Le nascite nel Lazio: rapporto 2003
Il
	rapporto dell’Agenzia di sanità pubblica relativo al 2003 ha come scopo 
	principale quello di fornire, a tutti coloro che sono impegnati nel settore 
	della salute materno-infantile, un insieme di dati perinatali affidabili e 
	aggiornati Un presupposto, questo, indispensabile per la conoscenza delle 
	aree dove è maggiormente necessario un impegno di ricerca epidemiologica e 
	di interventi di programmazione sanitaria. Permette, inoltre, di evidenziare 
	i miglioramenti che si sono ottenuti nel Lazio e i settori critici su cui 
	ancora si deve lavorare. Si tratta di una pubblicazione ormai “storica” per 
	la Regione, che analizza dal 1982 un fenomeno fondamentale per le sue 
	implicazioni demografiche, sociali e sanitarie.
	
	Dalla metà degli anni Novanta, la natalità nel Lazio è in leggera ripresa, 
	anche grazie a un aumento del fenomeno migratorio. Dal 1994, infatti, la 
	quota di nati da donne nate all’estero è aumentata dal 6% al 18% del 2003. 
	La maggioranza di queste donne proviene da Paesi a economia in via di 
	sviluppo, con una forte prevalenza di donne dell’Europa dell’Est.
	
	Attualmente nascono 50 mila bambini ogni anno e i miglioramenti 
	dell’assistenza in gravidanza, al parto e nel periodo neonatale hanno 
	portato a una marcata diminuzione della morbosità e mortalità materna e 
	infantile. Sempre più le gravidanze a rischio vengono indirizzate verso le 
	strutture dove sono presenti attrezzature per un’assistenza adeguata per la 
	mamma e il neonato. Inoltre si è assistito alla chiusura di alcuni punti 
	nascita con un volume di attività troppo ridotto per gli standard 
	raccomandati a livello nazionale e internazionale.
	
	Tuttavia, permangono ancora disuguaglianze negli esiti alla nascita 
	associate con condizioni socioeconomiche più disagiate. Più alta è la 
	percentuale di neonati pretermine e di basso peso alla nascita tra i neonati 
	riconosciuti da nessuno o da un solo genitore, o da quelli con madri con 
	bassi livelli di istruzione o straniere. Inoltre continua ad aumentare il 
	ricorso al taglio cesareo, nonostante l’impegno da parte della Regione di 
	attuare iniziative per un suo uso appropriato.
	
	Attraverso il ritorno dell’informazione a coloro che raccolgono i dati e la 
	discussione dei risultati tra gli operatori, l’Agenzia di sanità Pubblica 
	della Regione Lazio si augura di aver fornito con questo rapporto uno 
	strumento utile agli operatori e operatrici del Sistema sanitario regionale 
	che giornalmente si impegnano nell’assistenza ostetrica e neonatale alle 
	mamme e ai bambini, per verificare il lavoro svolto e promuovere il 
	miglioramento dei servizi.
