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Iodoprofilassi in Italia: i dati ISS 2015-19

L’Italia ha raggiunto la iodosufficienza e il gozzo in età scolare è scomparso: sono queste le due notizie principali che emergono dal Rapporto ISTISAN “Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia - Dati 2015-2019” pubblicato dall’ISS in occasione della Settimana Mondiale della Tiroide (24-30 maggio). L’indagine è stata condotta dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia-OSNAMI dell’ISS in collaborazione con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo.

 

Analisi effettuate

I partecipanti sono stati circa quattro mila bambini di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, residenti sia in aree rurali (48%, aree sentinella) che in aree urbane (52%, aree di riferimento) di Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Calabria, Sicilia. Su tutti è stata effettuata la visita medica con somministrazione di un questionario ad hoc per la verifica dell’uso di sale iodato ed è stato raccolto un campione estemporaneo di urine per la determinazione della concentrazione urinaria di iodio (UIC).

 

In sette Regioni (Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sicilia) è stata valutata la frequenza di gozzo in età scolare (mediante ecografia tiroidea).

 

Nelle tre Regioni che avevano mostrato iodo-sufficienza già alla prima sorveglianza (2007-12, su 7455 bambini), ovvero Liguria, Toscana e Sicilia, è stata anche valutata la frequenza di ipoecogenicità tiroidea, quale marcatore indiretto di autoimmunità tiroidea.

 

In collaborazione con i Centri Regionali di Screening Neonatale per l’Ipotiroidismo Congenito di cinque Regioni (Lombardia, Veneto-Verona, Emilia-Romagna, Marche, Calabria), sono stati anche analizzati i valori di TSH neonatale, marcatore indicativo di iodosufficienza quando la frequenza di valori elevati (>5,0 mU/L) è inferiore al 3% nella popolazione neonatale esaminata.

 

Alcuni risultati

I risultati della determinazione della ioduria hanno mostrato un valore nazionale mediano di UIC pari a 124 µg/L, indicativo di uno stato di iodo-sufficienza. Inoltre, non è stata evidenziata alcuna differenza tra i valori mediani rilevati nelle aree rurali e in quelle urbane (rispettivamente 130 µg/L e 120 µg/L). I risultati del confronto tra la prima e la seconda sorveglianza confermano il superamento della carenza nutrizionale di iodio in Toscana e Liguria e Sicilia, e rilevano il raggiungimento della iodo-sufficienza nelle rimanenti sei Regioni.

 

La frequenza di gozzo è stata stimata in sette delle nove Regioni che hanno partecipato allo studio (Liguria, Sicilia, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio). La prevalenza di gozzo è risultata <5%, valore indicato dalla WHO come soglia al di sopra della quale si parla di gozzo endemico, in tutte le Regioni analizzate e appena al di sopra del 5% solo nell’area rurale dell’Umbria (area rurale 5,4%; area urbana 3,9%).

 

Il TSH neonatale (Thyroidstimulating hormone) è indicativo di iodo-sufficienza nella popolazione neonatale, e indirettamente nelle donne in gravidanza, quando la prevalenza di valori elevati (>5,0 mU/L) non supera la soglia del 3% (con prelievo eseguito tra la terza e la quarta giornata di vita). In Italia, il TSH neonatale viene determinato in tutti i neonati per lo screening neonatale dell’ipotiroidismo congenito. L’OSNAMI ha analizzato i dati relativi al TSH di oltre un milione di bambini e bambine nati tra il 2004 e il 2018 e, sebbene la prevalenza dei valori elevati di TSH (>5,0 mU/L) superi ancora la soglia del 3%, il trend è in significativa diminuzione (6,1% nel 2010 vs 4,9% nel 2018). Anche se incoraggianti, tuttavia questi risultati dimostrano che la gravidanza nel nostro Paese ancora rappresenta una fase della vita ad alto rischio di carenza nutrizionale di iodio.

 

Un altro importante obiettivo dell’azione di monitoraggio dell’OSNAMI è quello di valutare eventuali effetti avversi del programma di iodoprofilassi, quali l’aumento dell’incidenza di ipertiroidismo e dell’autoimmunità tiroidea. Tra il 2001 e il 2018 è stata rilevata una riduzione delle prescrizioni del farmaco anti-tiroideo pari a -7,4% a livello nazionale (min -0,8%; max -16,5%) indicando, seppure indirettamente, una progressiva riduzione dell’incidenza delle forme di ipertiroidismo essenzialmente dovuto ad autonomia nodulare, quale positiva conseguenza di una migliore nutrizione iodica nella popolazione. Inoltre, nelle tre Regioni che avevano mostrato iodo-sufficienza già alla prima sorveglianza (Liguria, Toscana e Sicilia) l’analisi dei dati di ipoecogenicità tiroidea, quale marcatore indiretto di autoimmunità tiroide-specifica, ha evidenziato una frequenza media di ipoecogenicità del 6,6%, con valori significativamente più ridotti nei bambini di peso adeguato (4,4%) rispetto ai bambini sovrappeso (11%) e obesi (24,1%). Questi risultati costituiscono una baseline della frequenza di ipoecogenicità tiroidea in aree iodo-sufficienti da almeno 10 anni e suggeriscono l’importanza di valutare sempre l’indice di massa corporea (body mass index - BMI) come fattore confondente.

 

Conclusioni

La condizione di iodo-sufficienza giunge in Italia dopo 15 anni dall’approvazione della Legge 55/2005, che ha introdotto il programma nazionale di iodoprofilassi e che regola la vendita e l’utilizzo del sale iodato. Questo importante risultato è stato raggiunto nonostante negli ultimi anni si sia osservata una riduzione del consumo di sale nella popolazione italiana (-12%), confermando che la concentrazione di iodio nel sale commercializzato nel nostro Paese (30 mg/kg) è, almeno per il momento, sufficiente a contrastare l’impatto di tale riduzione. Il raggiungimento della iodo-sufficienza, pur rappresentando un traguardo importante per la salute pubblica, in una prospettiva futura costituisce solo un primo passo nel lungo percorso di consolidamento del programma nazionale di iodoprofilassi. L’obiettivo che il Paese ora dovrà porsi sarà quello di garantire sostenibilità a questo importante programma di prevenzione. Tale obiettivo potrà essere raggiunto attraverso un’incisiva azione di formazione del personale sanitario e di informazione della popolazione sul tema della prevenzione dei disordini da carenza iodica. Allo stesso tempo sarà necessaria una più capillare e accurata azione di monitoraggio che preveda il coinvolgimento di tutte le Regioni e di quei segmenti di popolazione a maggior rischio di iodo-carenza come le donne in gravidanza per le quali, a oggi, mancano ancora dati epidemiologici di valenza nazionale.

 

Risorse utili

 

Data di pubblicazione della pagina: 27 maggio 2021

Testo scritto da: Antonella Olivieri, Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI) - ISS