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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Archivio 2016

22/12/2016 - Janpa, il nuovo numero della newsletter

È on line la terza newsletter di Janpa (Joint Action on Nutrition and Physical Activity), la Joint Action europea sulla nutrizione e l’attività fisica. Tra le news, i risultati dell’indagine effettuata tra gli stakeholder per esplorare la loro percezione sugli elementi facilitatori, o di contrasto, alla prevenzione dell’obesità infantile e capire la loro attitudine al tema. Per maggiori informazioni leggi la Newsletter 3-2016, visita il sito web ufficiale di Janpa e iscriviti alla mailing list di Janpa.

 

24/11/2016 - I 30 anni della Carta di Ottawa e il Pnp 2014-18

La Conferenza internazionale per la promozione della salute, di cui è in corso la nona edizione (Shangai, 21-24 novembre) è da sempre un’occasione di dialogo e confronto sulla promozione della salute. La conferenza è anche l’occasione per ricordare i 30 anni della Carta di Ottawa, approvata nel corso della prima Conferenza internazionale per la promozione della salute (17-21 novembre 1986) e ancora oggi documento fondamentale per le politiche e gli interventi di promozione della salute. Per approfondire leggi il commento di Angela Spinelli e Barbara De Mei (Cnesps-Iss).

 

28/7/2016 - Attività fisica: la nuova serie di The Lancet

Un’ora di camminata veloce o di pedalata può bastare per annullare gli effetti negativi legati a 8 ore al giorno di sedentarietà. È uno degli aspetti che emergono dalla nuova The Lancet Series, presentata a luglio 2016 “Physical Activity 2016: Progress and Challenges”. La Serie fornisce una panoramica sugli effetti negativi dell’inattività fisica sulla salute, le ripercussioni sull’economia, l’importanza delle politiche nazionali di contrasto alla sedentarietà e alcuni esempi virtuosi. Per maggiori informazioni leggi l’approfondimento.

 

30/6/2016 – Nuove fact sheet dall’Oms

A giugno 2016 l’Oms ha aggiornato le pagine dedicate ad alcune delle tematiche affrontate, in Italia, dal programma nazionale Guadagnare Salute. Queste pagine forniscono una panoramica sui dati mondiali e le politiche di contrasto dell’Oms. In particolare si tratta delle fact sheet su obesità (un problema che, nel solo 2014, interessava quasi 600 milioni di persone sopra i 18 anni), riduzione del consumo di sale (assumere meno di 5 grammi di sale/giorno aiuta a ridurre la pressione del sangue e il rischio di malattie cardiovascolari, eppure la maggior parte delle persone ne assumo una media di 9-12 gr/giorno), attività fisica (si stima che nel mondo 1 adulto su 4 sia fisicamente inattivo, una condizione predisponente all’insorgenza di malattie croniche), malattie cardiovascolari (rappresentano la prima causa di morte nel mondo e, nel 2012, sono state causa di una media di circa 17,5 milioni di decessi), e tabacco (responsabile del decesso di oltre 5 milioni di decessi tra i fumatori e di oltre 600 mila tra i non fumatori, come risultato dell’esposizione al fumo passivo).

 

(3 marzo 2016) World Salt Awareness Week 2016

Si svolge dal 29 febbraio al 6 marzo la settimana mondiale per la riduzione di sale promossa dalla Wash (World Action on Salt & Health), associazione internazionale con partner in 95 Paesi dei diversi continenti. L’iniziativa, in linea con gli obiettivi del programma nazionale Guadagnare Salute e con il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018, mira a sensibilizzare i consumatori sulla presenza di sale nascosto in molti alimenti e a coinvolgere l’intera comunità (decisori, industria, settore della ristorazione, professionisti della salute) nell’impegno verso la riduzione del consumo di sale. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’uso di non più di 5 grammi di sale al giorno (g/die) per la popolazione adulta, che corrisponde a non oltre 2000 mg di sodio. Questo valore, secondo i dati dell’Iss, coincide con circa la metà dell’attuale consumo medio individuale di sale in Italia: negli uomini 10,6 g/die, nelle donne 8,2 g/die (la distribuzione non varia nelle diverse fasce di età, diminuendo leggermente solo tra i più anziani; inoltre, il consumo di sale risulta maggiore nelle Regioni del Sud rispetto al Nord e al Centro Italia). Inoltre, è importante ricordare che le fonti di sodio nell'alimentazione si distinguono in discrezionali (il sodio contenuto nel sale aggiunto ai cibi in cucina o a tavola, circa il 36% del consumo abituale ) e non discrezionali (il sodio contenuto naturalmente negli alimenti - circa il 10% - o aggiunto nelle trasformazioni artigianali, semi-industriali o industriali 54% del consumo abituale). Il sale aggiunto nelle trasformazioni artigianali o industriali comprende non solo gli alimenti “salati”, cioè formaggi, insaccati e salumi, ma anche altri prodotti, cioè biscotti, cereali e dolci. Meno dell’11% dell’industria utilizza sale iodato (dati Iss del 2011). Dunque un’iniziativa che riporti l’attenzione sulla necessità di ridurre il cosiddetto “sale nascosto” risulta molto importante a livello di sanità pubblica. Per approfondire leggi la presentazione dell’iniziativa sul sito del ministero della Salute.