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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Informazioni generali

Le malattie invasive batteriche (MIB), cioè meningiti, sepsi, polmoniti batteriemiche e altri quadri clinici con isolamento di batteri da siti normalmente sterili, rappresentano una importante causa di morbosità, e sono caratterizzate da una elevata frequenza di gravi complicanze. Dal punto di vista clinico, queste malattie presentano una sintomatologia scarsamente specifica per singolo agente eziologico. L’accertamento della loro eziologia è quindi di estrema importanza, non solo ai fini terapeutici e per la eventuale profilassi dei contatti, ma anche per quanto riguarda la loro prevenzione primaria poiché alcune di esse sono prevenibili con vaccinazione.

 

La sorveglianza nazionale delle malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo e delle meningiti batteriche è prevista per la prevenzione ed il controllo delle meningiti (lettere circolari del Ministero della Salute n.400.2/15/5709 del 29 dicembre 1993 e n.400.2/15/3290 del 27 luglio 1994) e delle malattie batteriche invasive causate da meningococco, pneumococco ed emofilo (protocollo scientifico del 2007) in base alle nuove indicazioni fornite dal Ministero della Salute con la Circolare del 9 maggio 2017 “Prevenzione e controllo delle malattie batteriche invasive prevenibili mediante vaccinazione”.

 

Come è noto, ad oggi sono disponibili vaccini per la prevenzione delle infezioni da Haemophilus influenzae di sierotipo b (HIB), da Neisseria meningitidis (meningococco) di sierogruppo A, B, C, W, Y e da alcuni sierotipi di Streptococcus pneumoniae (pneumococco), efficaci già nel primo anno di vita. La sorveglianza dei casi causati da questi patogeni è fondamentale per stimare la quota di casi prevenibili e l’impatto delle strategie intraprese.

 

Cosa sono le malattie batteriche invasive?

Sono infezioni caratterizzate dalla presenza di batteri in siti normalmente sterili (ad esempio sangue, liquido cefalo-rachidiano, liquido pleurico). Le forme cliniche più frequenti di queste infezioni sono le meningiti e le sepsi. Queste due forme possono coesistere.

 

Per maggiori informazioni sulla diffusione delle malattie batteriche invasive, consulta le pagine dedicate ai dati epidemiologici in Italia, in Europa e nel mondo.

 

Malattie batteriche invasive: cause e agenti patogeni

I batteri che sono più frequente causa di malattie batteriche invasive sono:

Neisseria meningitidis (meningococco): diplococco gram negativo con reservoir unicamente umano. Risente fortemente delle variazioni di temperatura e dell’essiccamento. Pertanto, fuori dall’organismo sopravvive solo per pochi minuti. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, W e Y e, molto più raramente, soprattutto in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono la causa più frequente di malattia invasiva.

 

Questo patogeno, è stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia era già stata descritta nel 1805 nel corso di un’epidemia a Ginevra. Il quadro clinico più frequente delle infezioni invasive da meningococco è la meningite, con sintomi sovrapponibili a quelli delle altre meningiti batteriche. Tuttavia, nel 10-20% dei casi la malattia si manifesta con decorso fulminante e può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. Infatti, il meningococco può causare la sepsi meningococcica, un quadro clinico, talvolta molto severo per la presenza del meningococco nel sangue, con febbre alta, ipotensione, petecchie, insufficienza da parte di uno o più organi fino anche ad un esito fatale.

 

Il meningococco alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione). La sua presenza non è correlata a un aumento del rischio di meningite o di altre malattie gravi. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie con un periodo di incubazione media di 3-4 giorni (ma che può variare da 2 fino a 10 giorni). La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia.

 

I soggetti con infezione invasiva da meningococco sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari. Il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici.

 

Per limitare il rischio di casi secondari, è importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici. Nella valutazione di contatto stretto (che deve essere fatta caso per caso) vengono tenuti in considerazione:

  • i conviventi considerando anche l’ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza)
  • chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato
  • le persone che nei sette giorni precedenti l’esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli)
  • i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).

La sorveglianza dei contatti è importante per identificare e eventualmente trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente.

 

Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è l’agente più comune di malattia batterica invasiva. Oltre alla meningite, può causare quadri clinici di sepsi, polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie. Come il meningococco, si trasmette per via respiratoria e lo stato di portatore è comune (5-70% della popolazione adulta). Esistono più di 90 tipi diversi di pneumococco. Le meningiti e le sepsi da pneumococco si presentano in forma sporadica, e non è indicata la profilassi antibiotica per chi è stato in contatto con un caso poiché non si verificano focolai epidemici.

 

Haemophilus influenzae b (emofilo o HIB) era, fino alla fine degli anni Novanta, la causa più comune di meningite nei bambini fino a 5 anni. Con l’introduzione del vaccino esavalente i casi di meningite causati da HIB si sono ridotti moltissimo. Tuttavia sono divenuti più frequenti casi di malattia batterica invasiva causati da sierotipi diversi di Haemophilus influenzae non prevenibili con vaccinazione. In caso di meningite da Haemophilus influenzae, è indicata la profilassi antibiotica dei contatti stretti.

 

Malattie batteriche invasive: fattori di rischio e possibili complicazioni

Tra i fattori di rischio per vanno elencati:

  • età: queste patologie colpiscono soprattutto i bambini sotto i 5 anni e altre fasce di età che variano a seconda del germe. Infatti le forme da meningococco interessano, oltre i bambini piccoli, anche gli adolescenti e i giovani adulti, mentre le meningiti da pneumococco colpiscono soprattutto i bambini e gli anziani. L’introduzione dei vaccini nel calendario vaccinale pediatrico e dell’adolescente (solo per il meningococco) stanno riducendo il numero dei casi in questa fascia di età.
  • stagionalità: la malattia è più frequente tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, anche se casi sporadici si verificano durante tutto l’anno
  • vita di comunità: le persone che vivono e dormono in ambienti comuni, come gli studenti nei dormitori universitari o le reclute, hanno un rischio più elevato di meningite da meningococco e di Haemophilus influenzae
  • fumo ed esposizione al fumo passivo
  • comorbidità: altre infezioni delle prime vie respiratorie o alcune immunodeficienze possono determinare un maggior rischio di malattia meningococcica. Immunodepressione, asplenia, insufficienza cardiaca, asma e l’HIV sono invece un fattore di rischio per la malattia invasiva pneumococcica.

Malattie batteriche invasive: trattamento

Il trattamento della meningite batterica si basa soprattutto sulla terapia antibiotica. L’identificazione e caratterizzazione del batterio che causa la malattia è importante sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire se è necessaria la profilassi dei contatti.

 

Malattie batteriche invasive: prevenzione e vaccinazione

In caso di meningite da meningococco e, in misura minore, da Haemophilus influenzae b, i contatti stretti del malato hanno un maggior rischio di ammalarsi rispetto alla popolazione generale. Per questo è indicata la loro profilassi antibiotica.

 

Dagli anni Novanta è ormai comune la vaccinazione contro Haemophilus influenzae b, che in Italia rientra tra quelle previste per tutti i nuovi nati. Sono disponibili sul mercato anche i vaccini contro alcuni sierotipi di pneumococco e alcuni sierogruppi di meningococco.

 

Per quanto riguarda lo pneumococco, in Italia, sono disponibili il vaccino coniugato 10 valente, il vaccino coniugato 13 valente e il vaccino 23 valente polisaccaridico.

 

Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini coniugati polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, W e Y e il vaccino coniugato contro il sierogruppo C. Sono inoltre attualmente disponibili nuove formulazioni vaccinali proteiche per prevenire le forme invasive da meningococco di sierogruppo B.

 

In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l’opportunità di rafforzare la vaccinazione nell’area geografica interessata, in particolare quando l’incidenza è superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell’arco di tre mesi.

 

Data di ultima revisione: 11 febbraio 2021

Testo scritto da: Paola Stefanelli, coordinatore della Sorveglianza delle Malattie Batteriche Invasive Il gruppo di lavoro per la Sorveglianza delle Malattie Batteriche Invasive – Dipartimento Malattie Infettive, ISS