Le nascite nel Lazio: il rapporto 2004-2005
Angela Spinelli, Arianna Polo, Domenico Di Lallo - Laziosanità, Agenzia di sanità pubblica
Nel 2005 i nati vivi nelle strutture pubbliche e private della regione Lazio sono stati 53.024 e 52.806 nel 2004, con un aumento delle nascite da donne straniere (19% di tutte le nascite nel 2005). Come nel resto d’Italia, negli anni si è verificato un aumento dell’età delle donne che hanno partorito: se negli anni ’80 le donne che alla nascita dei loro figli avevano un’età superiore a 34 anni erano circa il 10%, ora rappresentano il 27% del totale. Contemporaneamente si sono ridotte le nascite da donne sotto i 20 anni (da 5% nel 1982 a 1,5% nel 2005).
Molti sono i miglioramenti dell’assistenza in gravidanza, al parto e nel periodo neonatale (per esempio, chiusura di alcune maternità con un volume di attività ancora molto basso, invio delle gravidanze a rischio a strutture dove sono presenti attrezzature per un’assistenza adeguata per la mamma e il neonato) che hanno portato a una marcata diminuzione della morbosità e mortalità materna e infantile. Per studiare meglio quest’ultimo aspetto, rispetto agli anni precedenti è stata aggiunta al rapporto una sezione dedicata al neonato patologico.
Tuttavia, permangono ancora diseguaglianze negli esiti alla nascita, associate a condizioni socioeconomiche più disagiate. Per esempio, è più alta la percentuale di neonati pretermine e di basso peso alla nascita tra i neonati riconosciuti da nessuno o da un solo genitore, o da quelli con madri con bassi livelli di istruzione o straniere. Inoltre continua ad aumentare il ricorso al taglio cesareo, nonostante l’impegno da parte della Regione di attuare iniziative per un suo uso appropriato.
Infine, rispetto agli anni precedenti è stato aggiunto un capitolo dedicato alla mobilità passiva extraregionale e le statistiche per ciascuna struttura.
Anche quest’anno, quindi, Laziosanità-Agenzia di sanità pubblica presenta una monografia dedicata alle nascite nel Lazio. Si tratta del 13° rapporto regionale su questo importante aspetto della salute materno infantile. Il ritorno dell’informazione a coloro che raccolgono i dati e la discussione dei risultati tra gli operatori sono infatti elementi essenziali per il miglioramento della qualità dei dati, per giustificare la loro raccolta e per individuare le aree dove sono maggiormente necessari interventi di sanità pubblica.