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ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Napoli, 24-25 settembre 2009

25 settembre 2009

 

Ore 9.00 - 11.00

 

Negli ultimi anni, grazie alla spinta fornita dalla Legge 138/2004 “Interventi urgenti per fronteggiare situazioni di pericolo per la salute pubblica” e dal Piano nazionale della prevenzione, in Italia sono stati fatti notevoli progressi nei programmi di screening oncologici. Rimane tuttavia una rilevante disomogeneità sul territorio nazionale nell’offerta di programmi organizzati di screening. Inoltre le indagini Istat e il sistema di sorveglianza Passi mostrano come esista una quota di prevenzione individuale, maggiormente rilevante nel caso dello screening cervicale e, in alcune Regioni, che si accompagna allo screening organizzato. Questa considerazione deve preoccupare o rassicurare? Le persone che effettuano la prevenzione individuale hanno gli stessi vantaggi e svantaggi rispetto al programma organizzato? È possibile creare una sinergia tra offerta organizzata e offerta spontanea a livello regionale? E, in questo caso, non diventerebbero ancora più necessarie valutazioni di impatto della diagnosi precoce, oltre a quelle tradizionali di estensione, adesione?

 

In secondo luogo per i tumori appare sempre più necessario disporre di strategie comprehensive, capaci di dispiegare tutti gli interventi efficaci come la prevenzione primaria, la diagnosi precoce, il trattamento adeguato e il follow up. Anche i sistemi informativi dovrebbero poter consentire letture comprehensive: rischi, estensione e adozione delle misure di prevenzione, incidenza e prevalenza, sopravvivenza, trattamenti e mortalità. È giunto il momento di letture integrate?

 

 

Moderatori: Antonio Federici, Renato Pizzuti

Commento

Il programma di screening è un percorso da organizzare dal punto di vista del cittadino/utente/paziente e finalizzato al raggiungimento di obiettivi evidence based.

Per questo è fondamentale avere informazioni di qualità: l’utilizzo di questi dati deve essere finalizzato a interventi operativi di miglioramento.

 

La possibilità di usare le informazioni disponibili dipende dalla disponibilità di un modello teorico che concettualizzi, in un “sistema di relazioni”, l’insieme delle variabili indagate e da indagare. Questo modello deve essere costruito nella prospettiva di poter intervenire sulle cause modificabili di adesione ai programmi, che rimane obiettivo prioritario (“informazione per l’azione”).

 

Le fonti informative principali sugli screening hanno caratteristiche e significato diverso:

  • sistema informativo screening: raccoglie informazioni di processo e fornisce gli output della fase organizzativa, rileva anche early outcomes (per esempio, gli interventi chirurgici per la mammella)
  • sistema di sorveglianza Passi: raccoglie dati riferiti, fornisce la copertura di popolazione complessiva nonché l’adesione ai programmi organizzati e quella spontanea, analizza i determinanti dell’adesione. Il dettaglio delle informazioni raccolte è quello aziendale e la cadenza annuale, utile per la definizione e la programmazione delle strategie d’intervento a livello locale
  • multiscopo Istat: raccoglie dati riferiti sulla copertura e i determinanti dell’adesione. La cadenza è quinquennale e il dettaglio è nazionale e regionale. A ottobre 2009 non sono disponibili dati per lo screening colorettale
  • studi di valutazione (Impatto): consentono di valutare l’obiettivo di salute raggiunto nella popolazione.

In particolare, nelle relazioni presentate durante la sessione è emerso che:

  • gli studi di valutazione condotti relativamente allo screening mammografico confermano l’efficacia dello screening nel ridurre la mortalità nella popolazione target (diminuzione del 25% su tutta la popolazione e del 50% nelle donne sottoposte a screening)
  • l’adesione allo screening cervicale e mammografico raggiunge i livelli desiderabili nelle Regioni del Nord e del Centro, mentre è più bassa nelle Regioni meridionali; lo screening colorettale raggiunge valori accettabili solo in poche regioni del Nord
  • la quota di adesione spontanea, al di fuori dello screening organizzato è maggiore nello screening cervicale (dove raggiunge il 50%) e minore in quello mammografico (25%), con valori maggiori nelle Regioni con minore estensione degli screening organizzati
  • le strategie di intervento di promozione degli screening (lettera della Asl, consiglio dell’operatore sanitario e campagna informativa) sono percepite come importanti per l’effettuazione dell’esame e si mostrano efficaci, soprattutto se associate tra loro come avviene tipicamente all’interno dei programmi organizzati
  • gli screening organizzati sono maggiormente efficaci: infatti nelle Regioni in cui i programmi sono estesi, l’adesione alle Linee Guida nella popolazione target è sensibilmente maggiore
  • emergono alcuni sottogruppi di popolazione a rischio di minor adesione (persone con difficoltà economiche, basso titolo di studio, cittadinanza straniera)
  • la disponibilità di dati integrati anche a livello aziendale supporta la programmazione e la valutazione dei programmi (come l’esperienza presentata Regione Puglia)
  • è necessario fare un “piano della comunicazione” dei dati integrati dei sistemi, individuando anche le modalità migliori per favorire ed accrescere l’adesione nella popolazione target (come l’esperienza presentata regione Umbria).

In conclusione i dati disponibili sono numerosi e di buona qualità; una lettura integrata delle informazioni disponibili consente di valutare nella popolazione target la presenza di fragilità e diseguaglianze, elementi importanti per orientare gli interventi di miglioramento in particolare a livello locale. Inoltre, sarebbe opportuno, per il futuro, procedere verso una valutazione preventiva degli obiettivi conoscitivi da perseguire con l’insieme dei flussi, per esempio con la convocazione di un workshop), considerando anche che il sistema di sorveglianza Passi, per la sua flessibilità, può essere candidato a esplorare anche ambiti ulteriori e diversi.

 

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