Fermare l'obesità infantile: è tempo di agire
Angela Spinelli e Paola Nardone – reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Cnesps-Iss
28 gennaio 2016 - A livello globale, il numero di bambini obesi o in sovrappeso, con meno di 5 anni di età, è passato da 31 milioni nel 1990 a 41 milioni nel 2014, con un aumento della prevalenza dal 4,8% al 6,1%. Una crescita che trova in prima linea principalmente i bambini che vivono nei Paesi a basso-medio reddito e che mette sempre più in evidenza la necessità di azioni dedicate.
Si inserisce in questo contesto il lavoro della Commission on Ending Childhood Obesity (Echo) che, il 25 gennaio scorso, ha pubblicato il proprio report conclusivo. Istituita nel 2014 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la Commissione ha coinvolto oltre 100 Paesi membri con l’obiettivo di fornire raccomandazioni ai governi per prevenire lo sviluppo di obesità nelle giovani generazioni, ridurre il rischio di morbosità e mortalità a causa di malattie non trasmissibili, nonché diminuire gli effetti psicosociali negativi dell’obesità sia in infanzia che in età adulta.
Due gli aspetti principali che emergono dal report Echo:
- la complessità e la multidimensionalità del tema, che sottolineano il potenziale limitato di singoli interventi rilevando il bisogno di azioni intersettoriali comuni
- l’importanza di un approccio life-course legato alle varie fasi della vita (compresa quella “pre-concepimento”).
La Commissione ha infatti evidenziato l’influenza negativa di un ambiente fortemente “obesogenico”, sempre più diffuso nella società moderna, legato ad abitudini alimentari non corrette e alla diffusione di comportamenti sedentari. In tal senso diventano oggetto di interesse la tipologia e la disponibilità di cibo e bevande, il marketing che li accompagna, le leggi fiscali che li riguardano. O anche l’organizzazione urbanistica delle città moderne (che non favorisce l’andare a piedi e la frequentazione di spazi di aggregazione e di moderata attività fisica) e la diffusione di attività ludiche di tipo sedentario (videogiochi, televisione, ecc).
Le raccomandazioni Echo sono rivolte ai governi e riassumono, in 6 punti principali, il lavoro svolto dalla Commissione in questi due anni:
- Promuovere l'assunzione di cibi sani: implementare programmi globali che promuovano una sana alimentazione tra bambini e adolescenti, riducendo l'assunzione di alimenti non salutari e bevande zuccherate (attraverso, ad esempio, una tassazione efficace sulle bevande zuccherate e arginando il marketing di cibi non sani).
- Promuovere l'attività fisica: implementare programmi che promuovano l'attività fisica e riducano i comportamenti sedentari tra bambini e adolescenti.
- Assistenza durante preconcepimento e gravidanza: sviluppare/integrare guide per la prevenzione delle malattie non trasmissibili con le attuali indicazioni su preconcepimento e cura prenatale (al fine di ridurre il rischio di obesità infantile, prevenendo un peso alla nascita troppo basso o troppo alto, prematurità e altre complicanze in gravidanza).
- Attenzione precoce alla dieta e all’attività fisica infantili: fornire indicazioni e supporto per quanto riguarda una dieta sana, il sonno e l’attività fisica nella prima infanzia e promuovere sane abitudini affinché i bambini crescano con abitudini salutari (promuovendo l'allattamento al seno; limitando il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale; assicurando la disponibilità di cibi sani e promuovendo l'attività fisica nei luoghi frequentati da bambini).
- Salute, alimentazione e attività fisica per i bambini in età scolare: implementare programmi completi che promuovano ambienti scolastici sani e l’alfabetizzazione di bambini e adolescenti sui temi della salute, della nutrizione dell'attività fisica (attraverso la definizione di standard per i pasti scolastici, eliminando la vendita di alimenti e bevande non sani, includendo e rafforzando l'educazione fisica e l’educazione alla salute e alla nutrizione nel curriculum scolastico).
- Gestione dei servizi/weight management: sviluppare e sostenere i servizi per la presa in carico del bambino e dell’adolescente obeso, attraverso l’implementazione di azioni multicomponenti dirette alle famiglie.
Fonte: Oms, Final report of the Commission on Ending Childhood Obesity
Al fine di implementare queste raccomandazioni e supportare i diversi stakeholder (Oms, organizzazioni internazionali, Stati membri, organizzazioni non governative, privati, fondazioni e istituzioni accademiche) la Commission on Ending Childhood Obesity pubblica le “recommended actions and responsabilities”.
Risorse utili
- Commission on Ending Childhood Obesity
- leggi l’articolo pubblicato su The Lancet “Ending childhood obesity: a time for action” (25 gennaio 2016)
- scarica il rapport “Report of the commission on ending childhood obesity”
- leggi il lancio del rapporto sul sito Oms
- leggi le pagine del sito Oms dedicate al rapporto
- leggi l’approfondimento sull’Action plan europeo 2014-2020 pubblicato su EpiCentro.