro, una
storia delle epidemie e pandemie provocate da influenza aviaria, dal
1890 a oggi: EpiCentro l’ha tradotta, integrandola con una
mappa
interattiva.
Nel Sud-est asiatico, dal 28 gennaio 2004 a oggi, il numero di casi umani confermati e di decessi per influenza aviaria è:
Paese |
Casi totali |
Morti |
Cambogia |
4 |
4 |
Indonesia |
4 |
3 |
Thailandia |
17 |
12 |
Vietnam |
91 |
41 |
Totale |
116 |
60 |
(Fonte: Organizzazione mondiale della sanità, dati aggiornati al 29 settembre 2005)
(22 settembre 2005) Politica sanitaria, ricerca e comunicazione: tre fronti di intervento
Per la sanità pubblica: il governo italiano ha approvato un decreto legge sull’influenza aviaria, con un pacchetto di misure che prevede in particolare un approvvigionamento di scorte di farmaci antivirali e il potenziamento delle strutture sanitarie, attraverso l'istituzione di un Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie degli animali e di un Dipartimento per la sanità veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti. Dal 13 settembre, inoltre, il ministero della Salute ha istituito il numero telefonico di pubblica utilità 1500 per fornire tutte le informazioni sull’influenza aviaria. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 17.00.
Sul fronte dell’epidemia in corso in estremo oriente, l’Oms ha registrato ufficialmente altri due casi, uno in Vietnam e l’altro in Indonesia, dove peraltro è stato deciso l’abbattimento di milioni di volatili nelle zone in cui si è diffusa la malattia e l’introduzione della quarantena per i casi sospetti.
In Europa, l’Agenzia per la sicurezza alimentare (Efsa) raccomanda di tenere sotto controllo anche i virus aviari a bassa patogenicità, individuando gli allevamenti più esposti lungo le rotte migratorie degli uccelli selvatici e adottando misure per contenere l'insorgenza di eventuali focolai epidemici. Nel rapporto sono indicate alcune azioni concrete che dovrebbero essere messe in atto in ogni Paese per ridurre i rischi di un possibile contagio tra gli animali allevati e i selvatici migratori.
Sul fronte della ricerca, uno studio realizzato in Italia dall’Istituto superiore di sanità indica come proprio alcuni sottotipi del virus dell'influenza aviaria a bassa patogenicità (H7N3) siano in grado di infettare l'uomo.
Sul fronte della comunicazione, il sito web della rivista Nature propone un focus sull’influenza aviaria, accessibile in gran parte gratuitamente a tutti, che raccoglie le ultime notizie, gli aggiornamenti, i commenti e gli studi sui rischi di una possibile pandemia.
Su EpiCentro, consulta l’argomento di salute dedicato all’influenza aviaria.
(14 settembre 2005) Domande & risposte
sull’influenza aviaria
È sempre alta l’attenzione sull’influenza aviaria:
il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie e la
Commissione europea propongono una serie di domande e risposte sulle
caratteristiche della malattia, i rischi per l’uomo e sulle misure di
preparazione a un’eventuale pandemia: leggi le
faq del Ccm e quelle della
Commissione europea, disponibili anche nella
sintesi e traduzione a cura della redazione di EpiCentro.
L’Oms pubblica un
nuovo documento rivolto ai policy maker, con l’indicazione di una
serie di
azioni strategiche da intraprendere in caso di emergenza.
Sul sito della Fao, una
scheda sull’influenza aviaria con la descrizione dei segni e dei
sintomi degli animali colpiti dalla malattia e le vaccinazioni
consigliate in ambito veterinario. Leggi la
sintesi e traduzione, a cura della redazione di EpiCentro.
(8 settembre 2005) Il virus dei polli è alle
porte dell’Europa
Il virus dei polli è arrivato in Siberia. L'Oms e
la Fao temono una diffusione in Europa nei prossimi mesi. E reagiscono
con piani preventivi per una possibile pandemia. EpiCentro aggiorna l'argomento
di salute sull'influenza aviaria con dati recenti,
nuovi studi e
link, e segnala le ultime misure predisposte dal ministero della
Salute, con una
nota
del ministero della Salute sull’ordinanza per le malattie dei volatili da
cortile.
Nel Sud-est asiatico, dal 28 gennaio 2004 a oggi,
il numero di casi umani confermati e di decessi per influenza aviaria è:
Paese |
Casi totali |
Morti |
Cambogia |
4 |
4 |
Indonesia |
1 |
1 |
Thailandia |
17 |
12 |
Vietnam |
90 |
40 |
Totale |
112 |
57 |
(Fonte: Organizzazione mondiale della sanità, dati aggiornati al 15 agosto 2005)
(14 luglio 2005) Una strategia comune contro
l’influenza aviaria
Oms, Fao e Oie uniti per contrastare la diffusione
dell’influenza aviaria e scongiurare il rischio di una pandemia: vaccinazioni
a tappeto dei polli e più risorse agli Stati asiatici le misure da
attuare subito per evitare un’epidemia globale di influenza. Leggi il
comunicato dell’Oms e la
traduzione, a cura della redazione di EpiCentro.
Uno
studio, pubblicato on line il 6 luglio 2005 dalla rivista
scientifica Nature, descrive casi di malattia provocata da
H5N1 e la trasmissione del virus a una popolazione di oche selvatiche
nella Cina occidentale. Si tratta di una epidemia che potrebbe favorire
la diffusione della malattia attraverso la catena dell'Himalaya, con
implicazioni importanti nello sviluppo di un strategia di controllo.
Un
articolo, apparso sul numero di luglio/agosto di Foreign Affairs
(il periodico dell’Ufficio affari esteri americano) sui rischi legati
alla pandemia di influenza, invita ad approntare al più presto misure di
contrasto efficaci e piani adeguati per limitare i danni
di una possibile emergenza. Leggi la
traduzione, a cura della redazione di EpiCentro.
L'Oms ha predisposto un
piano di preparazione all'influenza globale: guarda le
presentazioni
relative all'incontro tecnico sull'influenza aviaria che si è tenuto a
Ginevra il 18 maggio 2005.
Nel Sud-est asiatico, dal 28 gennaio 2004 a oggi,
il numero di casi umani confermati e di decessi per influenza aviaria è:
Paese |
Casi totali |
Morti |
Cambogia |
4 |
4 |
Thailandia |
17 |
12 |
Vietnam |
87 |
38 |
Totale |
108 |
54 |
(Fonte: Organizzazione mondiale della sanità, dati aggiornati al 28 giugno 2005)
(31 marzo 2005) Influenza aviaria: epidemia tra i polli in
Nord Corea
Primi casi confermati di influenza aviaria anche in Corea del Nord.
L’epidemia si è diffusa in alcuni allevamenti di polli, uno dei quali
nella provincia della capitale Pyongyang. Anche se al momento non sono
stati registrati casi umani, le autorità nordcoreane hanno deciso in via
preventiva di abbattere centinaia di migliaia di polli. L’Organizzazione
mondiale della sanità ha offerto appoggio logistico e scorte di
oseltamivir, un farmaco antivirale utilizzabile sia per la profilassi
che per l’eventuale terapia.
Consulta su EpiCentro l’argomento
di salute sull’influenza aviaria e sul sito dell’Oms la
sezione con tutti gli aggiornamenti sull’influenza dei polli.
Nel Sud-est asiatico dal 28 gennaio 2004 a oggi il numero di casi umani
confermati e di decessi per influenza aviaria è:
Paese |
Casi totali |
Morti |
Cambogia |
1 |
1 |
Thailandia |
17 |
12 |
Vietnam |
51 |
33 |
Totale |
69 |
46 |
(9 settembre 2004) Influenza aviaria: nuovi casi
Torna l’attenzione sull’influenza aviaria. L’Organizzazione
mondiale della sanità il 9 settembre riferisce che in Tailandia dal
Ministro della salute è arrivata la notizia di un decesso da influenza
aviaria A (H5N1). Il caso riguarda un uomo di 18 anni che è stato
esposto a polli malati. L’uomo proveniva dalla provincia Prachinburi
nella zona orientale della Tailandia, una regione in cui all’inizio di
quest’anno si è verificata una epidemia da H5N1 nel pollame. L’uomo,
ricoverato in ospedale il 5 settembre, è morto l’8 settembre.
Questo è solo l’ultimo caso dopo che il 7 settembre era arrivata la
notizia di un caso fatale di influenza A H5 ad Hanoi, in Vietnam. Si è
in attesa di ulteriori dettagli dall’autorità sanitaria, dal momento che
la scoperta di un sottotipo H5 di influenza A in un uomo porta con se’
la preoccupazione che il caso possa essere stato causato dal ceppo H5N1
di influenza aviaria, specialmente in un paese in cui è in corso un
focolaio epidemico di H5N1 nel pollame.
H5N1 è infatti il solo ceppo all’interno del sottotipo H5 che è sempre
stato associato alla malattia negli uomini.
Nei giorni scorsi, inoltre, sono arrivate notizie su possibili casi di
influenza da H5N1 nei maiali: leggi la
traduzione del comunicato dell’Oms.
Per quanto riguarda la situazione epidemiologica, da agosto, in Vietnam
sono stati rilevati 4 casi umani di infezione da H5. Questi casi si sono
verificati nel mezzo dell’epidemia da H5N1 nei polli in diverse nazioni
asiatiche.
Da gennaio di quest’anno, sono stati segnalati 39 casi umani in due
paesi, Vietnam e Tailandia. Di questi 28 hanno avuto esito fatale.
Paese |
casi totali |
decessi |
Tailandia |
12 |
8 |
Vietnam |
27 |
20 |
Total |
39 |
28 |
(Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità, 7 settembre 2004).