Napoli, 24-25 settembre 2009
25 settembre 2009
Ore 9.00 - 11.00
La sessione riguarda la sorveglianza del fenomeno del tabagismo nel nostro Paese e, in particolare, di tutte le attività intraprese per contrastarlo a livello centrale e locale.
In Italia, a partire da gennaio 2005 è entrata in vigore la Legge 3/2003 che, a tutela dei non fumatori, proibisce il fumo in tutti i locali pubblici fatta eccezione per quelli forniti di apposite sale per fumatori. Contestualmente, il ministero della Salute ha messo in atto una strategia di implementazione della legge e di monitoraggio della sua applicazione, coinvolgendo diversi enti e Istituzioni e orientando verso questo obiettivo molte delle attività e dei progetti del Ccm. Il programma di governo Guadagnare Salute include, infatti, il tabacco tra i quattro fattori di rischio da contrastare. A livello internazionale, nel 2008 l’Italia ha ratificato la Convenzione quadro per il controllo del tabacco, approvata dall’Assemblea mondiale della sanità nel 2003.
Obiettivi della sessione sono: valutare l’applicazione della Legge 3/2003 a 5 anni dalla sua introduzione, utilizzando gli strumenti di sorveglianza epidemiologica esistenti; fare il punto sulle azioni di prevenzione e di cessazione del tabagismo basate sull’utilizzo dei dati di sorveglianza.
Moderatori: Daniela Galeone, Maurizio Laezza (Regione Emilia–Romagna)
- Presentazione sessione a cura dei moderatori
-
I dati Passi sul fumo
(pdf 1,3 Mb)
Stefania Vasselli -
Le altre informazioni relative al monitoraggio della
Legge 3/2003 e la loro integrazione con i dati Passi
(pdf 1,7 Mb)
Lorenzo Spizzichino -
L’uso dei dati per un approccio integrato degli
interventi di prevenzione cura e controllo (pdf 28
kb)
Sandra Bosi -
Operatori della salute liberi dal fumo: valutazione di
un progetto di un Centro interdipartimentale di
prevenzione e cura del tabagismo (pdf 906 kb)
Rosanna Ciarfeo Purich -
Comunicare per Guadagnare salute: l’abitudine al fumo
nell’Azienda Usl 2 (pdf 1,6 Mb)
Carla Bietta - Discussione
Commento
La sessione riguardava la sorveglianza del tabagismo nel nostro Paese e, in particolare, di tutte le attività intraprese per contrastare il fenomeno a livello centrale e locale.
Obiettivi della sessione erano:
- valutare l’applicazione della Legge 3/2003 a 5 anni dalla sua introduzione, utilizzando e confrontando gli strumenti di sorveglianza epidemiologica esistenti (Passi, indagine multiscopo Istat, indagine Doxa)
- fare il punto sulle azioni di prevenzione e di cessazione del tabagismo oggi in corso, verificare l’impatto e il ruolo dei dati di sorveglianza nell’orientare e valutare gli interventi.
La sessione è stata introdotta con un focus sui progetti Ccm relativi al fumo, evidenziando che gli elementi di forza, comuni a tutte le linee di attività, sono:
- facilitare il passaggio “da progetto a processo”, attraverso la pianificazione partecipata interistituzionale, al fine di creare le condizioni per il mantenimento nel tempo dei progetti
- promuovere, realizzare e privilegiare azioni di rete. Per favorire questo approccio, un’area progettuale specifica del progetto Ccm “Sostegno alle iniziative di controllo del tabagismo: dalla pianificazione regionale alla pianificazione aziendale” è dedicata proprio allo sviluppo di una rete di operatori impegnati nelle azioni di contrasto al fumo. All’Emilia-Romagna è stato affidato il ruolo di coordinare le Regioni per la formazione di pianificatori regionali e aziendali e per il sostegno alla diffusione delle migliori esperienze di prevenzione e controllo del tabagismo
- integrare gli indirizzi delle diverse aree tematiche (prevenzione, cura e controllo) con i percorsi didattici universitari di Medicina e Chirurgia (formazione di base e scuole di specializzazione), Scienza della formazione e Scienza della comunicazione (formazione di base e specialistica, dottorati di ricerca)
- impegnarsi a fare “sistema” attraverso: il confronto tra le Regioni, la disponibilità allo scambio, la condivisione delle linee progettuali per ciascuna area tematica, l’integrazione tra progetti Ccm complementari tra loro, l’attenzione a valorizzare le esperienze del territorio, la volontà di aprirsi all’innovazione e di crescere attraverso un’esperienza di collaborazione “tra pari”
Sono stati, quindi, presentati i dati del sistema di sorveglianza Passi relativi all’anno 2008 e al pool di Aziende campionate (37.560 interviste), da cui sono emerse alcune indicazioni operative:
- un terzo della popolazione tra 18-69 anni è fumatore, l’abitudine al fumo è più frequente tra gli uomini e tra i giovani di 18-34 anni, che rappresentano quindi un target cui rivolgere attenzione
- esiste una marcata variabilità geografica, spesso con un gradiente Nord-Sud nella prevalenza di fumatori e nei fenomeni correlati
- si fuma anche in presenza di un altro fattore di rischio comportamentale o patologia cronica. Questa “compresenza” è un elemento di cui tener conto nella prioritarizzazione degli interventi
- a più della metà dei fumatori i medici hanno suggerito di smettere. Il ruolo di Mmg e operatori sanitari è cruciale non solo nell’informare sui rischi correlati al fumo ma anche nell’indurre i pazienti ad abbandonare questo vizio. Tra coloro, infatti, che nell’ultimo anno hanno provato a smettere di fumare (circa il 40%), una frequenza significativamente maggiore si osserva nel sottogruppo di persone che hanno ricevuto questo consiglio
- tuttavia, la quasi totalità di chi riesce a smettere lo fa da solo; marginale è il ricorso agli strumenti evidence based (corsi/programmi di sostegno alla disassuefazione)
- il rispetto del divieto di fumo in luoghi pubblici e in ambienti di lavoro è in miglioramento ma con rilevanti differenze territoriali; quasi il 30% degli intervistati è esposto a fumo passivo in casa e circa il 20% in presenza di bambini.
A partire dagli obiettivi inclusi nella strategia nazionale per il contrasto al tabagismo (riduzione dell’esposizione a fumo passivo, prevenzione dell’iniziazione, sostegno alla cessazione), sono stati analizzati e confrontati i contributi che le varie fonti informative, istituzionali e non (Passi, Istat, ministero della Salute, Doxa, monopoli di Stato, Aifa, Nas), forniscono per la sorveglianza del raggiungimento di questi obiettivi. I dati riguardano: prevalenza di fumatori e andamenti spaziotemporali, caratteristiche dei fumatori, vendite di prodotti del tabacco e di farmaci per la disassuefazione, controlli sull’applicazione del divieto, impatto della legge sullo stato di salute della popolazione. Dall’analisi dei dati è emerso che:
- esistono alcune differenze tra i dati (nella prevalenza, nei trend) che rendono necessari un approccio integrato e approfondimenti metodologici (definizioni, popolazioni indagate, ecc) affinché l’integrazione tra le fonti sia possibile e realmente informativa
- proprio attraverso un approccio integrato, è stato possibile monitorare l’applicazione e gli effetti della Legge Sirchia fin dal primo momento della sua entrata in vigore
- la legge ha funzionato nel tutelare i non fumatori (ma bisogna continuare con i controlli) e nel ridurre la prevalenza dei fumatori (ma non tra i giovani e poco tra le donne)
- c’è bisogno di sorvegliare (per agire su) i comportamenti dei giovanissimi ma anche proporre e sostenere programmi per la cessazione basati sulle evidenze raccolte.
È stato quindi descritto un intervento che la Asl territoriale Triestina ha condotto con l’obiettivo di favorire, presso i dipendenti fumatori, il ricorso al Centro interdipartimentale prevenzione e cura del tabagismo (Cipct) e di valutarne gli effetti (accessi, cessazione, astinenza), partendo da un contesto provinciale in cui il 98% dei tentativi di smettere terminati con esito positivo è avvenuto senza ricorso ad aiuto esterno e da un contesto aziendale in cui i fumatori sono il 30% dei 4508 dipendenti e di questi il 33% dichiara di voler smettere.
L’intervento ha riguardato tutti gli operatori delle tre aziende sanitarie (territoriale e ospedaliere) della Provincia che si sono rivolti al Cipct a partire da gennaio 2007, direttamente, inviati dal medico competente o tramite call center dedicato.
I risultati mostrano:
- un aumento dei pazienti/anno (da 110 nel 2007 e 275 nel 2008, a una stima di 300 per il 2009), da attribuire non solo all’attività di promozione (depliant - anche nella busta paga, poster, sito intranet aziendale, istituzione di una linea telefonica dedicata) ma anche ad altre facilitazioni indotte dal Centro (gratuità di farmaci e prestazioni, progetti di rete, accesso diretto senza impegnativa e in orario di servizio, modalità di collaborazione da parte dei medici competenti)
- una percentuale di astinenti pari al 39% ad almeno 6 mesi dalla presa in carico, dato in linea con quanto emerge dalla letteratura relativamente agli esiti del ricorso a un centro di secondo livello.
Infine, è stata illustrata l’esperienza dell’Azienda Usl 2 di Perugia, in cui i dati sul fumo resi disponibili da fonti diverse (Istat e Passi) per i diversi livelli territoriali (nazionale, regionale, locale), hanno permesso di confrontare la situazione della Usl 2 con quella più ampia dell’Umbria, delle altre Regioni del Centro e dell’Italia. Sono emersi alcuni elementi coerenti o di svantaggio (per esempio le donne presentano prevalenze di fumatori paragonabili a quelle degli uomini, gli operatori sanitari intervengono sul tema ma non sembrano avere molto peso sullo smettere di fumare, nei locali pubblici e sul lavoro la tutela dal fumo passivo e l’effetto dissuasivo del divieto rispetto ai fumatori meritano un impegno ulteriore). Sulla base di questi dati, e con il supporto dello staff di qualità e comunicazione dell’Azienda, sono stati realizzati prodotti comunicativi diversi a seconda dello specifico target da raggiungere: un documento completo corredato degli interventi di prevenzione sul fumo disponibili e relative evidenze scientifiche (per i tecnici) e una sua versione sintetica (per i decisori); una scheda sintetica delle informazioni corredata di immagini (per la stampa); un poster con informazioni e immagini (per la scuola), un poster sintetico con informazioni e raccomandazioni e locandine (per la popolazione afferente al distretto sanitario).
Le principali indicazioni per l’azione sono:
- oltre alla sorveglianza, occorre implementare e potenziare i programmi di prevenzione dell’iniziazione e di sostegno alla disassuefazione
- programmi di controllo e vigilanza dovrebbero garantire il rispetto formale e sostanziale della legge
- occorre sostenere e rafforzare il ruolo esemplare ed educativo degli operatori sanitari nell’indagare sull’abitudine al fumo dei propri assisiti, informandoli sui rischi per la salute correlati al fumo, inducendo e sostenendo il tentativo di smettere, orientandoli sulle possibilità efficaci di disassuefazione
- occorre promuovere e attuare politiche per la diffusione di spazi senza fumo
- una comunicazione che utilizzi strumenti differenziati per i diversi target è una componente indispensabile delle strategie di contrasto al fumo e più in generale di promozione della salute. Occorre quindi favorire la creazione di gruppi multidisciplinari e la stretta collaborazione tra chi elabora i contenuti del messaggio e chi ne individua le modalità di comunicazione.
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