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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Europa: salute infantile e ambiente

Il rapporto “Salute infantile e ambiente in Europa: valutazione di base” dell’Oms fa il quadro sullo stato della salute infantile europea in relazione ai fattori ambientali nel quinquennio tra il 2000 e il 2005. I dati forniti sono funzionali all’attuazione delle politiche sanitarie che fanno parte del Piano d’azione europeo sulla salute infantile e l’ambiente: Children’s Environment and Health Action Plan for Europe (Cehape).

 

Il documento appartiene a un più ampio progetto di sistema informativo paneuropeo sulla salute ambientale: European Environment and Health Information System (Ehis) che intende proporsi come standard per monitorare e promuovere le politiche sanitarie pubbliche europee sulla base di prove di evidenza complessive. Il lavoro, svolto in collaborazione con gli Stati membri e rivolto a decisori politici, professionisti della sanità pubblica ed epidemiologi, mira a fare da punto di riferimento per la valutazione dei risultati delle deliberazioni della conferenza di Budapest del 2004 in vista della quinta conferenza ministeriale su salute e ambiente in programma per il 2009.

 

Il rapporto tra salute infantile e ambiente è analizzato secondo le quattro priorità individuate nel Piano d’azione elaborato a Budapest:

  • ridurre significativamente morbidità e mortalità con misure che garantiscano l’accesso da parte dei bambini a fonti d’acqua sicura dal punto di vista sanitario
  • prevenire e ridurre la mortalità infantile dovuta a eventi accidentali e ridurre la morbidità per mancanza di politiche di promozione dell’attività fisica per i minori
  • prevenire e ridurre l’incidenza di malattie respiratorie a causa dell’inquinamento atmosferico e domestico e contribuire a ridurre la frequenza di attacchi d’asma spesso legati a cause analoghe
  • ridurre il rischio di malattie legate all’esposizione a sostanze chimiche nocive, come i metalli pesanti, ad agenti fisici (per esempio gli eccessivi rumori) e biologici. Ridurre il rischio di patologie dovute ad ambienti di lavoro rischiosi durante la gravidanza, l’infanzia e l’adolescenza.

La raccolta dei dati si basa sull’analisi di 26 indicatori selezionati sulla base della loro rilevanza e attendibilità scientifica ed evidenzia una forte disparità nelle condizioni ambientali di interesse sanitario sia tra i diversi Paesi europei sia all’interno dei singoli Stati membri.

 

Risorse idriche e infortuni

Per quanto riguarda l’accesso alle risorse idriche, mentre nell’Europa occidentale

quasi tutta la popolazione dispone ormai da decenni di una fornitura di acqua purificata, nelle zone dell’Europa orientale l’accesso è spesso negato, e a questo si aggiungono forti disparità tra zone urbane e zone rurali. In molti di questi Paesi meno del 30% delle abitazioni rurali dispone di acqua potabile e più del 50% della popolazione vive in abitazioni prive di servizi sanitari. A causa di patologie legate al contatto con acqua impura nel 2001 sono morti oltre 13.500 bambini sotto i 14 anni, la maggior parte dei quali nell’Est europeo e nell’Asia centrale. Inoltre, l’accesso a fonti d’acqua potabile non ha impedito la diffusione di epidemie dovute alla contaminazione dell’acqua a causa di guasti nelle tubature o alla grande diffusione di piccoli prelievi incontrollati. Bisogna poi tener conto che molti focolai sfuggono a questa stima per la mancanza di accuratezza e precisione dei sistemi di monitoraggio e sorveglianza dei Paesi colpiti.

 

Gli infortuni accidentali sono tra le maggiori cause di morbidità e mortalità tra i bambini e gli adolescenti: cadute, ustioni, affogamenti e avvelenamenti provocano la morte di oltre 75 mila bambini e adolescenti ogni anno, di cui 32 mila a causa di incidenti stradali. La valutazione evidenzia ancora una volta una forte disparità tra la parte occidentale e l’Est europeo, con percentuali di gran lunga più alte, fino a tassi di mortalità otto volte superiori.

Le differenze dimostrano come una prevenzione efficace sia effettivamente possibile e indicano l’urgenza di estendere le misure preventive e le politiche di sicurezza dei trasporti a tutti gli Stati membri. Inoltre un ambiente sano che incoraggi il movimento e l’esercizio fisico è importante per la salute e la prevenzione dell’obesità: la percentuale dei bambini sovrappeso oscilla tra il 5% e il 35%, con i tassi più alti nei Paesi occidentali.

 

Inquinamento e sicurezza del cibo

Un’ulteriore grave minaccia alla salute dei bambini proviene dall’inquinamento atmosferico sia negli ambienti chiusi sia all’aperto, responsabile delle malattie respiratorie. La loro incidenza varia moltissimo a livello europeo con Paesi fino a 100 volte più colpiti rispetto ad altri. È sull’inquinamento che bisogna agire principalmente per prevenire asma e infezioni respiratorie. La mortalità dovuta a infezioni respiratorie è più alta nella parte orientale, mentre non si può dire lo stesso per le malattie allergiche. Per quanto riguarda l’inquinamento degli ambienti esterni, quasi il 90% dei residenti nei centri urbani sono esposti a un inquinamento atmosferico che supera il livello indicato dalle linee guida dell’Oms. Secondo l’Oms questi dati sono da considerare ancora validi, vista l’assenza di cambiamenti sostanziali, nonostante l’incremento delle politiche attuali dovrebbe ridurre la contaminazione dell’aria nei prossimi dieci anni.

Esiste una chiara correlazione causale tra l’esposizione a Pm10 e l’insorgere di asma, tossi e bronchiti: gli effetti del particolato, generato da numerose attività umane (trasporti, produzione elettrica, riscaldamento domestico e industrie) sulla salute infantile sono visibili in tutte le città europee.

 

La principale causa di inquinamento domestico, invece, sono i prodotti gassosi derivanti dalla combustione di carburanti solidi, ma non vanno dimenticati il fumo passivo che circa la metà dei bambini europei deve respirare quotidianamente e i problemi di polvere, che aggravano l’asma.

 

Per quanto riguarda l’ultima delle priorità del Piano d’azione, i dati disponibili sono frammentari e relativi a un numero ridotto di Stati.

L’esposizione a sostanze chimiche nocive e ad agenti fisici e biologici copre una vasta gamma di problematiche e si articola in quattro temi d’interesse sanitario: la leucemia infantile, l’esposizione alle radiazioni ultraviolette, la sicurezza del cibo e la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. In Europa si registrano 6 mila nuovi casi di leucemia infantile ogni anno, in prevalenza nei Paesi ricchi, e 2400 decessi: nei Paesi più poveri, dove minore è l’incidenza, diminuisce però la possibilità di sopravvivenza. Non sono al momento disponibili politiche sanitarie pubbliche per ridurre sostanzialmente l’incidenza della patologia.

 

L’esposizione alle radiazioni ultraviolette è un fattore di rischio per numerose malattie nell’età adulta, inclusi il melanoma e altri tumori alla pelle, particolarmente diffusi nel Nordeuropa.

Una misura preventiva fondamentale consiste nella salvaguardia della fascia di ozono: molti Paesi europei hanno vietato l’uso di diversi prodotti dannosi per la fascia di ozono e il miglioramento del Protocollo di Montreal rappresenta una delle più importanti priorità nella politica ambientale.

 

La sicurezza del cibo è fondamentale per una buona salute: le sostanze chimiche più rischiose presenti negli alimenti dei bambini sono i metalli pesanti (specialmente piombo e mercurio metile) e i composti diossina-simili.

Molti, infine, sono gli infortuni sul posto di lavoro che coinvolgono bambini, ma si ignorano le reali proporzioni del problema, da combattere con una legislazione ferrea e un monitoraggio molto attento della sicurezza.

 

Il problema maggiore incontrato dall’Oms consiste nel fatto che solo pochi sistemi di monitoraggio forniscono dati specifici per l’infanzia. Il sistema informativo paneuropeo per la salute ambientale, infine, può essere integrato a livello nazionale da indicatori aggiuntivi e specifici che corrispondano ai particolari bisogni e alle politiche dei diversi Paesi.

 

Guarda il sito European Environment and Health Information System.