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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Cenni di prevenzione e controllo delle ICA in particolari ambiti e pratiche assistenziali

Per definire un’infezione come correlata all’assistenza è necessario valutare il tempo che intercorre tra l’episodio di assistenza e l’insorgenza dell’infezione Da ciò deriva che qualsiasi infezione contratta in ambito assistenziale possa essere definita ICA. Tuttavia spesso con questo termine ci si riferisce a delle specifiche condizioni cliniche che hanno la caratteristica di essere potenzialmente gravi e di essere prevenibili. Per ciascuna di essa sono state redatte linee guida e protocolli per prevenirle. Si riportano di seguito gli aspetti salienti delle principali ICA.

 

Prevenzione e controllo delle infezioni del sito chirurgico

Potenzialmente tutti i pazienti sottoposti a un intervento chirurgico rischiano di contrarre un’infezione del sito chirurgico (ISC) in quanto rappresenta la complicanza post-operatoria più frequente. Nella maggior parte dei casi una ISC può associarsi a un prolungamento della degenza ospedaliera, a un nuovo intervento chirurgico, al trasferimento in terapia intensiva, alla necessità di ricevere ulteriori trattamenti medici e, nei casi più gravi, alla morte del paziente. Circa la metà delle ISC è prevenibile mediante strategie basate sulle evidenze. Per esempio, il documento OMS “Global Guideline for the Prevention of Surgical Site Infection” riporta le principali raccomandazioni per la prevenzione di queste infezioni (come doccia antisettica, giusto timing per la somministrazione della profilassi antibiotica, lavaggio chirurgico delle mani, utilizzo di soluzione a base alcolica per la preparazione della cute) confermate e implementate anche dai CDC nelle linee guida “Centers for Disease Control and Prevention Guideline for the Prevention of Surgical Site Infection”.

 

Prevenzione e controllo della polmonite associata a ventilazione meccanica (VAP)

La ventilazione meccanica è una modalità di trattamento usata comunemente in terapia intensiva per trattare l’insufficienza respiratoria secondaria a molteplici condizioni. La VAP è la complicanza più comune della ventilazione meccanica. Oltre al rilevante problema clinico, la VAP ha un elevato impatto in termini economici per via dell’elevato costo delle cure. Per questo motivo diverse istituzioni, come l’Institute for Healthcare Improvement (IHI) nel 2012 e la Society for Healthcare Epidemilogy of America (SHEA) nel 2014, hanno pubblicato dei documenti con lo scopo di fornire raccomandazioni per la diagnosi e prevenzione delle polmoniti associate alla ventilazione meccanica. Alcune delle strategie di prevenzione incluse in questi documenti sono:

  • prevenire le condizioni che più frequentemente necessitano dell’utilizzo di ventilazione meccanica (polmonite, edema polmonare, atelettasia, sindrome da distress respiratorio acuto)
  • ridurre la durata della ventilazione meccanica in generale
  • elevare la testata del letto tra 30 e 45 gradi
  • sostituire il circuito del ventilatore solo se visibilmente sporco o in caso di malfunzionamento
  • eseguire prove di respirazione spontanea con sedativi.

Prevenzione e controllo della polmonite nosocomiale (HAP)

La polmonite acquisita in ospedale viene definita come una “infezione del parenchima polmonare acquisita almeno 48 ore dopo il ricovero o entro 14 giorni dalla dimissione”. Sebbene questa infezione risulti meno grave rispetto alla VAP, ha un tasso di mortalità più elevato rispetto a quella acquisita in comunità a causa di gravi complicanze (empiema, shock settico, insufficienza multiorgano) che possono verificarsi.

 

Prevenzione e controllo delle infezioni del tratto urinario associate a catetere vescicale (CAUTI)

Uno studio di prevalenza italiano del 2016 ha evidenziato che le infezioni delle vie urinarie rappresentano in Italia il 18% delle ICA. Tra i fattori di rischio di queste ultime rientrano: cateterismo di lunga durata, sesso femminile, età avanzata, diabete, assenza di terapia antibiotica sistemica, inserimento del catetere al di fuori della sala operatoria. Ne consegue che le strategie per prevenire tale ICA devono mirare all’abbattimento dei fattori di rischio prevenibili: ridurre al minimo l’utilizzo e la durata, evitarne l’utilizzo per la gestione dell’incontinenza nei pazienti residenti nelle case di cura, considerare il cateterismo intermittente nei pazienti cronici, rispettare rigidamente l’asepsi durante la procedura.

 

(Per approfondire tutte le strategie di prevenzione sono elencate nella tabella 6 dell’articolo “Hospital-Acquired Infections: Current Trends and Prevention, Critical Care Nursing Clinics of North America”).

 

Prevenzione e controllo delle infezioni correlate a procedure endoscopiche

I problemi legati al controllo delle infezioni nelle procedure endoscopiche, riguardano il rispetto delle linee guida per la pulizia degli endoscopi per prevenire la trasmissione di agenti patogeni tra i pazienti. Considerando che la sterilizzazione dell’endoscopio non è possibile per la sua complessa struttura, si raccomanda una accurata pulizia meccanica, seguita da una disinfezione di alto livello, sebbene alcune revisioni hanno dimostrato che le ICA correlate a procedure endoscopiche sono molto rare (1 su 10 milioni di procedure).

 

Prevenzione e controllo delle infezioni correlate a catetere vascolare

Come le altre ICA anche quelle correlate a cateteri intravascolari aumentano la durata della degenza e i costi, anche se non impattano significativamente sula mortalità. L’obiettivo di un efficace programma di prevenzione dovrebbe essere l’eliminazione di queste infezioni da tutte le aree di cura del paziente. Alcune strategie basate sulle evidenze per prevenire e ridurre queste infezioni sono:

  • l’educazione e la formazione del personale sanitario che inserisce e gestisce i cateteri
  • utilizzo di clorexidina al 0,5% per l’antisepsi
  • utilizzo di guanti sterili, cuffia e grembiule
  • valutazione giornaliera della necessità di CVC
  • effettuare la procedura di inserimento di catetere venoso centrale in condizioni di sterilità.

Prevenzione e controllo delle infezioni in terapia intensiva

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono spesso in condizioni molto critiche o sono immuno-compromessi. Queste condizioni aumentano notevolmente sia la predisposizione a contrarre un’ICA e sia gli esiti clinici. Le più frequenti infezioni in terapia intensiva sono: infezioni del sangue, infezioni del sangue correlate a CVC, VAP, infezioni da Staphylococcus aureus resistente alla Meticillina (MRSA), infezioni da Enterococco resistente alla vancomicina (VRE) e Clostridium difficile. Per evitarne l’insorgenza va messo in campo uno scrupoloso programma di prevenzione e controllo delle infezioni correlate ad alcune delle procedure sopraelencate. Oltre a questo è fondamentale che ci sia del personale competente dedicato che si occupi di programmare e sorvegliare sulla prevenzione e controllo delle infezioni attraverso azioni specifiche: igiene delle mani, utilizzo di DPI, procedure antisettiche, screening periodico dei pazienti, sorveglianza, utilizzo appropriato degli antibiotici.

 

Risorse utili
  • l’articolo “Health care-associated infections - an overview” pubblicato su Infect Drug Resist (2018;11:2321-2333) doi:10.2147/IDR.S177247
  • le lineeguida OMS “Global Guideline for the Prevention of Surgical Site Infection” 2nd ed, 2018.
  • le lineeguida CDC “Centers for Disease Control and Prevention Guideline for the Prevention of Surgical Site Infection” pubblicate su JAMA Surg (2017;152(8):784–791). doi:10.1001/jamasurg.2017.0904
  • How-to Guide: Prevent Ventilator-Associated Pneumonia. Cambridge, MA: Institute for Healthcare Improvement; 2012 ​
  • l’articolo “Strategies to prevent ventilator-associated pneumonia in acute care hospitals: 2014 update” pubblicato su Infect Control Hosp Epidemiol (2014 Aug;35(8):915-36) doi: 10.1086/677144
  • l’articolo “Epidemiology, Treatment, and Prevention of Nosocomial Bacterial Pneumonia” pubblicato su J Clin Med (2020 Jan 19;9(1):275). doi: 10.3390/jcm9010275.
  • “Secondo studio di prevalenza italiano sulle infezioni correlate all’assistenza e sull’uso di antibiotici negli ospedali per acuti - Protocollo ECDC”. Dipartimento Scienze della Salute Pubblica e Pediatriche, Università di Torino. 2018
  • l’articolo “Hospital-Acquired Infections: Current Trends and Prevention” pubblicato su Critical Care Nursing Clinics of North America (Volume 29, Issue 1, 2017, Pages 51-65).  doi.org/10.1016/j.cnc.2016.09.012
  • Infectious Disease Advisor, Hospital Infection Control, Endoscopy. Puneet Puri. www.infectiousdiseaseadvisor.com/...
  • l’articolo “Health-care associated infections. Patient characteristics and influence on the clinical outcome of patients admitted to icu. envin-helics registry data. Envin-helics dati del registro. ICMx 3, A82 (2015). doi.org/10.1186/2197-425X-3-S1-A82
  • l’articolo “Prevention of healthcare-associated infections in paediatric intensive care unit” pubblicato su Childs Nerv Syst 34, 1865–1870 (2018). doi.org/10.1007/s00381-018-3909-4

 

Data di pubblicazione della pagina: 24 febbraio 2022

Testo scritto da: Giulia Fadda, Adriano Grossi, Fortunato “Paolo” D’Ancona- Dipartimento malattie infettive ISS