Epidemiologia - dati SEIEVA
Dati epidemiologici al 31 dicembre 2023
I risultati del Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali
acute-SEIEVA, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), al fine di
descrivere l’epidemiologia dell’epatite acuta in Italia, vengono analizzati
e presentati due volte all’anno:
- a primavera sono presentati i dati completi e definitivi dell’anno
precedente comprensivi dei trend storici delle incidenze per tipo di
epatite dall’avvio della sorveglianza nel 1985 (i dati sono presentati
sia con il bollettino in versione pdf sia nella versione on line
interattiva)
- in autunno viene fornita un’analisi provvisoria dei principali dati
sui casi segnalati nel primo semestre dell’anno in corso (solo in
versione pdf).
Il SEIEVA affianca il Sistema Informativo delle Malattie Infettive,
approfondendo gli aspetti epidemiologici delle infezioni acute da epatite
virale, in Italia.
* fino al 2008 si tratta di epatite NonA-NonB
Le serie storiche dell’andamento dell’incidenza dei casi segnalati di
epatite virale A, B e C dal 1985 (anno di avvio dalla sorveglianza SEIEVA)
vengono presentate annualmente sia in versione online interattiva sia in versione
pdf (pdf 1,5 Mb) ed offrono una lettura della dinamica del fenomeno nel
lungo periodo. Inoltre, annualmente, vengono presentati i tassi di incidenza
per fascia di età dal 2009 e, per tutti i tipi di epatite, le
caratteristiche dei casi segnalati e i principali fattori di rischio.
Test Delta: testare di più per curare meglio
Il virus dell’epatite Delta (HDV) è un virus satellite che può
coinfettare o sovrainfettare soggetti affetti da HBV. In Italia la
prevalenza di HDV nei pazienti HBsAg positivi è stimata tra il 4,5% e il
13,0% e la sovrainfezione con HDV causa una più rapida progressione in
cirrosi, un aumento significativo del rischio di sviluppare HCC, scompenso
epatico, necessità di trapianto e un aumento della mortalità. Nel 2020, EMA
e AIFA hanno approvato il farmaco Bulevertide (BLV) per il trattamento
dell’infezione da HDV in pazienti adulti con malattia epatica compensata. Il
BLV è un farmaco che agisce inibendo l’ingresso di HDV negli epatociti (le
cellule del fegato), riducendo l'insorgenza di necrosi epatica e diminuendo
i livelli di HDV-RNA nel sangue. Le
linee guida EASL (European Association for the Study of Liver) del 2023
ribadiscono l’importanza dello screening per epatite Delta in tutti i
soggetti positivi per HBsAg. Gli autori sottolineano che lo screening delle
sole persone ad alto rischio (uso di droghe, provenienza da aree endemiche,
confezione HIV e istituzionalizzazione) può non essere sufficiente e non
permettere l’individuazione di una quota rilevante di casi di HDV.
Analizzando i dati provenienti dalla sorveglianza SEIEVA, emerge che
l’esecuzione del test per la rilevazione dell’HDV tra i casi di epatite
acuta nonA-nonE o sconosciuta è ancora insufficiente, con una percentuale di
casi testati che rimane al di sotto del 50% durante tutto il periodo di
osservazione (1991-2023 – Fig.). In generale, l’andamento della percentuale
di testati è altalenante, con valori tra il 40% ed il 50% negli anni ’90,
negli anni successivi diminuisce fino a sotto il 30% (indice di una minore
attenzione verso la problematica), solo negli ultimi anni la proporzione di
soggetti testati per IgM anti-HDV è in crescita passando dal 35,4% nel 2019
al 48,8% nel 2023. Complessivamente, come atteso, nel periodo compreso fra
il 1991 e il 2023, i soggetti HBsAg positivi (tra i casi di epatite acuta
nonA-nonE) sono stati testati con maggiore frequenza rispetto a quelli
negativi (42,9% vs 34,5%). Relativamente alle caratteristiche
sociodemografiche e ai fattori di rischio, non sono emerse differenze
significative nella frequenza di screening per IgM anti-HDV negli ultimi 10
anni (2014-2023). Unica eccezione è rappresentata da una maggiore frequenza
di test effettuati nel sud e nelle isole (44,6%) rispetto al Nord (33,0%) e
al Centro Italia (36,6%). Alla luce delle raccomandazioni EASL e della nuova
disponibilità di trattamento farmacologico è fondamentale promuovere
interventi per aumentare lo screening per HDV nei pazienti HBsAg positivi al
fine di permettere la diagnosi, la presa incarico e l’avvio del percorso
terapeutico.
Epatite A
-
Nel 2023 sono stati notificati al SEIEVA 267 casi di Epatite A,
evidenziando un trend in crescita rispetto all’anno precedente. Le
regioni che hanno registrato il numero maggiore di casi sono state
nell’ordine: Lombardia (55), Toscana (43), Emilia-Romagna (29), Marche
(28), Lazio (27).
-
Le fasce d’età maggiormente colpite sono state quelle adulte: 35-54
(25,1%) e 25-34 anni (19,1%). I casi pediatrici sono stati 45, in lieve
aumento rispetto all’anno precedente in cui erano stati 37. La
maggioranza dei casi si è verificata in individui di sesso femminile
(59%).
-
I fattori di rischio più frequentemente riportati sono stati:
consumo di molluschi crudi o poco cotti (35,5%), viaggi in zone
endemiche (31,9%), rapporti sessuali fra uomini (24,6%) e consumo di
frutti di bosco (17,4%).
*solo maschi
-
Dal punto di vista clinico, si sono verificati 3 decessi
riguardanti donne tra i 77 e gli 80 anni di età. In 1 caso la causa
primaria è stata la sindrome epatorenale associata a cirrosi
epatica. Si è riscontrato un unico caso notificato di epatite A
fulminante con encefalopatia, e tale caso ha rappresentato uno dei
tre decessi osservati (a parte 1 dei tre decessi).
Vaccino anti epatite A
-
L’analisi dei fattori di rischio evidenzia la presenza di casi in
soggetti per i quali è raccomandata la vaccinazione, tra questi chi
ha fatto viaggi verso aree endemiche (79), i contatti di casi
itterici (20) e uomini che fanno sesso con uomini (MSM) (16 casi);
nel complesso 109 casi (40,8%) avrebbero potuto essere prevenuti. In
7 di questi casi la vaccinazione era avvenuta in ritardo con la
somministrazione di una sola dose post-esposizione; 4 casi
riportavano 2 dosi di vaccino. È importante ribadire come sia
necessario promuovere la vaccinazione tra i soggetti che si recano
in zone endemiche, anche al fine di evitare la trasmissione
dell’infezione a familiari e compagni di scuola una volta tornati in
Italia, e sottoporre tempestivamente a vaccinazione tutte le persone
venute a stretto contatto con un caso indice.
Epatite B
-
Nel 2023 in Italia sono stati segnalati al SEIEVA 153 nuovi casi di
epatite B acuta, in lieve aumento rispetto al 2022 in cui i casi erano
stati 109. Le regioni che hanno segnalato la maggior parte dei casi sono
Emilia-Romagna (33 casi), Lombardia (31 casi) e Toscana (21 casi).
-
I soggetti più colpiti sono quelli di età compresa fra i 35 e i 54
anni, il 46,4% dei casi rientrava in questa fascia d’età, e la fascia
55-64 anni (24,8%). L’età mediana è di 53 anni (range 17-89). Come negli
anni passati si osserva una maggior percentuale di casi in soggetti di
sesso maschile (78,4%).
-
Per quanto riguarda i fattori di rischio più
frequentemente riportati sono l’esposizione a
trattamenti di bellezza quali manicure, piercing e
tatuaggi (38% dei casi), le cure odontoiatriche
(28,7%) e i comportamenti sessuali a rischio
(25,2%); l’esposizione nosocomiale
(ospedalizzazione, intervento chirurgico, emodialisi
o trasfusione di sangue) è riportata dal 19,9% dei
casi.
*rapporti etero/omo sessuali a rischio
-
Per quanto riguarda l’aspetto clinico sono stati segnalati 3
decessi, di cui 2 in donne di età maggiore di 80 anni e 1 in una
ragazza di 18 anni deceduta per insufficienza epatica acuta da virus
B, in attesa di trapianto epatico. Un ulteriore paziente (maschio di
31 anni) ha manifestato una epatite fulminante ed è stato
trapiantato; 1 ha manifestato encefalopatie.
Vaccino anti epatite B
-
Undici casi sono stati osservati in soggetti vaccinati o con
vaccinazione incompleta. In 3 di questi la vaccinazione risultava
essere stata somministrata con una schedula non corretta o post
esposizione, mentre 8 casi avevano una schedula corretta. Riguardo
ai gruppi ad aumentato rischio per i quali la vaccinazione è
fortemente raccomandata e offerta gratuitamente, sono stati
osservati 9 casi in conviventi di portatori cronici (7 dei quali non
consapevoli però dell’infezione del convivente), 7 in
tossicodipendenti e 4 in MSM. Questi casi si sarebbero potuti
evitare attraverso una attenta e tempestiva offerta vaccinale.
Epatite C
-
Nel 2023 sono stati segnalati al SEIEVA 51 nuovi
casi di epatite C acuta, 4 in meno di quelli
registrati nel 2022. Le regioni con il maggior
numero di casi sono state Lombardia (33,3% dei
casi), Lazio (25,5%) e Veneto (9,8%).
-
Si osserva un maggior numero di casi tra gli
uomini (72,5% dei casi) e nella fascia d’età 35-54
(52,4%), in linea con le osservazioni degli anni
precedenti. Il fattore di rischio di maggiore
importanza è stato il ricorso a trattamenti estetici
(manicure/pedicure, piercing e tatuaggi), riportato
dal 40,4% dei casi, che ha superato per la prima
volta negli ultimi anni l’esposizione nosocomiale
(29,4%) che rappresentava negli anni scorsi il
principale il principale fattore di rischio.
-
L’uso di droghe è stato registrato nel 27,1%
del campione, il ricorso a trattamenti
odontoiatrici nel 23,9%. Infine, l’esposizione
sessuale (partner sessuali multipli o mancato
uso del profilattico in corso di rapporti
occasionali) si osserva in 16 soggetti fra
quelli con età > 15 anni. I casi in soggetti
conviventi con portatori cronici di epatite C
sono stati 8 nel 2023, in aumento rispetto
all’anno precedente.
*rapporti etero/omo sessuali a rischio
Epatite E
-
Nel corso del 2023 sono stati segnalati 58 casi di Epatite E,
principalmente verificatisi nella regione Lazio (20,7% dei casi),
Lombardia (17,2%), Emilia Romagna (15,5%), Umbria (10,3%) e Abruzzo
(10,3%).
-
Dato che il numero di casi supera lievemente quello di casi con
Epatite acuta C l’epatite E risulta essere stata nel 2023 la terza causa
più frequente in Italia di epatite virale. In linea con quanto osservato
negli anni precedenti l’infezione ha riguardato per lo più soggetti di
sesso maschile (70,7%) e nel 96,5% dei casi con età > di 34 anni, 20
casi si sono verificati in soggetti anziani (età>64 anni).
-
Quattro dei casi registrati avevano effettuato un viaggio in area
endemica e in particolare in Costa d’Avorio, India, Malawi e Sudafrica,
mentre 54 (93,1%) sono casi autoctoni. Per quanto riguarda i fattori di
rischio, più della metà dei casi (53,1%) ha riferito di aver consumato
carne di maiale cruda o poco cotta, il 10,2% dei soggetti ha invece
riportato il consumo di carne di cinghiale cruda o poco cotta.
-
Dal punto di vista clinico, non sono stati osservati decesso
o casi di epatite fulminante o encefalopatia. Due casi
presentavano, oltre ad una classica sintomatologia di epatite
acuta, una sintomatologia neurologica (spasmi labbro inferiore e
dolore a scossa arti inferiori). Durante il 2023, dei 116 casi
negativi per epatite A, B e C, solo il 62,8% è stato te-stato
per l’epatite E come raccomandato. La percentuale è in linea con
quanto osservato negli anni precedenti ed ancora largamente
insufficiente.
Altre segnalazioni
Oltre ai casi già descritti, nel corso del 2023 sono pervenute al
SEIEVA le seguenti segnalazioni:
- 6 casi di epatite pediatrica NDD (Natura Da Determinare),
argomento approfondito nel precedente numero del bollettino
- 2 casi di sospetta epatite pediatrica NDD (per i quali alcuni
risultati di marker dell’epatite risultano mancanti)
- 4 caso di epatite Delta (superinfezione) in un uomo di 83 anni,
senza fattori di rischio riportati
- 5 casi di epatite acuta negativa alla ricerca dei virus maggiori
dell’epatite (A, B, C, Delta e E), e 39 non classificabili a causa
della mancanza di informazioni complete sui test sierologici. Di
questi, 33 erano portatori cronici del virus dell’epatite B di cui
solo 10 testati per la ricerca delle IgM anti-HDV.
- 3 casi di epatite acuta negativa alla ricerca dei virus A, B, e
C, per i quali non è stata eseguita la ricerca delle IgM anti-HEV
(epatite E), come raccomandato dall’EASL,
European Association for the Study of Liver
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La partecipazione al SEIEVA è volontaria. Attualmente aderiscono
interamente al SEIEVA 15 Regioni e le 2 Province Autonome, mentre 4
Regioni solo parzialmente, la copertura complessiva di circa l’86% della
popolazione italiana.
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Le Asl/Regioni che attualmente non partecipano al SEIEVA possono
aderire contattando il gruppo di coordinamento presso l’ISS.
La banca dati SEIEVA può essere utilizzata all’occorrenza da chiunque dei referenti locali voglia usufruirne per scopi di ricerca e di sanità pubblica. Il gruppo di coordinamento è aperto a considerare tutte le proposte di studio o di progetto, incentrate sulla sorveglianza.
L’elaborazione dei dati e la realizzazione del presente
rapporto sono a cura di:
Arianna Bellini, Roberto Benoni, Maria Elena
Tosti, Luigina Ferrigno, Susanna Caminada, Annamaria Mele, Simonetta
Crateri, Silvia Andreozzi e grazie al prezioso contributo dei referenti
presso le Regioni e Asl.