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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Eliminare morbillo e rosolia congenita: le azioni da mettere in campo



a cura di Marta Ciofi degli Atti, reparto malattie infettive, Centro nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto superiore di sanità e Loredana Vellucci, direzione generale della prevenzione sanitaria, Ministero della Salute


Il 13 novembre la Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano di Eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita; questo documento è quindi ora un accordo formale tra il Ministero della salute, le Regioni e le Province Autonome.
Il percorso di redazione del Piano è stato un’esperienza inedita in Italia; la stesura iniziale infatti è stata discussa un anno fa durante una Conferenza di Consenso,  cui hanno partecipato le Regioni e Province Autonome, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, insieme ai  rappresentanti del mondo pediatrico e degli igienisti italiani. Grazie ai lavori della Conferenza si è arrivati ad un documento condiviso, che identifica le azioni necessarie per raggiungere l’eliminazione sia del morbillo che della rosolia congenita, in accordo con quanto previsto dalla Regione Europea dell’OMS e dal Piano Sanitario Nazionale.

La strategia di vaccinazione del Piano prevede i seguenti punti:
raggiungere e mantenere nel tempo coperture vaccinali entro i 2 anni per una dose di MPR > 95%.

  • Vaccinare sia i bambini oltre i 2 anni di età che gli adolescenti ancora suscettibili, effettuando una attività straordinaria di recupero rivolta ai bambini che frequentano le scuole elementari e medie, durante gli anni scolastici 2003-2004 e 2004-2005.

  • Introdurre la seconda dose di MPR.

  • Sono inoltre previste delle strategie mirate per la eliminazione della rosolia, con azioni rivolte alle donne in età fertile o in gravidanza e al personale esposto ad un elevato rischio professionale, basate sulla valutazione della immunità e la vaccinazione delle donne ancora suscettibili .

 

Per quanto riguarda il primo punto, vale la pena di ricordare che risultati della indagine ICONA 2003, (link alla pagina ICONA) mostrano una stima di copertura nazionale per MPR nei bambini tra i 12 e i 24 mesi pari al 77%. Rispetto al 1998, la media nazionale è aumentata del 25% circa, e grazie all’incremento delle coperture vaccinali osservato in tutte le regioni del centro-sud, il divario tra aree geografiche si è notevolmente ridotto. Tuttavia, nessuna Regione ha raggiunto, in questa fascia di età, coperture superiori al 90%. Per questo, il Piano sottolinea la necessità di attuare tutte le azioni che hanno dimostrato evidenza di efficacia nell’aumentare le coperture vaccinali, tra cui la gratuità e l’offerta attiva.
Inoltre, il Piano delinea tra le principali azioni necessarie per ottenere il raggiungimento degli obiettivi:

  • La realizzazione di anagrafi vaccinali informatizzate, senza le quali è impossibile documentare lo stato vaccinale di ogni individuo ed identificare i candidati alla vaccinazione.

  • Il miglioramento della sorveglianza del morbillo, della rosolia e della rosolia congenite così come delle reazioni avverse a vaccino.

  • La conduzione di un programma di formazione rivolto a tutti gli operatori interessati.

  • La effettuazione di una adeguata campagna di informazione e comunicazione rivolta alla popolazione.

Le attività previste coprono un arco di 5 anni, dal 2003 al 2007; all’indomani della estesa epidemia di morbillo che ha colpito il Paese, cominciamo quindi un cammino per arrivare a sconfiggere queste malattie. Il sistema sanitario italiano ha già raggiunto questo traguardo per altre temibili malattie prevenibili con le vaccinazioni, come la poliomielite e la difterite. Abbiamo perciò le potenzialità per raggiungere anche questo traguardo e l’accordo tra Stato e Regioni fornisce la cornice per attuare tutte le misure necessarie.

Il successo delle strategie vaccinali è sempre un successo di squadra, e la stesura condivisa del Piano è stato l’avvio ideale per cominciare a lavorare insieme. Adesso che il processo è avviato, ed è delineato chiaramente in tutti i suoi passi, non dobbiamo perdere di vista le numerose figure professionali coinvolte, tra cui gli operatori dei servizi vaccinali, i pediatri, i medici di famiglia, i ginecologi e le ostetriche.

L’identificazione di referenti regionali, la messa a punto di un programma di formazione comune  (link alla pagina del 5 giugno 2003) da condurre “a cascata” in tutte le Regioni, la valutazione in corso d’opera dei risultati raggiunti e l’identificazione dei punti critici saranno quindi componenti fondamentali del successo del Piano.