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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Fertilità: Via col tempo… e attenti allo stile di vita

Nelle donne la capacità riproduttiva è fortemente legata all’età: tra i 20 e 24 anni raggiunge il picco massimo e poi gradualmente diminuisce. Uno studio di coorte olandese ha calcolato che dopo i 30 anni la probabilità di dare alla luce un figlio diminuisce ogni anno del 3,5% [1].

 

In Italia, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, la decisione di “mettere su famiglia” viene sempre più posticipata e questo è da attribuire anche al cambiamento socio-culturale che ha indotto la donna a privilegiare gli studi e la carriera piuttosto che la maternità [2]. Le indagini Istat dicono che, intorno agli anni ’80, l’età media della madre al primo figlio era stabile intorno ai 25 anni e che poi è andata progressivamente aumentando fino ad arrivare, oggi, ai 30 anni.

 

Per curare l’infertilità, si ricorre sempre di più alle tecniche di riproduzione assistita e anche in questo caso l’età gioca un ruolo fondamentale, poiché il buon esito delle cure dipende dal numero di ovociti che la donna possiede e dalla qualità degli stessi, condizioni che peggiorano all’avanzare dell’età.

 

I dati elaborati dal Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita (Pma) del Cnesps - Istituto superiore di sanità sottolineano che in 5 anni di monitoraggio, l’età media delle donne che si sono rivolte ai centri di Pma italiani è passata da 35 nel 2005 a 36 nel 2009 e che la percentuale del numero dei trattamenti eseguiti è aumentata nelle fasce delle pazienti con età superiore ai 40 anni (parte blu e parte rossa della figura1).

 

Figura1: distribuzione dei trattamenti eseguiti per classi di età delle pazienti. Anni 2005–2009

 

Pertanto, la crescente propensione delle donne a far ricorso alla procreazione medicalmente assistita in età più avanzata influenza significativamente il buon esito delle cure. Come evidenziato dalla figura 2, la percentuale delle gravidanze ottenute per ogni trattamento eseguito varia dal 30,5% nelle donne più giovani al 7,4% nelle pazienti quarantenni o di età più adulta.

 

Figura 2: percentuali di gravidanze ottenute per trattamento eseguito, diviso per la tecnica usata, secondo le classi di età delle pazienti. Anno 2009

 

Per di più, con l’avanzare dell’età aumenta il rischio sia di aborto spontaneo/terapeutico che di gravidanza ectopica e di morte intrauterina (19,4% vs 65,2%) .

 

Se da un lato i progressi della medicina della riproduzione hanno compiuto passi da gigante per la cura delle patologie dell’infertilità, di fatto l’età delle pazienti che si sottopongono a questi trattamenti resta un ostacolo ai fini del buon esito delle cure.

 

Inoltre, altri fattori di rischio che condizionano negativamente la fertilità femminile sono riconducibili allo stile di vita adottato (fumo, alcol, alimentazione non corretta). Da uno studio prospettico il rischio relativo di non arrivare “al bimbo in braccio”, calcolato su coppie di fumatori che si sono rivolte alla fecondazione artificiale, rispetto a quelle di non fumatori, è stato di RR 3,76 (95%CI=1,40-10,03) [3]. Per quanto riguarda il consumo di alcol, numerosi sono stati gli studi eseguiti. Tra i molti, uno in particolare ha considerato il consumo di alcol come fattore primario per l’insuccesso dei trattamenti di fecondazione artificiale, indicando un’associazione sfavorevole tra il bere alcol e una minore probabilità di ottenere una gravidanza, nonché un maggior rischio di aborto (OR 2,86, 95%CI 0,99-8,24 P=0.05; OR 2,2 95% CI 1,09-4,49 P=0,03) [4]. Infine, per quanto attiene alla non corretta alimentazione, è stato dimostrato che le donne obese hanno una probabilità tre volte più alta di essere infertili e un rischio di aborto più elevato (OR 0,71 95% CI 0,62-0,81; 1,53, 95% CI 1,27-1,84) [5].

 

Alla luce di tutto questo e considerato il rilievo che l’esperienza di un figlio assume nella vita della donna e della coppia, il progetto della maternità non può non tener conto dell’età in cui si decide di diventare genitori e dell’incidenza dello stile di vita sulla preservazione della fertilità.

 

 

Riferimenti

  • van Noord-Zaadstra BM et al, Delaying childbearing: effect of age on fecundity and outcome of pregnancy. BMJ. 1991 Jun 8;302(6789):1361-5
  • ESHRE Capri Workshop Group 23, Social determinants of human reproduction. Hum Reprod. 2001 Jul;16(7):1518-26. Review
  • Klonoff-Cohen H et al, Effects of female and male smoking on success rates of IVF and gamete intra-Fallopian transfer. Hum Reprod. 2001 Jul;16(7):1382-90
  • Klonoff-Cohen H et al, Effects of maternal and paternal alcohol consumption on the success rates of in vitro fertilization and gamete intrafallopian transfer. Fertil Steril. 2003 Feb;79(2):330-95.
  • Maheshwari A et al, Women's awareness and perceptions of delay in childbearing. Fertil Steril. 2008 Oct;90(4):1036-42. Epub 2007 Oct 1

 

Data di creazione della pagina: 7 marzo 2012

Revisione a cura di: Paola D'Aloja - Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita (Pma), Cnesps-Iss