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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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HBSC 2022: i risultati dell’indagine in Veneto

Lo studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) analizza in profondità lo stato di salute degli adolescenti di 11, 13, 15 e dal 2022 anche di 17 anni al fine di offrire una fonte attendibile a cui attingere per formulare adeguate politiche di promozione della salute appunto in queste fasce di età. HBSC, svolto su scala nazionale con una cadenza quadriennale, è uno studio multicentrico internazionale realizzato con la collaborazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in ben 51 nazioni. L'Italia ne fa parte dal 2002.

 

In particolare in Veneto è stato preso in esame un campione costituito da un totale di 3654 studenti di cui: il 25,6% di 11 anni, il 26,1% di 13 anni, il 22,9% di 15 anni e il 25,4% di 17 anni.

 

Rispetto al contesto familiare confrontando i dati ottenuti nel 2018 si nota un lieve aumento delle famiglie in cui sono presenti entrambi i genitori (83,3% vs 79,4%); inoltre la maggior parte delle famiglie conta al proprio interno due o più figli (82%); infine emerge che lo status socio-economico delle famiglie è in genere medio-alto.

 

Per quanto concerne le abitudini alimentari e lo stato nutrizionale la pratica di fare colazione tutti i giorni risulta radicata in più della metà dei ragazzi, ma le percentuali di coloro che non la fanno restano significative. Molti adolescenti affermano di consumare i pasti in compagnia della famiglia ogni giorno o quasi tutti i giorni. La maggior parte dei ragazzi consuma frutta e verdura dalle 2 alle 4 volte a settimana.

 

L’abitudine di lavarsi i denti risulta ormai ben radicata nei giovani.

 

Dall'inchiesta emerge che l’attività fisica praticata dai ragazzi è inferiore agli standard raccomandati dalle linee guida internazionali: solo il 15% svolge attività fisica quasi tutti i giorni. Al contrario il 4% dei ragazzi di 11 anni, il 7% dei ragazzi di 13 anni e il 14% dei ragazzi di 15 anni non fa mai sport.

 

Passando ad analizzare l'ambiente scolastico, le strutture fisiche delle scuole vengono giudicate in buono stato dai dirigenti scolastici. Con l’aumento dell’età diminuisce la fiducia che i ragazzi ripongono nei loro docenti e il senso di accettazione da parte dei professori. Rispetto al 2018 purtroppo si nota una leggera diminuzione dei ragazzi che dichiarano di non essere stati vittime di atti di cyberbullismo negli ultimi due mesi (91,5% vs 86,9%).

 

Sul piano delle dipendenze il comportamento legato al fumo di tabacco dal 2018 al 2022 ha subito una diminuzione rispetto al passato passando dal 29% al 24,5%. In particolare, i maschi tendono a iniziare a fumare prima delle femmine, ma queste ultime a quindici anni risultano circa il doppio fumatrici rispetto ai loro coetanei maschi (maschi: 5%; femmine: 8,7%). L’alcol resta la sostanza psicoattiva più utilizzata dai ragazzi della fascia d’età che va dagli 11 ai 15 anni. La maggior parte dei ragazzi dichiara di non aver mai bevuto, percentuale che va diminuendo con l’aumentare dell’età (11 anni: 95%; 13 anni: 75%; 15 anni: 47%).

 

La quasi totalità dei ragazzi ha una percezione positiva del proprio stato di salute. In generale, però, le ragazze hanno una considerazione del loro stato di salute meno soddisfacente rispetto ai maschi. Non si riscontrano invece particolari differenze di genere fra coloro che hanno dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi.

 

L’uso dei social media risulta incrementare con l’età. L’utilizzo problematico dei social media è aumentato rispetto al 2018, appare maggiore nelle femmine e cresce con l’aumentare dell’età. Non si notano differenze significative nell’uso dei social media e dei videogiochi legate allo status socio-economico della famiglia, eccetto il tempo dedicato ai videogiochi che nei ragazzi con FAS (Family Affluence Scale, scala di agiatezza/ricchezza familiare) basso risulta essere circa il doppio (18,3%) rispetto ai ragazzi con FAS alto (9,8%).

 

Analizzando poi l'impatto che avuto nella vita delle famiglie la pandemia da COVID-19 si nota come il virus ha inciso in modo negativo maggiormente tra i ragazzi più grandi rispetto ai più piccoli. Un aspetto rilevante riguarda la salute mentale, soprattutto tra le ragazze delle quali 1 su 2 dichiara un cambiamento negativo dovuto alle misure per contenere la pandemia.

 

Un capitolo a parte è rappresentato dai diciassettenni. L'85% dichiara di vivere con entrambi i genitori. Una famiglia su 5 si colloca nella fascia di “bassa possibilità di consumo”, il 57% è nella fascia di “media possibilità di consumo” e il 23% è nella fascia di “alte possibilità di consumo”. Il 58% assume regolarmente la colazione ogni giorno prima di andare a scuola. Il consumo di frutta e verdura “Più di una volta al giorno” è rispettivamente 16% e 24%. I ragazzi in sovrappeso sono il 13%. La maggior parte degli adolescenti, circa il 64%, riferisce di svolgere almeno un’ora di attività fisica dai due ai quattro giorni a settimana e il 35% dichiara di svolgere esercizio fisico in occasione di attività extrascolastiche tra le due e le tre volte alla settimana. Per il 79% dei ragazzi il tempo passato a giocare ai videogiochi è pari o inferiore alle due ore giornaliere. Il rapporto con gli insegnanti, la fiducia e l’apprezzamento per i loro docenti sono migliori tra i ragazzi rispetto alle ragazze. La maggior parte dei diciassettenni non ha subito episodi di bullismo e/o cyberbullismo. La sperimentazione del fumo di sigaretta è più diffusa tra le ragazze rispetto ai ragazzi (10% vs 13%). Circa tre ragazzi su quattro hanno bevuto alcol, almeno una volta, negli 30 ultimi giorni. Il 76% considera il proprio stato di salute eccellente e/o buono. Le ragazze hanno una percezione positiva della propria vita inferiore rispetto ai coetanei maschi. L’84% ha contatti online frequenti con gli amici stretti, le ragazze con percentuali più alte rispetto ai ragazzi.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 16 novembre 2023

Revisione a cura di: Silvia Andreozzi, Paola Nardone, Silvia Ciardullo – Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (CNAPPS), ISS