Programma Nazionale Esiti 2020
Il 1 marzo 2021 è stata presentata l’edizione 2020 del Programma Nazionale Esiti (PNE) realizzato da AGENAS su mandato del ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento di Epidemiologia della ASL Roma 1. Il PNE ha l’obiettivo di valutare l’efficacia, l’appropriatezza, l’equità di accesso e la sicurezza delle cure garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. Per farlo vengono analizzati 177 indicatori (72 sugli esiti e i processi assistenziali, 75 sui volumi di attività e 30 sui tassi di ospedalizzazione) in relazione a nove ambiti clinici: cardio e cerebrovascolare, digerente, muscolo-scheletrico, pediatrico, ostetrico e perinatale, respiratorio, oncologico, urogenitale e malattie infettive.
I dati principali
In generale i dati confermano un graduale miglioramento della qualità delle cure su tutte le aree cliniche analizzate dal PNE, sebbene ci sia ancora da lavorare per superare alcune criticità , come la frammentarietà dell’assistenza ospedaliera, e per limitare le disomogeneità territoriali.
Di seguito i dati principali.
Area cardio e cerebro-vascolare
- Infarto miocardico acuto: l’ospedalizzazione continua progressivamente a ridursi (123.327 ricoveri nel 2019 a fronte dei 135.621 del 2012), sia grazie all’adozione di politiche sanitarie orientate al contrasto dei comportamenti a rischio (come fumo di tabacco, sedentarietà , consumo di alcol e alimentazione sbilanciata), sia grazie a un progressivo miglioramento della qualità nella codifica della diagnosi di infarto. Contemporaneamente anche la mortalità a 30 gg dal ricovero per IMA (Infarto Miocardico Acuto) è in continua diminuzione, dal 10,0% nel 2012 al 7,9% del 2019. Accanto al dato medio complessivamente ridimensionato, si osserva anche una bassa variabilità inter-regionale e una discreta variabilità tra le strutture.
- Bypass aorto-coronarico (BAC): i dati relativi al numero di ricoveri per BAC isolato (ossia non associato a interventi su valvole o endoarteriectomie) sono passati da 16.060 interventi nel 2012 a 14.185 nel 2019 (-11,7%). Il decremento è in parte ascrivibile all’aumento degli interventi di bypass non isolati e in parte al crescente ricorso alle procedure (meno invasive) di angioplastica per il trattamento delle ostruzioni coronariche. Nel 2019, la mortalità a 30 giorni dal ricovero per BAC è nel complesso diminuita, passando dal 2,6% nel 2012 al 1,7% nel 2019, nonostante abbia mostrato nel corso degli anni un andamento piuttosto altalenante.
- Ictus ischemico: il numero di ricoveri per ictus ischemico si è progressivamente ridotto, passando da un volume complessivo di 92.595 ospedalizzazioni nel 2012 a uno di 83.829 nel 2019. La mortalità a 30 giorni è in calo rispetto al 2012 (dall’11,9% al 10,0% nel 2019), sia pur con andamento altalenante e con una notevole variabilità inter-regionale.
Area muscolo-scheletrica
- Frattura del collo del femore: nel periodo dal 2012 al 2019 è aumentato il volume dei ricoveri chirurgici per frattura di femore (passati da 84.698 a 94.643). Nell’ultimo anno di valutazione, delle 690 strutture che hanno praticato chirurgia su pazienti con frattura del femore, 426 (61,7%) hanno raggiunto la soglia minima di 75 interventi annui per struttura complessa.
- Attività protesica: aumentano i ricoveri per intervento di protesi al ginocchio (65.545 nel 2012 e 87.921 nel 2019) tuttavia, solo il 34,6% delle 729 strutture ospedaliere che hanno eseguito attività protesica nel 2019 hanno raggiunto o superato i 100 interventi annui. Gli interventi di protesi d’anca (97.355 nel 2012 e 115.988 nel 2019) sono stati eseguiti in 757 strutture ospedaliere, e di queste solo 415 (54,8%) hanno raggiunto un volume di attività di almeno 100 interventi l’anno. Gli interventi di protesi della spalla (5319 nel 2012 e 11.219 nel 2019) sono stati effettuati in 625 strutture ospedaliere e solo 215 (34,4%) hanno raggiunto o superato un volume di attività di 15 interventi annui.
Area perinatale
- Punti nascita: nel nostro Paese il numero di parti si è progressivamente ridotto nel corso del tempo (441.078 del 2018 e 417.144 nel 2019). Nonostante il Decreto del Ministero della Salute 2 aprile 2015 n. 70, riprendendo l’Accordo Stato regioni del 16 dicembre 2010, riporti come soglia minima per maternità un volume di almeno 500 parti annui, ancora il 6,8% delle nascite è avvenuto in strutture che non raggiungono tale soglia: il 17,6% di queste strutture si concentra nel Lazio, il 13,4% in Sicilia e il 10,6% in Campania.
- Modalità del parto: il ricorso al taglio cesareo primario è progressivamente diminuito passando da un valore mediano di 25,3% nel 2012 al 21,5% nel 2019. Tuttavia, il valore è ancora molto al di sopra del 10-15% indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Persiste inoltre una certa eterogeneità inter e intra-regionale: in alcune regioni del Sud, accanto a valori mediani superiori agli standard, si segnalano nel 2019 strutture con percentuali di taglio cesareo primario oltre il 50% (Sicilia e Puglia) o addirittura oltre il 60% (Campania e Calabria). La proporzione di parti vaginali eseguiti in donne che hanno già partorito con taglio cesareo è in progressivo aumento, nonostante valori ancora molto bassi (5,5% nel 2012 e 10% nel 2019). Anche in questo caso si osserva inoltre una certa variabilità tra le Regioni.
Chirurgia oncologica
- Tumore maligno della mammella. Nel PNE viene utilizzata una soglia di 135 casi/anno: nel 2019, il numero di unità operative con volume di attività uguale o superiore a 135 interventi/anno è risultato pari a 152; di queste, 136 hanno superato la soglia dei 150 interventi/anno.
- Altri tumori. Nel 2019, 178 strutture ospedaliere hanno eseguito 12.166 interventi chirurgici per tumore maligno del polmone: 134 hanno effettuato piĂą di 5 interventi chirurgici, e tra queste, 77 strutture (57,5%) hanno raggiunto o superato un volume di 50 interventi annui (soglia identificata quale valore minimo di attivitĂ associata a esiti piĂą favorevoli). Nel 2019, 534 strutture hanno eseguito 5824 interventi chirurgici per tumore maligno dello stomaco: 249 hanno effettuato non piĂą di 5 interventi/anno; delle restanti strutture, solo 78 (27,4%) hanno raggiunto un volume di almeno 20, e 39 (13,7%) hanno superato i 30 interventi annui. Dei 2710 interventi chirurgici per carcinoma del pancreas eseguiti nel 2019 in 230 strutture, soltanto 17 hanno superato i 30 interventi annui, per un volume di ricoveri corrispondente al 52,8% della casistica a livello nazionale.
I dati del PNE offrono interessanti elementi di conoscenza in ordine ad alcune criticità che insistono sull’organizzazione sanitaria, e che vanno attentamente monitorate rispetto alle diverse declinazioni regionali e agli andamenti temporali, anche nella prospettiva di un riorientamento dei servizi che dovrà caratterizzare la nuova fase di ripartenza dopo l’emergenza COVID-19.
- Per approfondire scarica il documento completo “Programma Nazionale Esiti. Edizione 2020” e visita il sito dell’Agenas