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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Epidemia di Epatite A tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Il punto della situazione in Italia e in Europa

Maria Elena Tosti, Valeria Alfonsi (coordinamento Seieva - Iss)

 

13 dicembre 2018 – A partire dal mese di agosto 2016, in Europa e nel nostro Paese, si è registrato un importante incremento dei casi di Epatite A che, da dicembre 2016 ha subito un’ulteriore impennata.

 

In Italia, nel periodo agosto 2016-novembre 2018, sono stati notificati al Seieva (Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta) 4014 casi; nel solo 2017 i casi notificati sono stati 3138 (rispetto ai 274 casi registrati nel 2015), con un’incidenza pari a 7,0 per 100.000 anni-persona. Il picco epidemico si è registrato nei mesi tra marzo e maggio 2017, con oltre 500 casi mensili. La Figura 1 mostra la curva epidemica a partire dal 2012 ed evidenzia, oltre al recente picco epidemico, anche l’epidemia, anch’essa “multistate”, che si è avuta nel 2013-2014, e risultata associata al consumo di frutti di bosco contaminati.

 

L’età mediana dei casi osservati a partire da agosto 2016 è di 35 anni e per l’81% dei casi è di sesso maschile. Oltre ai fattori di rischio classicamente riconosciuti (viaggi in zone endemiche e consumo di frutti di mare), un’alta percentuale dei casi (51%) dichiara preferenze omosessuali (Msm, men who have sex with men - uomini che hanno rapporti sessuali con gli uomini).

 

Figura 1. Andamento per mese di insorgenza sintomi delle segnalazioni di Epatite A, Seieva gen 2012-nov 2018*

*ott e nov 2018: dati provvisori

 

Da un confronto regionale emerge che nei primi mesi epidemici, il maggior incremento di casi era stato osservato nel Lazio (nel complesso, a partire da agosto 2016, sono stati notificati 736 casi nella Regione). In seguito un incremento dei casi, rispetto all’atteso, è stato riscontrato anche in altre Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia).

 

Nel 2018, nonostante l’evidente calo nel numero di casi mensili notificati, la situazione non sembra ancora tornata a livelli pre-epidemici. Per quanto riguarda la distribuzione regionale dei casi, Piemonte, Lombardia, Liguria, Province Autonome di Trento e Bolzano e Toscana presentano ancora un eccesso di casi rispetto al 2015.

 

Situazione europea

Rispetto all’ultimo aggiornamento epidemiologico sull’epidemia multinazionale di epatite A pubblicato a marzo 2018 dall’Ecdc, 19 Paesi europei (Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito) hanno riportato 364 nuovi casi associati ai ceppi descritti in Europa durante il picco epidemico (V16-25801, VRD_521_2016, RIVM-HAV-16-069 e RIVM-HAV-16-090). Nonostante stia calando di intensità, dopo più di 2 anni dal suo inizio, l’epidemia è ancora in corso e la rilevazione dei ceppi epidemici continua ad essere più frequente negli uomini che nelle donne.

 

Riflessioni

Nonostante l’epidemia coinvolga più Paesi, l’Italia si presenta come lo Stato europeo con il più evidente eccesso di casi. Un aspetto da considerare è che i quattro ceppi descritti in Europa non sono mai stati osservati in Italia prima di agosto 2016. La partecipazione di circa mezzo milione di persone all’Europride di Amsterdam il 29 luglio-6 agosto 2016 potrebbe aver giocato un ruolo nell’amplificazione di micro-epidemie esistenti nella comunità Msm di alcuni Paesi europei (Regno Unito, Olanda e Germania) e la conseguente diffusione dei ceppi negli altri Paesi, inclusa l’Italia.

 

Nel 2018 si è osservato un notevole calo nel numero di casi notificati mensilmente al Seieva, la situazione epidemiologica non è ancora tornata completamente sui livelli pre-epidemici, in linea con l’osservazione di ceppi epidemici tutt’ora circolanti in molti Paesi europei.

 

Appare evidente la necessità di ribadire che la vaccinazione è fortemente raccomandata per gli Msm e i loro contatti stretti e che quindi è necessario promuovere un’offerta attiva e gratuita della vaccinazione contro l’Epatite A (o se necessario utilizzare vaccini combinati contro l’epatite A e B), attraverso il coinvolgimento di associazioni specifiche, o altri canali target per questa popolazione.

 

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