Immigrazione e rischi di salute pubblica: la valutazione dell’Ecdc e il convegno di Roma
(revisione a cura di Flavia Riccardo - reparto Epidemiologia delle malattie infettive, Cnesps-Iss)
14 aprile 2011 – L’attuale crisi del Mediterraneo e gli importanti flussi migratori verso i Paesi europei hanno portato il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) a valutare i possibili rischi per la sanità pubblica in Europa. Da quanto riferito, al momento non sono stati registrati focolai di malattie infettive in Libia, nei campi di accoglienza alle frontiere di Egitto, Tunisia e Niger o in quelli dei Paesi europei (Italia, Malta e Grecia). Per questi motivi l’Ecdc ritiene che il pericolo di importazione delle malattie infettive dal Nord Africa sia basso.
Secondo l’Ecdc le condizioni di vita dei migranti nei centri di accoglienza, dove si registra sovraffollamento e scarsa igiene, sono la principale causa preoccupazione in quanto queste sono importanti fattori di rischio per il diffondersi di malattie infettive.
Morbillo, difterite, influenza, pertosse e infezioni respiratorie acute sono malattie a rischio epidemico in condizioni di sovraffollamento, mentre le scarse condizioni igieniche potrebbero aumentare il rischio di malattie diarroiche. Il rischio di malattie prevenibili da vaccino dipende dalla suscettibilità della popolazione ospitata.
Le misure di salute pubblica che potrebbero essere prese per diminuire il rischio di focolai di malattie infettive sono:
- un apposito sistema di sorveglianza e di allerta precoce, che preveda una valutazione dello stato di salute all’ingresso e adeguate procedure di trasferimento a strutture sanitarie
- servizi materno infantili e strutture dedicate alla salute mentale all’interno dei centri di accoglienza
- strategie vaccinali in grado di proteggere bambini e adulti dalle malattie a cui sono più vulnerabili e assicurare continuità con la storia vaccinale pregressa. Inoltre occorre prestare attenzione allo status vaccinale degli operatori sanitari coinvolti.
La maggioranza dei migranti giunti sinora sono adulti di sesso maschile in buona salute, nei quali il rischio di malattie infettive è da considerarsi limitato. L’Organizzazione internazionale per la migrazione (International Organization for Migration - Iom) tuttavia afferma che la situazione potrebbe complicarsi con l’arrivo, previsto, di una seconda ondata migratoria che comprenda gruppi di persone più vulnerabili come donne, bambini e persone affette da patologie pregresse.
L’Ecdc, in collaborazione con gli Stati membri, la Commissione Europea e le organizzazioni internazionali continua a monitorare da vicino la situazione per identificare rapidamente e valutare i rischi potenziali di malattie infettive.
Per maggiori informazioni scarica il documento dell’Ecdc “Situation in northern Africa/Libyan Arab Jamahiriya and the influx of migrants to Europe” (pdf 800 kb).
Il convegno di Roma
Il 13 aprile 2011, a Roma si è svolto l’incontro internazionale ad alto livello “Circolazione delle popolazioni migranti nei Paesi mediterranei della Ue: le future sfide per i sistemi sanitari” organizzato dal ministero della Salute, in collaborazione con la Commissione europea e con il sostegno dell’Oms Europa.
L’obiettivo dell’evento è stato di rafforzare la cooperazione e il coordinamento internazionali sugli aspetti sanitari della crisi per garantire che i sistemi sanitari riceventi siano adeguatamente preparati a rispondere ai bisogni emergenti. Si sono riuniti delegati di alto livello provenienti da Cipro, Francia, Grecia, Malta e Spagna, insieme ai rappresentanti delle principali agenzie delle Nazioni Unite e dell'Unione europea coinvolte (Oms Ufficio Regionale per il Mediterraneo Orientale, l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNHCR), l’Organizzazione internazionale per la migrazione (Iom), e il Centro europeo per prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
Leggi il comunicato stampa sul sito del ministero della Salute relativo all’incontro del 13 aprile 2011.