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ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Napoli, 24-25 settembre 2009

24 settembre 2009

 

Ore 16.30 - 18.00

 

Il contrasto dell’incidenza delle malattie cardiovascolari, in ambito sanitario, avviene sia mediante progetti di prevenzione collettiva sia con programmi imperniati sulla rimozione individuale dei fattori di rischio comportamentali. L’efficacia di entrambi gli approcci dipende, in larga misura, dalla loro reciproca integrazione e da interventi basati sulla conoscenza della distribuzione dei fattori di rischio nella popolazione.

 

A questo proposito, il sistema di sorveglianza Passi da una parte può contribuire fornendo un dettaglio locale e analizzando aspetti riguardanti sottopopolazioni ad alto rischio, dall’altra può essere il naturale innesco dell’integrazione dei due approcci: è realizzato direttamente nelle e dalle Asl, quasi sempre nell’ambito di strutture di sanità pubblica che per missione operano affrontando i problemi di salute in modo multisettoriale con altre istituzioni, spesso non sanitarie.

 

Nello sforzo di ridurre la diffusione dei fattori di rischio comportamentali, il ruolo dei medici di medicina generale è sicuramente centrale non solo per la capillarità del loro intervento ma per la credibilità di cui godono nei confronti dei cittadini che assistono (trattandosi per definizione di un rapporto di fiducia). Un discorso analogo può essere fatto nei confronti di alcuni specialisti che gestiscono pazienti con quadri patologici già avviati (diabetologi, cardiologi, ecc).

 

Affinché i dati della sorveglianza possano essere di supporto ai clinici che operano sul territorio, appare questione prioritaria interfacciare (a seconda dei casi, validare/validarsi, valutare, indagare) i dati Passi con i sistemi informativi e le procedure gestionali che coinvolgono le diverse figure mediche attive nella prevenzione cardiovascolare.

 

 

Moderatori: Simona Giampaoli, Salvatore Panico

Discussant: Marina Maggini

 

Commento

Al fine di calibrare le risorse per gli interventi, appare confortante la buona corrispondenza emersa fra le prevalenze di ipertesi e ipercolesterolemici nella popolazione locale nei dati riferiti con il sistema di sorveglianza Passi e in quelli direttamente misurati dall’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare.

 

I dati Passi indicano che le persone con una condizione clinica riconosciuta di rischio cardiovascolare (come gli ipertesi, gli ipercolesterolemici e i diabetici), pur ricevendo attenzione e consigli in misura maggiore di chi presenta fattori di rischio comportamentali, hanno ancora in troppi casi uno stile di vita scorretto. Spesso viene dato un consiglio appropriato ma, su alcuni aspetti, ci sono ampi margini di miglioramento.

 

Tra gli operatori sanitari, il ruolo fondamentale che può essere svolto dai medici di medicina generale incontra difficoltà come la scarsità di tempo disponibile, la necessità di un richiamo attivo delle persone con stile di vita ad alto rischio, l’adozione di modelli di intervento che considerino il comportamento salutare, elemento (condiviso con il cittadino) di riduzione del rischio.

 

Aspetti essenziali per superare queste difficoltà sono da una parte un cambiamento culturale del medico, non più orientato solamente alla cura della malattia ma anche al mantenimento dello stato di salute e, dall’altra, supporti organizzativi idonei. Elementi utili a favorire il cambiamento culturale sono la formazione finalizzata sui temi del rischio cardiovascolare, la circolazione delle informazioni fornite dal Passi e da altri sistemi informativi, l’inserimento degli operatori sanitari coinvolti in una rete di professionisti e in ambiti progettuali. Dal punto di vista organizzativo appare indispensabile nello studio medico l’uso della cartella informatizzata e la disponibilità di personale infermieristico.

 

A sostegno dell’attività degli operatori sanitari è fondamentale che le Asl costruiscano percorsi mirati sul rischio cardiovascolare e attivino, con strutture non sanitarie, iniziative volte a rendere più facili le scelte salutari promosse, partendo dalla consapevolezza che le persone con rischio cardiovascolare presentano, più spesso della popolazione generale, determinanti di svantaggio sociale.

 

 

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