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EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Informazioni generali

Definizione di tatuaggio

Il tatuaggio consiste nella colorazione permanente di parti del corpo, sia attraverso l’introduzione o la penetrazione sottocutanea e intradermica di pigmenti di diverso colore mediante aghi o taglienti vari, sia con tecniche di scarificazione, per ottenere figure e disegni indelebili. La parola tatuaggio è di derivazione tahitiana (da tatau = incidere, decorare la pelle). La pratica del tatuaggio rientra nelle più ampie categorie della “body art” e della “modificazione corporea”.

 

Un po’ di storia

La pratica del tatuaggio era già presente nelle popolazioni preistoriche, inizialmente collegata a rituali magico-terapeutici. È possibile osservare alcuni esempi su corpi ritrovati parzialmente integri come la mummia dell’uomo del ghiacciaio del Similaun (o di Ötzi), ritrovato nel 1991 e risalente al 3300-3100 a.C. La mummia del Similaun possedeva 61 tatuaggi costituiti da semplici punti, linee e crocette posizionati in corrispondenza delle articolazioni e della schiena in cui è stata riscontrata dai ricercatori la presenza di osteoartrosi; quei tatuaggi potrebbero essere collegati a una forma preistorica di agopuntura effettuata con erbe medicinali, al fine di guarire o alleviare il disturbo articolare. Altro esempio è la mummia della principessa di Ukok, ritrovata nel 1993 sulle montagne Altai e risalente intorno al 500 a.C. che presentava tatuaggi sulla spalla sinistra, sul braccio e sul ventre, i cui studi hanno apportato nuove conoscenze sulla cultura di Pazyryk. Secondo alcuni studiosi, esistono evidenze che permetterebbero di datare i primi tatuaggi addirittura all’era paleolitica. Lo dimostrerebbe per esempio la figura scolpita dell’Uomo-leone della grotta di Hohlenstein-Stadel in Germania, datata a 32 mila anni fa che riporta alcune incisioni orizzontali che potrebbero rappresentare proprio dei tatuaggi.

 

A seguire, la pratica del tatuaggio si è sviluppata anche nelle grandi civiltà antiche, come quella egizia e quella dell’antica Roma e, nel tempo, si è diffusa in diverse parti del mondo (dal Giappone all’Oceania, dalla Cina all’Artico, dall’Africa alla Polinesia) con simbologie e significati differenti a seconda del periodo e del luogo. Oltre alle ragioni strettamente estetiche, in passato, tra le principali motivazioni alla base di un tatuaggio troviamo: come segno di appartenenza a un gruppo (sociale, religioso, etnico), per fini apotropaici (cioè per proteggersi da influssi maligni, da malattie), per predisporsi per l’aldilà, per definire differenze di genere o di rango sociale come nella civiltà Maori, come “marchio” stigmatizzante (per schiavi, criminali, ecc), o come forma di trasgressione.

 

Ai nostri giorni, il tatuaggio ha assunto la valenza di fenomeno di moda, socialmente accettato: il tatuaggio come decorazione, ornamento del corpo. Un’altra forte motivazione nella scelta di tatuarsi è anche quella del tatuaggio “per ricordare una data, una persona, un evento”[1].

 

Tipologie di tatuaggio

I tatuaggi possono essere divisi in diverse tipologie (per tipo di operatore e tecniche di esecuzione, durata, finalità, stile).

 

Una prima e fondamentale differenziazione è tra i tatuaggi professionali (realizzati da tatuatori professionisti regolarmente formati e autorizzati) e quelli amatoriali (eseguiti da operatori non professionisti, che possono comportare rischi per la salute e complicanze, oltre che possibili inestetismi).

 

Un’ulteriore classificazione li distingue in base alla tecnica e alla durata, differenziando il tatuaggio in senso proprio (permanente) dagli altri (temporanei):

  • tatuaggio ad ago o taglienti: è la forma normalmente conosciuta e più diffusa ed è indelebile e permanente. È eseguito comunemente con una macchinetta elettrica ad aghi, o con un dermografo, ma in altre parti del mondo viene realizzato con tecniche manuali (tecnica giapponese - Tebori, tecnica Samoana, etc.). Con la tecnica di scarificazione, si utilizzano dei taglienti che incidendo o marchiando la pelle creano delle cicatrici sul corpo, formando un disegno in rilievo, soprattutto in soggetti predisposti a cicatrici ipertrofiche. È una tecnica invasiva da sconsigliare in quanto comporta rischi più elevati rispetto al tatuaggio eseguito con aghi;
  • tatuaggio all’henné: è temporaneo e si realizza applicando un impasto con henné naturale sulla pelle. Non può considerarsi un vero e proprio tatuaggio, in quanto il disegno è dipinto applicando il pigmento sulla superficie della pelle anziché introdurlo in profondità nella pelle ed è destinato a svanire con il turnover epidermico.

Possiamo poi classificare i tatuaggi ad ago, in funzione della finalità e della diffusione:

  • tatuaggio artistico, il più diffuso, ha la finalità di decorare il corpo e può essere monocromatico o policromatico;
  • tatuaggio con finalità estetiche, o trucco permanente (Permanent Make Up, PMU), ha lo scopo di migliorare o abbellire i lineamenti del viso o l’immagine estetica. Tra i termini, utilizzati come sinonimi che rientrano in tale tipologia, troviamo: dermopigmentazione, micropigmentazione, trucco semipermanente, disegno epidermico o camouflage. È caratterizzato da una minore profondità di penetrazione degli aghi, rispetto al tatuaggio artistico e da inchiostri specifici. Esempi di applicazioni sono il tatuaggio della palpebra (blefaropigmentazione), dell’arcata sopraccigliare e del contorno delle labbra;
  • tatuaggio con finalità medica, detto anche “Dermopigmentazione correttiva o para-medicale”, utilizzato per coprire condizioni patologiche della cute e restituire alla pelle un aspetto sano, oppure come complemento a interventi di chirurgia ricostruttiva come per esempio nelle ricostruzioni mammarie per definire o simulare il complesso dell'areola e del capezzolo. È caratterizzato anch’esso da una minore profondità di penetrazione degli aghi, rispetto al tatuaggio artistico, e da pigmenti selezionati;
  • tatuaggio post traumatico, anche questo non può considerarsi un tatuaggio vero e proprio, in quanto non è intenzionale ed è riconducibile alle conseguenze di un trauma o di un incidente durante il quale alcune sostanze pigmentate sono rimaste intrappolate sotto la pelle, dando luogo a piccole macchie o linee di colore bluastro o nero, indelebili.

Classificazione per stile

Se consideriamo il tatuaggio come forma artistica e decorativa del corpo, si possono individuare numerosi stili di tatuaggio. Lo stile riflette differenti aspetti culturali ed estetici sia del tatuatore che li esegue, sia di chi sceglie quel particolare disegno. Il tatuaggio non è solo un “segno sul corpo” ma trasforma il proprio corpo in strumento di comunicazione. Con tale segno si vuole trasmettere un codice di appartenenza e di immagine di sé. E’ un messaggio che viene veicolato attraverso il corpo, ed è per questo che il tatuaggio deve essere scelto con piena consapevolezza dopo aver ben meditato, per non pentirsene in futuro.

 

I vari stili si differenziano in base al soggetto, al disegno, alle tipologie delle linee e delle sfumature e ai colori utilizzati e/o tecnica di esecuzione:

  • Old School o Traditional
  • New School o Neo traditional
  • Tribale
  • Giapponese
  • Realistico
  • Minimal
  • Lettering
  • Biomeccanico
  • Dotwork
  • Watercolor
  • Fantasy/Cartoon.

Rimozione

Le motivazioni per cui ci si pente di un tatuaggio e si desidera rimuoverlo possono essere le più svariate. La rimozione di un tatuaggio è finalizzata all’eliminazione, attraverso varie tecniche o metodiche, del pigmento introdotto in modo permanente durante la sua realizzazione.

 

Nel tempo sono state studiate diverse tecniche per la rimozione dei tatuaggi, ciascuna delle quali comporta vantaggi e svantaggi, in termini di efficacia, costi e possibili complicazioni, e sono riconducibili ad alcune grandi categorie: metodi meccanico/chirurgici, metodi a energia termica/luminosa, metodi chimici. Leggi l’approfondimento sulla rimozione dei tatuaggi.

 

Riferimenti

  1. Renzoni A, Pirrera A, Novello F et al. “The tattooed population in Italy: a national survey on demography, characteristics and perception of health risks” (pdf 256 kb). Ann Ist Super Sanità 2018 Vol. 54, No. 2: 126-136
  2. Renzoni A, Pirrera A, Novello F. “Tatuaggi e piercing: istruzioni per l’uso”. In Dispense per la scuola 14/1 “La salute nell’astuccio”. ISS, 15/10/2012

 

Data di ultimo aggiornamento: 19 settembre 2024

Data di creazione della pagina: 17 ottobre 2019

Autori: Alberto Renzoni e Antonia Pirrera - Centro nazionale Tecnologie innovative in sanità pubblica (Tisp), Iss