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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Farmaci e immigrati



A cura del reparto di Farmacoepidemiologia, Cnesps-Iss

 

21 febbraio 2013 - Promuovere l’appropriatezza in ambito clinico e favorire l’accesso tempestivo di tutti i cittadini alle prestazioni efficaci sono gli obiettivi di un Servizio sanitario che, in un periodo di risorse economiche limitate, persegua l’universalità nella soddisfazione dei bisogni di salute. Una particolare attenzione va riservata alle popolazioni cosiddette fragili, si pensi agli anziani con pluripatologie, per i maggiori rischi di inappropriatezza e di mancato accesso alle prestazioni efficaci. Anche la popolazione immigrata, sebbene più giovane di quella italiana, presenta evidenti elementi di fragilità, in ragione dei livelli di reddito, delle difficoltà di inserimento e della maggiore precarietà della rete di sostegno.

 

Nel nostro Paese la presenza degli immigrati è aumentata in particolare nell’ultimo decennio. I dati dell’Istat indicano che nel 2011 i cittadini stranieri residenti (con regolare permesso di soggiorno) erano oltre 4,5 milioni, pari al 7,5% della popolazione, con una maggiore presenza nelle Regioni del Nord e del Centro (circa 87% del totale). Tenuto conto del maggiore tasso di natalità i bambini stranieri rappresentano il 13,9% del totale dei nati da residenti in Italia.

 

L’uso di farmaci tra la popolazione immigrata

È importante caratterizzare il profilo di salute di questa popolazione allo scopo di migliorare le politiche di offerta dei servizi. La disponibilità di flussi informativi ben consolidati sulle prescrizioni farmaceutiche può fornire indicazioni utili per descrivere le condizioni di salute e l’accesso alle prestazioni sanitarie, in un contesto, qual è quello territoriale, finora poco studiato in questa popolazione.

 

Diverse istituzioni e società scientifiche (Società italiana di farmacia ospedaliera, Società italiana di medicina delle migrazioni, Cineca, Consorzio Mario Negri Sud e Istituto superiore di sanità) hanno collaborato al progetto di un’analisi della prescrizione farmaceutica nella popolazione immigrata. A questo scopo è stata costituita una banca dati delle prescrizioni farmaceutiche, nella quale sono raccolti i dati relativi alla popolazione di 32 Asl italiane (le Asl afferenti al progetto Arno coordinato dal Cineca e le Asl della Regione Umbria).

 

La popolazione immigrata (residente nelle Asl selezionate) è stata identificata sulla base delle informazioni riguardanti la cittadinanza e il Paese di nascita (desunto dal codice fiscale) e, in particolare, sono stati identificati i cittadini di Paesi a forte pressione migratoria (Pfpm) nati all’estero o in Italia. Per ciascun assistibile di questa coorte è stato selezionato, in maniera casuale, un cittadino italiano appaiato per età, sesso e comune di residenza.

 

I dati del Rapporto OsMed 2011

Una prima analisi di queste informazioni è stata pubblicata all’interno del Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia nel 2011 (pdf 3,3 Mb) a cura dell’OsMed. Nel rapporto sono stati presentati i primi risultati riferiti a una popolazione di circa 600 mila assistibili. Il 50% della popolazione immigrata e il 58% di quella italiana hanno ricevuto almeno una prescrizione nel corso dell’anno, con un’età mediana degli utilizzatori (35 anni) e un rapporto maschi/femmine (0,84) sovrapponibili.

 

Nelle fascia d’età tra 15 e 65 anni le donne immigrate hanno un maggior consumo di farmaci rispetto agli uomini. Nei bambini la prevalenza d’uso è di circa il 60% per entrambe le coorti.

I farmaci antibatterici sono la categoria terapeutica con i maggiori livelli di esposizione (la prevalenza d’uso è rispettivamente 33% e 38% negli immigrati e negli italiani). In categorie terapeutiche con un utilizzo cronico, come ad esempio i farmaci cardiovascolari, la prevalenza e l’intensità d’uso sono simili nelle due coorti (rispettivamente 7% negli immigrati e 8% negli italiani; 435 dosi per utilizzatore negli immigrati e 474 dosi negli italiani). Questi dati indicano che una volta identificato il problema, le modalità di prescrizione non risultano, come auspicabile, influenzate dalla cittadinanza.

 

Farmaci e immigrati: rapporto sulla prescrizione farmaceutica in un Paese multietnico

Il 4 marzo 2013, nel corso del convegno “Prescrizione farmaceutica nella popolazione immigrata”, ospitato dall’Istituto superiore di sanità, viene presentato l’insieme delle analisi effettuate sull’uso dei farmaci negli immigrati e distribuito il volume curato dal gruppo di lavoro delle istituzioni e società scientifiche coinvolte nel progetto di ricerca.

 

Il convegno è incentrato sul discutere i dati di prescrizione con medici di medicina generale e pediatri, e con esperti del mondo del volontariato. La giornata è infatti un’occasione importante per parlare degli aspetti più rilevanti dell’assistenza farmaceutica: i confronti fra cittadini stranieri e italiani nel complesso della prescrizione; le analisi per categoria terapeutica; gli approfondimenti nella popolazione pediatrica e femminile; la variabilità fra Asl; le differenze nell’uso dei farmaci fra le diverse popolazioni straniere.

 

Nell’insieme i dati indicano che il Ssn garantisce un buon livello di accesso all’uso dei farmaci, con un livello di spesa che, tenuto conto dell’età giovane della popolazione immigrata, è molto contenuto. Le differenze che pure si osservano fra immigrati e italiani richiedono approfondimenti ulteriori, in quanto possono rappresentare bisogni non adeguatamente coperti oppure essere il tracciante di una diversa prevalenza di patologia. La conoscenza a livello regionale e di Asl sull’uso dei farmaci negli immigrati può fornire le basi per interventi mirati all’interno del Ssn.

 

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