L’offerta vaccinale per i migranti nei Paesi Ue/See
Negli ultimi anni diversi Paesi dell’Unione europea (Ue) e dello Spazio economico europeo (See) hanno registrato un flusso migratorio proveniente da Paesi a basso e medio reddito. L’esperienza migratoria, la permanenza in centri di accoglienza sovraffollati, la difficoltà nell’accedere ai servizi sanitari, oltre alla interruzione o mancata immunizzazione in alcuni Paesi di origine, possono rendere i migranti maggiormente vulnerabili e aumentare il rischio di contrarre malattie infettive, comprese quelle prevenibili con i vaccini.
Nell’ambito del progetto Venice (Vaccine European New Integrated Collaboration Effort), nel 2018, l’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), ha condotto un‘indagine in 30 Paesi Ue/See per analizzare le politiche e pratiche di immunizzazione rivolte a migranti irregolari, rifugiati e richiedenti asilo. Alla survey hanno partecipato 29 nazioni e dai risultati – pubblicati su Vaccine ad agosto 2019 – emerge che 28 dei 29 Paesi hanno politiche di immunizzazione rivolte ai migranti; le strategie adottate sono generalmente in linea con le raccomandazioni internazionali; in 27 Paesi su 28 si offrono ai bambini/adolescenti tutte le vaccinazioni incluse nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale, mentre le politiche di vaccinazione rivolte ai migranti adulti variano notevolmente da Paese a Paese; la raccolta e i flussi di dati sulle vaccinazioni effettuate sono molto eterogenei; la maggior parte dei Paesi non raccoglie dati sulle coperture vaccinali tra i migranti.
La conoscenza delle politiche sanitarie per l’offerta vaccinale rivolta ai migranti e le relative pratiche nei Paesi dell’Ue/See rappresenta una risorsa strategica per rispondere adeguatamente ai loro bisogni di salute.
Risorse utili
- leggi l’articolo completo su Vaccine: “Immunisation of migrants in EU/EEA countries: Policies and practices”.