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Consumo di alcol in Italia: la Relazione annuale al Parlamento con i dati 2022



Il 26 luglio 2024 il Ministero della Salute ha pubblicato la relazione annuale sul consumo di bevande alcoliche nel nostro Paese, trasmessa al Parlamento il 18 luglio 2024. Il documento è curato dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, secondo quanto previsto dalla Legge quadro nazionale sull’alcol n.125/2001, art. 8, che dispone che il Ministro della Salute trasmetta ogni anno al Parlamento una relazione sugli interventi realizzati ai sensi dell’art. 9 comma 2 della legge medesima.

 

La relazione illustra il quadro epidemiologico sul consumo di bevande alcoliche nel nostro Paese, aggiornato al 2022, i modelli di trattamento per l’alcoldipendenza e la capacità di assistenza dei Servizi alcologici, e le criticità emerse. Illustra, inoltre, le iniziative e gli interventi realizzati dal Ministero della Salute nel 2023.

 

La relazione è finalizzata a portare a conoscenza del Parlamento la situazione aggiornata sul consumo di alcol in Italia e l’andamento delle diverse modalità di consumo con l’obiettivo di individuare misure di contrasto atte a prevenire i rischi associati al consumo di alcol nella popolazione.

 

Il documento è composto da 3 parti:

  1. la prima illustra il quadro epidemiologico correlato al consumo di bevande alcoliche in Italia, la mortalità alcol-correlata, gli accessi al Pronto Soccorso e le dimissioni ospedaliere con diagnosi totalmente alcol-attribuibile, i servizi per l’alcoldipendenza e la spesa farmaceutica, le associazioni di auto-mutuo aiuto, gli incidenti stradali e le violazioni del Codice della Strada
  2. la seconda riassume gli interventi e le iniziative di contrasto intraprese dal Ministero della Salute nel 2023
  3. la terza presenta i progetti finanziati con i fondi previsti dalla Legge 125/2001 (art. 3, comma 4) assegnati alle Regioni e PPAA individuate dalla Commissione Salute.

I dati epidemiologici sul monitoraggio dei consumi e sui modelli di consumo alcol-correlato sono stati elaborati dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che presenta annualmente i dati aggiornati in occasione dell’Alcohol Prevention Day (APD), evento organizzato in collaborazione con il Ministero della Salute e che accompagna la pubblicazione della relazione al Parlamento. L’ultimo aggiornamento epidemiologico a cui fa riferimento la relazione è quello presentato all’APD 2024 lo scorso 18 aprile 2024 relativo ai dati 2022.

 

I dati principali

Nel 2022 circa 8 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 21,2% degli uomini e al 9,1% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. I consumatori a rischio sono aumentati, in particolare per gli uomini. La fascia della popolazione in cui è stata registrata la più elevata frequenza di consumatori a rischio risulta essere quella dei 650.000 minori 16-17enni di entrambi i sessi (il 38,6% dei maschi e il 36,8% delle femmine), seguita dai 2.550.000 anziani maschi ultra 65enni (il 32,4% dei 65-74enni e il 30,2% degli ultra 75enni). Sono pertanto i target più vulnerabili, che richiederebbero massima tutela della salute e per i quali è inderogabile l’adozione di misure di prevenzione e di livelli di informazione più chiari e adeguati (health literacy), spesso sottoposti a l’influenza di fake news e disinformazione nei media e sui social network

 

Tre milioni e 700 mila persone hanno bevuto per ubriacarsi (binge drinking) e 770.000 (soprattutto maschi di tutte le età) sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. Sono circa 104.000 i minori che si sono ubriacati, una platea troppo vasta che non dovrebbe ricevere in vendita o somministrazione bevande alcoliche dagli adulti competenti sia negli esercizi pubblici che in famiglia. I valori massimi per i binge drinker si registrano tra i 18-24enni, con 624.000 giovani. La tendenza del binge drinking nel 2022 testimonia l’invarianza persistente di un fenomeno che non ha giovato di misure e iniziative di contrasto e di prevenzione efficace nel corso dell’ultimo decennio. Il bere per ubriacarsi rientra nella cultura delle happy hour, contesto in cui il consumo fuori pasto è già di per sé più dannoso per la salute, in particolare per donne, minori, giovani. La Relazione al Parlamento riporta inoltre che, nel 2022, si sono registrati 39.590 accessi ai Pronto soccorso (PS). Come già per il 2021, il 10,4% di tutti i ricorsi ai PS riguarda minorenni. Solo 4110 degli 104.000 binge drinkes minorenni, intossicati dall’alcol, si sono rivolti a opportune competenze mediche (intercettato quindi solo il 4% dei minorenni attesi) pur se dimessi a domicilio senza ulteriori consulenze specifiche. Le misure da applicare, i protocolli da implementare sono note e indicate nel Libro Bianco del Ministero in attesa di auspicata considerazione e applicazione integrata nella pratica clinica .

 

Per quanto riguarda i consumatori dannosi di bevande alcoliche sono 770.000 (480mila maschi e 290mila femmine) coloro che hanno consumato alcolici secondo modalità che determinano un danno all’organismo. La tendenza decennale di sostanziale assenza di un’attesa riduzione dei consumatori dannosi, obiettivo cardine sinora mancato dall’Italia nell’Agenda 2020 delle Nazioni Unite dei Sustainable Development Goals (SDG 3.5), gli incrementi temporali registrati nel decennio e la loro proiezione futura richiamano la necessità urgente di intercettazione precoce e cura, oggi carenti. Sebbene il consumo di quantità dannose di alcolici identifichi clinicamente, secondo il manuale DSM- 5, un Disturbo da Uso di Alcol (DUA) “in necessità di trattamento” assimilabile all’alcoldipendenza, nel 2022 risulta che il 91,8% dei consumatori dannosi non è intercettato e non ha accesso ad alcuna forma, se pur urgente, di intervento.

 

Inoltre, a preoccupare ci sono anche i dati relativi agli alcoldipendenti in carico ai servizi per le dipendenze del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che, nel 2022, risultano essere 62.886. I servizi accolgono quindi solo la punta dell’iceberg degli attesi: solo l’8,2 % dei 770.000 consumatori dannosi, già con Disturbi da Uso di Alcol, riceve diagnosi, cura e un programma di riabilitazione dall’alcoldipendenza, mentre il 91,8 % non giunge all’attenzione del SSN.

 

In considerazione dei dati 2022 sul monitoraggio alcol-correlato e dell’andamento temporale e alla luce delle imminenti scadenze degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, l’ONA dell’ISS ha pubblicato alcune riflessioni sulle implicazioni di salute pubblica, al fine di delineare una road map di riduzione dell’impatto dell’alcol sulla salute della popolazione italiana. Emerge, infatti, la necessità di una prevenzione nazionale alcol-correlata il più efficace possibile e in grado di intercettare precocemente il maggior numero di consumatori a rischio, a sostegno anche degli obiettivi delle strategie europee e globali. Per ulteriori dettagli sulle implicazioni di salute pubblica, si rimanda al paragrafo contenuto nel rapporto ISTISAN 24/3 (pdf 1,6 Mb).

 

Il ruolo dell’ISS

L’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha il ruolo di guida formale del monitoraggio epidemiologico legato all’attuazione del SISMA (Sistema Monitoraggio Alcol) ai sensi del DPCM 03/03/2017 e partecipa alle politiche internazionali. Il monitoraggio alcol-correlato in Italia consente di stimare entità e tendenza del consumo rischioso e dannoso di alcol in cui si annida il bacino dei potenziali nuovi utenti in carico ai centri e servizi di alcologia. Ciò è stato possibile attraverso il progetto SISMA GD, finanziato dal Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute come azione centrale. Gli indicatori utilizzati dal SISMA, costruiti e validati dall’ONA (WHO Collaborative Centre of Research on Alcohol dal 2001 al 2021), producono quindi i flussi informativi di dettaglio nazionale e regionale.

 

 

Data di pubblicazione della pagina: 26 settembre 2024

Testo scritto da: Emanuele Scafato, Claudia Gandin, Silvia Ghirini, Alice Matone – Osservatorio Nazionale Alcol, Centro Nazionale Dipendenze e Doping, ISS