Alcohol Prevention Day 2025

L’Alcohol Prevention Day 2025, promosso dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (ONA-ISS) raggiunge la ventiquattresima edizione in un momento in cui gli effetti delle prolungate criticità sanitarie dell’era post COVID-19 e dell’impatto sistemico sulla collettività hanno fatto registrare un’esplosione di vulnerabilità e fragilità latenti. Situazioni che, per la loro complessità e per le inferenze sulla sfera della salute fisica e mentale, sin dalla fase post-lockdown, avevano richiamato la necessità e l’urgenza di una massimizzazione dell’impegno e un’attenzione alla prevenzione e all’esigenza di rinnovate prospettive di salute pubblica. Il tutto nell’ottica di valorizzare e intensificare l’identificazione precoce di importanti rischi volontari e comportamentali di cui il consumo di ‘alcol è il paradigma nell’ambito dell’ampia famiglia di quelle condizioni patologiche che, non a caso, la Classificazione Internazionale delle Malattie, XI edizione (ICD11) inserisce in un’unica categoria dei “Disturbi da uso di sostanze o da dipendenze comportamentali”, tutte condizioni di compromissione della salute mentale, verosimilmente le meno intercettate e le meno curate. Abitudini rischiose e dannose che hanno fatto breccia e dilagano in milioni di consumatori e in strati sempre più ampi di fasce vulnerabili di popolazione che richiedono e sollecitano strategie, azioni, iniziative e misure nazionali, regionali, locali atte, da un lato, a garantire una maggior tutela della salute rispetto alla disinformazione, concausa principale e incontrastata degli effetti negativi di comportamenti non ispirati a stili di vita e consumo salutari e, dall’altro, a spingere verso una rinnovata cultura sanitaria e sociale di sostegno alle scelte informate.
Le attività di ricerca e monitoraggio condotte dall’ONA-ISS nell’ambito dei progetti e consorzi europei e internazionali di ricerca, le attività di comunicazione e prevenzione continuano a essere tra le esperienze più rilevanti e di riferimento per l’Italia fornendo, attraverso la sorveglianza SISMA (SIStema di Monitoraggio Alcol-correlato), un importante contributo, di conoscenza e di valutazione dell’impatto dell’uso di alcol in Italia e nelle Regioni e, consequenzialmente, alla prevenzione del consumo rischioso e dannoso di alcol, dei disturbi da uso di alcol e dell’alcoldipendenza, le cui linee guida per il trattamento sono state recentemente pubblicate e rese disponibili dal Sistema linee guida ISS. Tali linee guida, che si rivolgono principalmente alle reti curanti, si affiancano alle iniziative di prevenzione scolastica e agli interventi nelle scuole, alla formazione IPIB (Identificazione Precoce e Intervento Breve) dei Disturbi da Uso di Alcol (DUA) dei professionisti e degli operatori del Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Anche per il 2025, l’ONA-ISS ha elaborato e analizzato, come da mandato del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM 3/3/2017), le informazioni e le basi di dati nazionali annualmente acquisite dalla Relazione del Ministro della Salute al Parlamento ai sensi della legge 125/2001, svolgendo attività di monitoraggio in coordinamento con l’Ufficio 6 Prevenzione delle dipendenze, doping e salute mentale, Ex Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute e in base a quanto previsto dal Piano Statistico Nazionale (di cui il monitoraggio ISS è SDE-Statistica Derivata) e dalle complesse attività del SISMA per la valutazione dell’implementazione delle politiche nazionali e regionali sull’alcol i cui dati confluiscono formalmente nelle survey e nei sistemi internazionali ed europei dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oltre che comunitari.
L’Alcohol Prevention Day (APD) 2025 si propone, come sempre, di agire da catalizzatore del dibattito sulle esperienze salienti che hanno trovato espressione nell’intero corso dell’anno e in particolare di aprile, Mese di Prevenzione Alcologica, da quelle promosse dal Ministero della Salute a quelle svolte in stretta collaborazione con la Società Italiana di Alcologia (SIA), l’Associazione Italiana dei Club Alcologici Territoriali (AICAT) ed Eurocare garantendo per il ventiquattresimo anno, la disponibilità di dati, esperienze e materiali di prevenzione atti a favorire e supportare una adeguata cultura di prevenzione basata sul contrasto alle fake news e su livelli più elevati possibili di tutela della salute, di consapevolezza e di responsabilità individuale e sociale. Il contributo delle relazioni da parte dei rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS), dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), del Ministero della Salute, dell’ISS, della SIA, dei partner afferenti al SSN e dei rappresentanti del privato sociale e dell’Associazionismo concretizza l’approccio multidimensionale di riferimento come risorsa per la collettività̀ rappresentando il nucleo fondante di azioni utili ad affrontare la sfida futura posta dall’evoluzione e dal maggiore impatto delle problematiche causate dall’alcol in funzione dei nuovi scenari epidemiologici ridisegnati dall’emergenza post-pandemica.
Grazie al gruppo di lavoro congiunto dell’ISS con la SIA, la disponibilità di position paper e di review amplia la base di evidenze di cui poter disporre per la necessaria e urgente integrazione del Piano Nazionale di Prevenzione e dei Piani regionali al fine di ispirare un nuovo “Piano Nazionale Alcol e Salute” capace di valorizzare la collaborazione con il mondo dell’auto e mutuo aiuto e contribuire a co-progettare gli ’interventi richiesti a livello nazionale, europeo e globale dalle strategie dell’OMS, delle Nazioni Unite, del Parlamento europeo.
Secondo l’OMS, nel mondo, 2,6 milioni di decessi sono annualmente attribuibili al consumo di alcol, di cui 2 milioni tra gli uomini e 0,6 milioni tra le donne. Le persone di età più giovane (20-39 anni) sono colpite in modo sproporzionato dal consumo di alcol: la percentuale più alta (13%) di decessi attribuibili all’alcol è verificata da anni, costantemente in questa fascia d’età. I più recenti dati disponibili sul consumo globale di alcol mostrano che circa 400 milioni di persone di età pari o superiore a 15 anni soffrono di disturbi legati all’abuso di alcol e circa 209 milioni soffrono di dipendenza da alcol.
Nonostante un costante aumento nel numero di nazioni che sviluppano politiche nazionali sull’alcol, numerose sono le segnalazioni di continue interferenze da parte dell’industria dell’alcol nello sviluppo di queste politiche. «I minori, i giovani, le donne e gli anziani rappresentano i target di popolazione più preoccupanti per consumi a rischio. Lo screening precoce sarebbe determinante come l’intervento breve di counselling motivazionale secondo il modello IPIB promosso dall’ISS e dal Ministero della Salute» commenta Emanuele Scafato, direttore dell’ONA-ISS. «L’accesso al trattamento per le persone con consumo dannoso di alcol e disturbi da uso di alcol (DUA) rimane molto basso con solo 64.856 alcoldipendenti in carico ai servizi del SSN rispetto ai 780.000 in necessità di trattamento» continua Scafato. Nel complesso, la percentuale di persone con disturbi da consumo di alcol in contatto con i servizi di trattamento varia da meno dell’1% a non più del 14% in tutti i Paesi in cui questi dati sono disponibili. In Italia solo il 7% dei pazienti in necessità di trattamento è preso in carico dai servizi territoriali. «L’Italia non ha raggiunto gli obiettivi volti a raggiungere una riduzione del consumo pro-capite di alcol, del consumo eccessivo episodico, del consumo dannoso di alcol e della mortalità, target previsti dal Piano d’azione globale sull’alcol dell’OMS, dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) e dal Piano globale di contrasto delle malattie non trasmissibili (NCDs) dell’OMS» conclude Scafato «il nostro Paese è in ritardo e in controtendenza rispetto ai risultati attesi e con incrementi dei consumi e dei consumatori dannosi con contestuale significativo ricorso a prestazioni sanitarie che non testimoniano la riduzione della morbilità causata dall’uso delle bevande alcoliche e della mortalità prevalente legata principalmente a oltre 10.000 casi di cancro evitabili e causati dal consumo anche moderato di alcol (tra i quali principalmente cancro del seno nelle donne, del colon-retto negli uomini). Per raggiungere obiettivi significativi di salute pubblica sono necessarie un’azione concertata da parte dei Paesi e un’efficace governance globale».
Le politiche e gli interventi pubblici volti a prevenire e ridurre i danni correlati all’alcol dovrebbero essere guidati e formulati da interessi di salute pubblica e basati su chiari obiettivi di salute pubblica e sulle migliori prove disponibili.
Lo scenario strategico
Nelle nuove strategie, l’“Action Plan (2022-2030) to effectively implement the Global strategy to reduce the harmful use of alcohol e l’European framework for action on alcohol (2022–2025)” l’OMS richiama i Governi a prevenire decessi e patologie alcol-correlate, come previsto dai SDGs delle Nazioni Unite che attendono, entro il 2025, la riduzione del 10% dei consumi dannosi (SDGs 3.5.2) e del consumo medio pro-capite, obiettivo che l’Italia non ha raggiunto, e l’incremento della copertura dei trattamenti farmacologici, bio-psico-sociali (SDGs 3.5.1), una vera sfida per il SSN per riuscire a diminuire l’impatto sociale e di salute dell’alcol e ridurre gli elevati costi che la società paga. Alle autorità nazionali di tutela della salute l’OMS chiede un rinnovato sforzo per incrementare i livelli di consapevolezza sui rischi legati al bere nell’evidenza che non esistono livelli sicuri per la salute di consumo di alcol. In particolare nell’ottica della lotta al cancro, per la quale la Risoluzione del Parlamento Europeo sull’EU “Beating Cancer Plan”, chiede strategia alcol zero per i minori, regolamentazione di pubblicità e sponsorizzazione e informazioni in etichetta. L’OMS chiede anche la diminuzione del marketing e della disponibilità fisica ed economica di tutte le bevande alcoliche tramite tassazione e politica dei prezzi per un Europa più sicura (SAFER).
Il convegno APD 2025
L’edizione 2025 dell’Alcohol Prevention Day (APD)approfondisce tutte le principali tematiche relative allo stato di implementazione delle strategie europee e globali presentando dati, tendenze, impatto epidemiologico, proiezioni ma anche condividendo le migliori pratiche della prevenzione che ancora manca e i materiali per la prevenzione condivisi con l’OMS, tradotti e adattati per la loro piena fruibilità nazionale. L’APD è sostenuto e finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito delle iniziative di comunicazione e prevenzione (Legge 125/2001) svolte e promosse in stretta collaborazione con la SIA, l’AICAT e Eurocare ITALIA che hanno garantito, attraverso i gruppi di lavoro congiunti e il Network dei Centri Alcologici Regionali delle Regioni Toscana e Liguria, le evidenze e i materiali di prevenzione atti a favorire e supportare una adeguata cultura di prevenzione basata su livelli più elevati di tutela della salute, di consapevolezza e di responsabilità individuale e sociale.
Il contributo dei rappresentanti dell’OMS, della OCSE, del Ministero della Salute, dell’ISS, della SIA e dei partner afferenti al SSN rappresentano il nucleo di fertilizzazione delle azioni utili ad affrontare la sfida futura posta dall’evoluzione e dal maggiore impatto delle problematiche causate dall’alcol, in funzione dei nuovi scenari epidemiologici ridisegnati dall’emergenza post-pandemica.
Per approfondire i dati e i materiali del convegno consulta:
- leggi il programma (pdf 486 kb) della giornata e vai alla pagina dedicata al convegno
- il Rapporto ISTISAN 25/5 “Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni. Valutazione dell’Osservatorio Nazionale Alcol sull’impatto del consumo di alcol ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute e del Piano Nazionale di Prevenzione. Rapporto 2025” (pdf 1,9 Mb)
- il documento “L’impatto dell’alcol in Italia. Sintesi dei dati. Anno 2023” (pdf 532 kb) a cura dell’ONA-ISS
- leggi il “Primo Piano”
- la “prefazione” (pdf 207 kb) del Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol al rapporto ISTISAN 25/5
- il documento “Implicazioni di salute pubblica per la prevenzione dei rischi e dei danni alcol-correlati e indicazioni per rinnovate politiche in Italia mirate alla salute per tutti” (pdf 339 kb) del Direttore dell’ONA - ISS, pubblicato nel Rapporto ISTISAN 25/5
- "Rafforzare le capacità dei difensori della salute pubblica per orientare le sfide della politica sull’alcol: il manuale per la politica sull’alcol” (pdf 1,2 Mb) la traduzione italiana e l’adattamento a cura dell’ONA-ISS del documento della WHO “Empowering public health advocates to navigate alcohol policy challenges: alcohol policy playbook", e l’approfondimento dei ricercatori ISS
- la consultazione online dei dati regionali e nazionale del sistema di monitoraggio alcol SISMA a cura dell’ONA-ISS, che include i target sensibili al rischio e al danno da alcol: la sezione del SISMA dedicata a giovani, donne e anziani
- le Linee guida sul trattamento del Disturbo da Uso di Alcol pubblicate nel Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) dell’ISS e l’approfondimento a cura dell’ONA-ISS
- il rapporto globale su Alcol e Salute e sul trattamento dei Disturbi da Uso di Sostanze dell’OMS e l’approfondimento a cura dei ricercatori dell’ONA-ISS
- il Piano d’Azione Globale sull’Alcol 2022-2030 dell’OMS e l’approfondimento a cura dell’ONA-ISS
- il documento della Commissione europea al Parlamento Europeo “Europe’s Beating Cancer Plan” e l’approfondimento a cura dell’ONA-ISS
- la campagna
REDEFINE dell’OMS con le infografiche in italiano “Alcol e
cancro” e i “templates” per i social media con l’approfondimento
dei ricercatori dell’ONA-ISS
- Materiali divulgativi in italiano
- Infografiche in jpg
- “La punta dell’iceberg” (jpg 761 kb)
- “I regali dell’alcol che non hai chiesto” (jpg 646 kb)
- Infografiche in pdf
- “La punta dell’iceberg” (jpg 761 kb)
- “I regali dell’alcol che non hai chiesto” (jpg 646 kb)
- Infografiche in jpg
- Schede per i social
- “Bere meno alcol può migliorare la tua memoria, qualità del sonno, e ridurre il tuo rischio di cancro.” (pdf, jpg)
- “Meno alcol significa una mente sgombra, senso di calma e l’opportunità di godere a pieno della propria vita.” (pdf, jpg)
- Lo sapevi? Bere anche piccole quantità di alcol aumenta il tuo rischio di cancro al seno. (pdf, jpg)
- Lo sapevi? Non importa cosa bevi. Birra, vino o amari possono tutti causare il cancro. (pdf, jpg)
- L’alcol causa 7 tipi di cancro inclusi il cancro del seno e del colon. (pdf, jpg)
- “Quando le persone bevono alcolici, possono perdere ricordi preziosi, e trattenere solo frammenti.” (pdf, jpg)
- “Senza alcol, mi sveglio con energia e con la mente libera, pronto a immergermi nella mia arte.” (pdf, jpg)
- “Ripensando alla mia formazione medica, mi rendo conto di quanto fosse scarsa in tema di alcol. Le informazioni erano superate, anche riguardo alcol e cancro.” (pdf, jpg)
- “Affrontare i danni legati all'alcol richiede più di un intervento medico; serve un cambiamento negli atteggiamenti sociali.” (pdf, jpg)
- “Quando le persone bevono alcol, l'atmosfera può cambiare così rapidamente, trasformando l'ambiente da divertente e inclusivo a minaccioso o pericoloso.” (pdf, jpg)
- “Non ci serve l’alcol per divertirci o sentirci inclusi. Ci serve riprenderci i nostri spazi all’interno della nostra comunità.” (pdf, jpg)
- Materiali divulgativi in italiano
In occasione della giornata l’ONA ha presentato documenti e materiali di prevenzione atti a favorire e supportare un’adeguata cultura di prevenzione basata su livelli più elevati di tutela della salute, consapevolezza e responsabilità individuale e sociale:
- Leggi la scheda: “Impatto dell’alcol in Italia. Sintesi (Anno 2023)” (pdf 663 kb).
Fact sheet: Consumatori a rischio di alcol
È pari a 8 milioni la platea di coloro più esposti a maggior rischio di malattie evitabili causate dall’alcol tra cui cirrosi epatica, malattie cardiovascolari e cancro. Rappresentano lo zoccolo duro della prevenzione che ancora manca e assorbono la quota più significativa dei costi sanitari e sociali del bere. Sempre più lontano l’obiettivo di riduzione richiesto dalle Nazioni Unite (SDG) in cui anche secondo l’OMS si dimostra di essere poco o nulla impegnati, con una platea sempre più preoccupante di minori, giovani, donne e anziani.
Nel 2023 sono circa 8 milioni i consumatori di alcol definiti “a rischio” che non si sono attenuti alle indicazioni di salute pubblica. Il 21,2% dei maschi e il 9,2% delle femmine hanno consumato quantità di alcolici in modalità che espongono a maggior rischio la loro salute costituendo la vasta platea degli italiani e delle italiane che potrebbe essere ricondotta verso consumi più bassi, comunque a rischio, almeno compatibili con le indicazioni delle linee guida nazionali. La fascia di popolazione più a rischio, in quanto non in grado di metabolizzare l’alcol, è quella dei 615mila minori, 11-15enni (9,1% dei maschi e 6,6% delle femmine) e 16-17enni per entrambi i generi (M=39,2%; F=30,7%); seguono gli anziani maschi ultra 65enni (65-74 anni=31,2%; 75+ anni=29,1%) e infine le giovani donne 18-24enni (11,2%). Evidenze che richiedono urgenti interventi di prevenzione differenziati per età e per genere. Se, complessivamente, nel corso degli ultimi 10 anni, la prevalenza dei consumatori a rischio ha fatto registrare un decremento del 10,4% per gli uomini (2023 vs 2013), nello stesso periodo per le donne i valori sono rimasti pressoché stabili, oscillando tra l’8,2% e il 9,2%, a testimoniare la carenza o, alternativamente, l’inefficacia della prevenzione sull’alcol in Italia. Appare urgente e inderogabile promuovere programmi di prevenzione nelle scuole e intercettare il rischio precocemente, facilitando l’implementazione di programmi di identificazione precoce e intervento breve (IPIB), favoriti da adeguata formazione, auspicabilmente obbligatoria per i medici e i professionisti della salute del SSN, al fine di aumentare la consapevolezza dei rischi e dei danni causati dall’alcol nell’organismo prima che i consumatori a rischio sviluppino un danno, disturbi da uso di alcol e/o una dipendenza. Occorre, inoltre, mirare alla riduzione della disponibilità fisica ed economica di tutte le bevande alcoliche, anche attraverso una più adeguata regolamentazione della pubblicità, del marketing, delle politiche sui prezzi e dei livelli di tassazione, come richiesto dal Comitato Economico della Nazioni Unite per il raggiungimento dei SDG e dall’OMS.
Leggi il Fact sheet sui “Consumatori a rischio di alcol in Italia” (pdf 347 kb).
Fact sheet: Consumatori binge drinking/fuori pasto
Sono 4 milioni e 130 mila gli italiani e le italiane che nel 2023 hanno bevuto per ubriacarsi, l’11,3% tra i maschi e il 4,5% tra le femmine, ma è tra i giovani 18-24enni che si riscontrano le frequenze più elevate, il 18.7% tra i maschi, il 10,1% tra le femmine. Rilevante anche il fenomeno del binge drinking tra gli adulti in età produttiva (25-64 anni): il 14,3% dei maschi e il 5,5% delle femmine bevono per ubriacarsi. Aumentano le consumatrici fuori pasto che tra le donne raggiungono un nuovo massimo storico (23,9%).
Nel 2023 i binge drinker, i consumatori che bevono per ubriacarsi, sono in Italia circa 4 milioni e 130mila, soprattutto maschi di tutte le età. Sono 74mila i minori 11-17enni di entrambi i sessi che bevono per ubriacarsi, ma è tra i 18-24 che si raggiungono i valori massimi in assoluto nella popolazione con 590mila binge drinker.
Anche per gli adulti di età compresa tra 25 e 44 anni, bere sino a ubriacarsi rappresenta una pratica simile per frequenza a quella dei 18-24enni, raggiungendo quota 18,2% dei giovani adulti maschi e 8,2% delle femmine in età fertile; frequenze che si abbassano nella classe di età successiva (45-64 anni). La percentuale di binge drinker di sesso maschile è statisticamente superiore al sesso femminile in ogni classe di età, a eccezione dei minorenni, giovani di età inferiore a 18 anni, età peraltro in cui il consumo dovrebbe essere pari a zero, come richiesto anche dalla normativa sul divieto di vendita e somministrazione di alcolici ai minorenni. Nel 2023, a fronte del minimo storico registrato nel 2021, si osserva, per il genere maschile, un nuovo aumento, così come era già stato registrato nel 2022, sovrapponibile a quello di 7 anni fa (2016), a testimoniare l’invarianza, registrata anche per le femmine, di un fenomeno che non si giova, da oltre un decennio, di adeguate misure e di pur richieste iniziative di efficace prevenzione e contrasto, con elevati costi sociali, sanitari ed economici. Nel 2023 sono 17 milioni e 300mila i consumatori fuori pasto di tutte le età, in aumento nel corso degli ultimi 10 anni per entrambi i sessi, e con un massimo storico (23,9%) registrato tra le donne, notoriamente più vulnerabili agli effetti dell’alcol sulla salute.
Leggi il Fact sheet su “Consumatori binge drinking e fuori pasto” (pdf 282 kb).
Fact sheet: Consumatori dannosi di alcol
Raggiungono quota 780.000 i consumatori che nel 2023 hanno già un danno d’organo causato dall’alcol, l’1,91% della popolazione maschile e l’1,16% di quella femminile (M=470.000; F=310.000). Tutti i consumatori dannosi sono da considerarsi clinicamente pazienti affetti da Disturbo da Uso di Alcol (DUA) in necessità di un trattamento che, per il 91,9% degli attesi, non è erogato da alcuna struttura del SSN che intercetta solo l’8,1% degli attesi (sono 62.886 alcoldipendenti in carico al SSN al 2022, ultimo dato disponibile) contribuendo allo stigma dell’alcoldipendente e a disuguaglianze, rilevate anche dalla Corte dei Conti nel merito della disomogenea assistenza territoriale, da affrontare e risolvere rappresentando una tra le prime condizioni patologiche della salute mentale non curate in Italia.
Alla luce di questi dati prodotti dal sistema di monitoraggio epidemiologico annuale a cura dell’ONA-ISS, non sarà raggiunto dall’Italia l’obiettivo intermedio di riduzione del 10% del consumo dannoso al 2025 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, fissato dagli indicatori di sviluppo sostenibile. È evidente che il raggiungimento dell’obiettivo finale, e cioè di riduzione entro il 2030 del 20% del consumo dannoso e del consumo di alcol pro-capite, richiederà un forte impegno nel recupero e il massimo impegno nelle politiche sull’alcol, una forte advocacy e mobilitazione delle risorse per la rigorosa attuazione del Piano d’azione globale sull’alcol 2022-2030, con particolare attenzione alle misure politiche ad alto impatto indicate dalla Risoluzione OMS sul contrasto delle malattie croniche non trasmissibili, quanto quella della Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (SDGs).
È fondamentale una rinnovata attenzione dei decisori politici a supporto di malati che vivono lo stigma di una malattia che trova ulteriore esclusione dalla inadeguatezza dei livelli di assistenza e di accesso a cure dovute e non garantite nonostante l’impegno di tutti gli operatori del settore. Occorre rispondere al richiamo della Corte dei Conti e assicurare adeguati e omogenei livelli d’intervento territoriali, basati sulla ridefinizione dei servizi del SSN da rendere più accessibili e disponibili alla platea di quanti in necessità di trattamento, sulla garanzia dell’Identificazione Precoce e Intervento Breve (IPIB), di una diagnosi, di trattamento e riabilitazione, di assistenza e supporto alle famiglie secondo protocolli basati su linee guida e standard omogenei sul territorio nazionale, contribuendo a diminuire le disuguaglianze di salute e i gradienti di salute tra Regioni.
Leggi il Fact sheet su “Consumatori dannosi di alcol” (pdf 315 kb).
Fact sheet: Alcol e giovani
In Italia, sono 1 milione e 260 mila 11-24enni i consumatori a rischio, il 18,9% dei maschi e il 12,2% delle femmine. Di questi, 615.000 sono minorenni (il 17,8% dei maschi e il 13,3% delle femmine). Tra i ragazzi di età compresa tra i 18 e 24 anni sono circa 645.000 i consumatori a rischio (20,1% maschi, 11,2% femmine). Sempre elevata la frequenza del bere per ubriacarsi: 664.000 11-24enni, il 10,2% dei maschi e il 6,3% delle femmine, di cui 74.000 minorenni.
I dati sul consumo di alcol, tra i giovani e i minori, confermano il mancato rispetto della legalità e delle norme che limitano l’accesso alle bevande alcoliche ai minori e dimostrano la costante assenza d’interventi, pur richiesti, miranti ad una debita riduzione di esposizione al rischio alcol a fronte di azioni che, ove eventualmente attuate, non risultano aver inciso sul rischio alcol tra i giovani, minori in particolare.
Tra i maschi 18-24enni, la birra è la bevanda più consumata (65,4%), insieme agli aperitivi alcolici (61,5%). Fra le ragazze 18-24enni sono preferiti gli aperitivi alcolici (58,7%), seguiti dalla birra (41,6%), e si conferma per queste l’aumento nel corso degli ultimi dieci anni della prevalenza del consumo di aperitivi alcolici (+27,2% rispetto al 2013) e di vino (+29,0%), mentre sono in aumento i consumatori totali (maschi più femmine) di amari (+12,8%), il cui consumo tra i maschi è aumentato significativamente anche nell’ultimo anno (+14,2% rispetto al 2022).
È urgente una strategia nazionale dedicata ai giovani italiani con focus sulle differenze di genere che miri agli obiettivi della Risoluzione del Parlamento EU per una strategia alcol zero e a quelli dell’OMS che da anni ha identificato il contesto e il target giovanile come alcohol-free, obiettivo negletto dalla strategia nazionale di prevenzione e dai piani regionali da rinnovare urgentemente.
Leggi il Fact sheet su “Alcol e giovani” (pdf 297 kb).
Fact sheet: Alcol e donne
Nel 2023 sono oltre 2 milioni e 500mila sono a rischio (9,2%) e il 4,5% delle donne dagli 11 anni in su si ubriaca. Le consumatrici 11-17enni a rischio sono 245.000 (13,3%), il 5,6% ha consumato alcolici lontano dai pasti e il 2,1% ha praticato il binge drinking. L’International Agency for Research on Cancer stima in 3200 i nuovi casi annuali di sei tipi di cancro causato dall’alcol nelle donne italiane, di cui 2300 nuovi casi di cancro alla mammella di cui il 45% dei si registra per consumi inferiori ai 2 bicchieri al giorno.
Nel 2023 il 57,6% delle donne ha consumato alcolici di cui oltre 2 milioni e 500 mila (9,2%) sono a rischio e da anni non mostrano accenni alla riduzione, al più in sostanziale stabilità nel canale di crescita avviato nel 2014. Il 4,5% ha praticato il binge drinking e il 5,5% eccede quotidianamente. Tra le donne il comportamento a rischio di più recente diffusione riguarda il consumo di alcol fuori pasto (23,9%) con tendenza al ritorno nel canale di crescita dei valori elevati decennali. Il focus sulle minorenni (tra gli 11 e i 17 anni) evidenzia che il 13,3% è consumatrice a rischio, il 5,6% consuma alcolici fuori pasto e il 2,1% ha praticato il binge drinking, consolidando nei fatti lo zoccolo duro, invariato da dieci anni, non scalfito dalla prevenzione specifica di genere, oggettivamente
Leggi il Fact sheet su “Alcol e donne” (pdf 247 kb).
Anche per l’Alcohol Prevention Day 2025 l’ONA mette a disposizione una serie di materiali utili per la prevenzione alcologica dedicata a minori, adolescenti, donne in gravidanza, famiglie, decisori e programmatori politici e sanitari. Tutti i materiali prodotti per la comunicazione sono di libero dominio ed è possibile richiedere l’autorizzazione per la ristampa in forma autonoma al Centro Servizi Documentazione Alcol all’indirizzo e-mail alcol@iss.it.
Consulta i materiali:
- locandina “Alcol sai cosa bevi? più sai meno rischi!” (pdf 200 kb)
- pieghevole 3 ante “Se guidi non bere” (pdf 367 kb)
- pieghevole 3 ante “Alcol e gravidanza” (pdf 348 kb)
- pieghevole 3 ante “- alcol + salute” (pdf 223 kb)
- pieghevole 3 ante “Alcol sai cosa bevi” (pdf 152 kb)
- pieghevole 3 ante “L’alcol può farti del male” (pdf 1 Mb)
- pieghevole 3 ante “Decalogo per i genitori” (pdf 261 kb)
- pieghevole 3 ante “Donna e alcol” (pdf 152 kb)
- pieghevole 3 ante “Ragazze e alcol” (pdf 182 kb)
- pieghevole 3 ante “Alcol e anziani” (pdf 307kb)
- pieghevole 4 ante “Alcol qualche dritta” (pdf 312 kb)
- poster fronte retro “Tabella per la stima delle quantità di bevande alcoliche che determinano il superamento del tasso alcolemico legale per la guida in stato di ebbrezza, pari a 0,5 grammi per litro” (pdf 64 kb)
- scheda “Audit-C: Alcohol Use Disorders Identification Test” (pdf 367 kb).
- consulta la pagina dedicata ai materiali del convegno APD 2025