Gyts in Italia
Anche il nostro Paese ha aderito alla sorveglianza Gyts che, insieme alle indagini Hbsc e OKkio alla Salute, ha fatto parte del progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, promosso nel 2007 dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Il progetto, realizzato in collaborazione con il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, le Regioni, l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) e le Università di Torino, Siena e Padova, era collegato al programma “Guadagnare salute – rendere facili le scelte salutari” e ai “Piani della Prevenzione”. In Italia, la prima raccolta di dati per la sorveglianza Gyts è stata fatta nell’ambito di questo progetto nell’anno scolastico 2009-2010; la seconda nel 2013-2014 e la terza nell’anno scolastico 2017-2018 (coordinata dall’Iss).
Gyts rientra inoltre tra i 31 sistemi di sorveglianza e 15 registri di patologia di rilevanza nazionale individuati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) del 3 marzo 2017, “Identificazione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di mortalità, di tumori e di altre patologie, in attuazione del Decreto legge n. 179 del 2012” - GU Serie Generale n.109 del 12-5-2017. Il Dpcm definisce e disciplina, dal punto di vista della tutela della privacy, i registri di specifiche patologie come quelli dei tumori, di alcuni specificati trattamenti e delle protesi impiantabili, i registri di mortalità e i sistemi di sorveglianza, come quelli sui comportamenti a rischio per la salute, attivi in Italia. Il Decreto riporta le definizioni operative e l’elenco dei registri e sistemi di sorveglianza che vengono istituiti, tra cui i sistemi di sorveglianza di popolazione relativi ai comportamenti a rischio indicati come prioritari e “di rilevanza nazionale e regionale”. In questo quadro, si conferma il carattere istituzionale di queste sorveglianze, aumentando quindi le responsabilità degli operatori ai vari livelli. Il Dpcm definisce inoltre per ognuno l’ente titolare di riferimento (per molti l’Iss, per altri il ministero della Salute).