L'interruzione volontaria di gravidanza tra le donne straniere
L’esigenza di condurre uno studio dedicato specificatamente alle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) effettuate da donne straniere nasce dalla considerazione che l’immigrazione in Italia è in aumento e non è più un fatto congiunturale e transitorio, ma si presenta come fenomeno stabile e strutturale che merita di essere seguito e conosciuto nelle sue dinamiche più profonde. Nel 2003 il dato del ministero dell’Interno parla di 1.061.718 donne straniere e la stima della Caritas è di 1.344.000 straniere regolari nel nostro Paese alla fine del 2004.
Nel tempo si è osservato anche un aumento della proporzione di Ivg effettuate da donne straniere: 10.131 (7,4% del totale delle Ivg) nel 1996, 21.201 (15,9%) nel 2000 e 31.836 (26%) nel 2003. In alcune Regioni, dove maggiore è la presenza di immigrati, questa percentuale risulta più elevata: 38% in Veneto, 37% in Lombardia, 34% in Emilia Romagna, 33% in Piemonte e 31% nel Lazio. Anche i tassi di abortività indicano un ricorso all’aborto molto maggiore tra le donne straniere rispetto alle italiane (rispettivamente 35,5 e 8,1 per 1000 donne in età feconda nel 2002).
Se è vero che le statistiche correnti permettono di delineare un quadro generale del fenomeno, tuttavia rimangono largamente inesplorati gli aspetti individuali e culturali che rappresentano una componente importante nelle scelte riproduttive.
Per questa ragione l’Istituto superiore di sanità (Iss) nel 2004 ha condotto un’indagine multicentrica sul ricorso all’Ivg tra le donne immigrate. L’indagine è stata coordinata dal reparto Salute della donna e dell’età evolutiva dell’Iss (dal 1980 responsabile del sistema di sorveglianza epidemiologica delle Ivg), in collaborazione con l’Agenzia di sanità pubblica della Regione Lazio.
I principali obiettivi dell'indagine sono stati:
- approfondire le conoscenze sulle scelte riproduttive nella popolazione immigrata
- individuare eventuali fattori di rischio e le motivazioni del ricorso all’Ivg
- evidenziare le differenze tra i gruppi etnici
- valutare l'accesso ai servizi e le difficoltà più frequentemente incontrate dalle donne immigrate
- fornire agli operatori proposte per migliorare l'organizzazione dei servizi e per la prevenzione dell'Ivg.
Leggi il rapporto Istisan “Indagine sull’interruzione volontaria della gravidanza tra le donne straniere” e guarda le presentazioni del convegno sull’Ivg tra le donne straniere che si è tenuto il 15 dicembre 2005 all’Iss:
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La donna immigrata
in Italia
Giovanni Baglio - Up Studio dei fenomeni migratori, Agenzia di sanità pubblica Lazio -
L’Ivg in Italia
Michele Grandolfo – Reparto salute della donna e dell’età evolutiva del Cnesps, Iss -
Indagine
sull’Ivg tra le donne straniere
Angela Spinelli, Emanuela Forcella, Samantha Di Rollo – Iss e Agenzia di sanità pubblica Lazio -
Gli ospedali di
Milano: la clinica universitaria Mangiagalli e i centri di salute
e ascolto per le donne immigrate degli ospedali San Paolo e San Carlo
Graziella Sacchetti - Clinica ostetrica e ginecologia, ospedale San Paolo di Milano -
L’offerta dei
consultori familiari della Asl città di Milano alla donna e alla
famiglia immigrata nella problematica dell’interruzione di gravidanza:
questioni aperte
Patrizia Madoni – Asl città di Milano -
L’esperienza
dell’ospedale Sant’Anna di Torino
Paola Serafini – ospedale Sant’Anna di Torino -
Il centro
salute famiglia straniera di Reggio Emilia
Andrea Foracchia - Uo Salute donna, Ausl Reggio Emilia -
Donne per un mondo
nuovo
Cecilia Pèrez - Psicologa clinica e mediatrice linguistica culturale -
Tutela della maternità: progetto di
prevenzione Ivg nelle donne straniere
Giovanna Scassellati, Marcela Bulcu - Azienda ospedaliera S. Camillo-Forlanini, Dipartimento per la tutela della salute
Sull’epidemiologia e la prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza, consulta anche il rapporto Istisan del 1991 "Epidemiologia dell'aborto e possibilità di prevenzione" (pdf 7,5 Mb): un'indagine conoscitiva sull'applicazione delle leggi su Ivg e consultori commissionata nel 1989 dalla Camera. Un documento ancora attuale, soprattutto per l'interpretazione dell'evoluzione del fenomeno e le proposte di prevenzione e razionalizzazione dei servizi.
Michele Grandolfo e Angela Spinelli, in un articolo di prossima pubblicazione sul primo volume del 2006 di Ostetricia e ginecologia (che pubblichiamo in anteprima per gentile concessione dell'editore Verduci), presentano il quadro epidemiologico nazionale aggiornato sull'interruzione volontaria di gravidanza.
Sul sito del ministero della Salute tutte le relazioni sullo stato di attuazione della legge 194/78.