La salute nei Paesi Ocse: il rapporto Health at a Glance 2010
Dal 1980 ad oggi, l’aspettativa di vita alla nascita nell’Ue è aumentata di 6 anni, raggiungendo i 78 anni nel 2007. La più alta aspettativa di vita alla nascita per le donne spetta alla Francia (84,4 anni), per gli uomini alla Svezia (78,8 anni), mentre quella più bassa si registra per le donne in Romania (76,2 anni) e per gli uomini in Lituania (65,1). È quanto emerge dal rapporto “Health at a Glance: Europe 2010”, pubblicato il 7 dicembre 2010 dall’Ocse. Il documento, che si focalizza sui temi sanitari nei 27 Paesi dell’Ue più Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia, fornisce una panoramica della salute della popolazione e dei sistemi sanitari europei attraverso 42 indicatori.
Fattori di rischio
Molti Paesi europei hanno raggiunto importanti successi nella riduzione del consumo di tabacco, anche se il fumo rimane una delle principali cause di morte prematura. Anche il consumo di alcol è diminuito in molti dei Paesi e in Italia, Francia e Spagna, nazioni tradizionalmente produttrici di vino, il consumo pro-capite è sostanzialmente crollato a partire dal 1980. In Irlanda, Regno Unito e in alcuni Paesi del nord Europa, il consumo è invece in crescita.
Pessime notizie per quanto riguarda l’obesità: il tasso di persone obese è più che raddoppiato negli ultimi 20 anni nella maggior parte dei Paesi Ue. Più della metà della popolazione adulta è in sovrappeso o obesa. La prevalenza dell’obesità varia da meno del 10% in Romania, Svizzera e Italia a più del 20% in Regno Unito, Irlanda, Malta e Islanda.
Carenza di personale sanitario
In molti Paesi europei, è grande la preoccupazione per la carenza di medici. Il loro numero pro-capite varia sensibilmente a seconda degli Stati considerati e raggiunge il valore minimo in Turchia, Polonia e Romania. In media, nella regione europea, il numero dei medici è però cresciuto, passando da 3 ogni 1000 persone nel 2000 a 3,3 nel 2008. Diversa la situazione di Italia e Francia, dove il numero dei medici dal 2000 a oggi non è aumentato. Anzi, in Italia il numero di medici pro-capite è in calo dal 2002, anno in cui il numero di studenti ammessi alla facoltà di medicina è stato ridotto.
Preoccupazione anche per quanto riguarda gli infermieri, che hanno un ruolo sempre più importante non solo per le cure negli ospedali, ma anche per l’assistenza a domicilio ai malati cronici. Nel 2008 il numero d’infermieri in Europa variava da un massimo di 15 ogni mille abitanti in Finlandia, Islanda, Irlanda e Svizzera, a un minimo di meno di 5 in Grecia, Bulgaria e Cipro. A partire dal 2000 il numero degli infermieri pro-capite è però in crescita in tutti i Paesi esaminati.
Spesa sanitaria
Le spese sanitarie sono aumentate in tutta Europa, spesso a un tasso più rapido della crescita economica. Nel 2008 i Paesi in esame hanno speso in media l’8,3% del loro Pil nella sanità, una percentuale decisamente maggiore rispetto a quella del 1998 (7,3%). Il Pil investito in sanità varia però considerevolmente a seconda dei Paesi e ha un range che va dal 6% di Cipro e Romania, al 10% di Francia, Germania, Svizzera e Austria. Ancora molto basse le percentuali dei finanziamenti destinati alla prevenzione.
Il settore pubblico rimane la principale fonte di finanziamento della sanità in tutti i Paesi europei, con l’eccezione di Cipro. Mediamente il 75% della spesa sanitaria è stato finanziato attraverso tasse e contributi, ma in Lussemburgo, Repubblica Ceca, Paesi del Nord (ad eccezione della Finlandia), Regno Unito e Romania questa percentuale sale all’80%.
Leggi la presentazione e scarica il rapporto dal sito dell’Ocse (pdf 6,9 Mb).