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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Tutela della salute dei non fumatori: un bilancio a un anno dalla nuova legge

Roma, 10 gennaio 2006

 

Valutare l'impatto della nuova legge a tutela della salute dei non fumatori e delineare le strategie e le politiche future. A un anno esatto dall'entrata in vigore della normativa che vieta il fumo nei locali chiusi, il convegno organizzato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute presenta dati molto positivi e incoraggianti.

 

Nel corso del convegno sono stati presentati i dati sui comportamenti dei fumatori prima e dopo l'entrata in vigore della legge, rilevati da diverse fonti: indagine Multiscopo dell'Istat, studi Doxa-Iss-OssFad sul fumo in Italia, dati Cnesps dello studio Enfasi del Profea e i risultati dello studio Passi.

 

Il fumo di tabacco è la seconda causa di morte e rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie croniche e invalidanti. I decessi provocati dal fumo sono infatti 5 milioni ogni anno in tutto il mondo, 650 mila in Europa e più di 80 mila in Italia, dove fuma circa il 24% della popolazione con più di 14 anni di età.

Il Ccm ha quindi stabilito una strategia globale di intervento (di cui lo strumento normativo è solo uno degli aspetti), con l'obiettivo generale di promuovere la salute della popolazione e di ridurre i danni del fumo attraverso: la prevenzione dell'iniziazione al fumo nei giovani, il sostegno rivolto ai fumatori per aiutarli a smettere e la riduzione dell'esposizione al fumo passivo.

 

In particolare, confrontando la situazione prima e dopo l'entrata in vigore della legge sul fumo, l'indagine Multiscopo dell'Istat ha rilevato come, a fronte di un calo non significativo dei fumatori negli uomini, la percentuale delle donne fumatrici sia scesa dal 17,4% al 15,8% (soprattutto nell'Italia nord-occidentale). Tra dicembre 2004 e marzo 2005 il numero delle persone che ha tentato di smettere di fumare è aumentato, passando dal 20,9% al 23% (soprattutto al Sud).

 

Dalle indagini Doxa-Iss-OssFad sul fumo in Italia è emerso che, rispetto al 2004, i fumatori sono diminuiti dal 26,2 al 25,6%, mentre gli ex fumatori sono aumentati, passando dal 17,9 al 18,6%. In totale, circa 500 mila fumatori hanno quindi smesso nell'ultimo anno.

Per quanto riguarda i divieti, 9 italiani su 10 sono d'accordo con la creazione di spazi per fumatori nei locali pubblici e col divieto assoluto di fumare al di fuori di essi. L'86,8% è favorevole ai divieti di fumo nei posti di lavoro (erano l'85,8% nel 2004), dove però, solo il 69% ritiene che vengano rispettati.

 

Un'apposita sezione del questionario dello studio Passi era dedicato al fumo, con domande sull'impatto dell'introduzione del divieto. Il 17% del campione ha dichiarato che il divieto di fumo non viene sempre rispettato nel luogo di lavoro, mentre il 26% sostiene di non saperlo. Inoltre, il 39% circa dei fumatori ha detto di aver diminuito il numero di sigarette fumate dall'applicazione del divieto di fumo nei locali pubblici. Nella scelta di smettere di fumare, la normativa in oggetto è stata il fattore decisivo per il 7% circa di chi ha smesso di fumare dopo la sua entrata in vigore.

Dal 10 gennaio al 18 marzo 2005 è stato poi attivato dal ministero della Salute un numero verde gratuito per fornire ai cittadini informazioni e chiarimenti sulla legge. Durante il primo mese sono state 4.032 le chiamate ricevute, di cui il 13% il primo giorno e il 55% nella prima settimana. Il 98% erano richieste di chiarimento sull'applicazione della legge (di cui il 25% sui cartelli e il 22% sul sistema di controllo). Solo l'1% erano proteste contro la legge. Nel periodo gennaio-novembre 2005, il comando dei Carabinieri per la sanità (Nas) ha effettuato migliaia di ispezioni, accertando solo 112 infrazioni (1,8% del totale delle ispezioni), contestate a persone che fumavano dove non consentito.

 

Nel dicembre 2004 il gruppo Profea del Cnesps ha intrapreso uno studio descrittivo e osservazionale per rilevare la situazione rispetto al fumo in alcune tipologie di locali pubblici prima e dopo l'entrata in vigore del divieto. Prima dell'entrata in vigore della legge, il 66% dei gestori dichiarava che almeno la metà dei clienti era fumatore, mentre il 73% sosteneva che i non fumatori sembravano infastiditi dalla presenza di fumatori. Il 24% temeva perdite finanziarie per effetto della legge. Dopo l'applicazione del divieto, il 92% dei gestori ha dichiarato che la legge è rispettata, il 73% ha riferito un atteggiamento favorevole da parte dei clienti e il 57% non ha registrato diminuzioni nelle entrate. Il 95% dei locali espone cartelli regolamentari indicanti il divieto. Nella quasi totalità dei locali, infine, non è visibile fumo nell'aria e solo nello 0,5% si osserva la presenza di almeno un fumatore.

 

Nel dicembre 2005 è stato condotto in Veneto uno studio pilota descrittivo e osservazionale per monitorare l'osservanza del divieto di fumo negli uffici comunali, in particolare negli uffici anagrafe e nelle loro zone di attesa. Il 91% dei dipendenti ha dichiarato che i colleghi rispettano la legge, il 95,5% che gli utenti rispettano la legge. Nell'82% delle sala di attesa sono esposti cartelli regolamentari indicanti il divieto, contro il 61% degli uffici anagrafe. Nel 3% degli uffici si è osservata la presenza di almeno un fumatore. L'osservanza del divieto è quindi buona, ma sono necessari miglioramenti.

 

Per quanto riguarda, infine, gli effetti indiretti della nuova legge, nel periodo gennaio-novembre 2005 si è registrata una riduzione complessiva del 5,7% nella quantità di sigarette vendute. Nel periodo gennaio-settembre 2005 le vendite di prodotti sostitutivi della nicotina sono quasi raddoppiate (+ 91,9%) rispetto allo stesso periodo del 2004. Un recente studio americano (Bmj, vol 328, aprile 2004) sostiene l'esistenza di un'associazione tra introduzione del divieto di fumo nei luoghi pubblici e riduzione della frequenza di ricoveri per infarto acuto del miocardio. Al momento sono disponibili in Italia risultati preliminari su un'indagine effettuata su 4 Regioni, che evidenziano nei primi due mesi del 2005 una riduzione dei ricoveri pari al 7%. Questo trend rappresenta un segnale positivo, da interpretare tuttavia con cautela e approfondire su una popolazione più ampia e in un intervallo temporale maggiore.

 

Guarda le presentazioni:

 

La tutela del fumo passivo come obiettivo di salute

Daniela Galeone - Ministero della Salute

 

I comportamenti dei fumatori prima e dopo la legge: informazioni dall'indagine Multiscopo dell'Istat

Linda Laura Sabbadini – Istat

 

Il fumo in Italia dalle indagini Doxa

Piergiorgio Zuccaro – Osservatorio su fumo, alcol e droga, Iss

 

Atteggiamenti degli adulti sul divieto di fumo

Massimo O. Trinito – Dipartimento di prevenzione, Asl Roma C

 

Il numero verde e i punti critici, i controlli dei Nas

Lorenzo Spizzichino – Ministero della Salute

 

I locali pubblici: lo studio Enfasi

Nancy Binkin – Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute, Iss

 

I luoghi di lavoro pubblici e privati

Federica Michieletto – Regione Veneto

 

Il consumo di tabacco, i farmaci anti fumo, gli effetti sulla salute

Stefania Vasselli – Ministero della Salute