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Health4EUKids – WP4: il workshop di Roma (marzo 2025)



Focus: sostenibilità e Policy Dialogue

 

Il 27 e 28 marzo 2025 si è svolto a Roma, all’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il secondo incontro in presenza del Work Package 4 (WP4) del progetto europeo Health4EUKids. L’evento ha rappresentato un momento cruciale per fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto e definire le strategie per garantirne la sostenibilità e la trasferibilità a livello europeo.

 

Le due giornate hanno riunito tutti i partner del consorzio, provenienti da Grecia, Malta, Spagna, Belgio, Finlandia, Ungheria, Slovenia, Lituania, Croazia, Polonia, Portogallo e Italia, e hanno visto la partecipazione attiva dei responsabili dei diversi Work Package. I lavori si sono aperti con i saluti di benvenuto di Giovanni Capelli, direttore del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute (CNaPPS) dell’ISS, affiancato dal coordinatore del progetto Apostolos Vantarakis (Università di Patrasso) e dalle coordinatrici del WP4 Chiara Cattaneo e Angela Giusti (ISS).

 

I lavori del primo giorno del workshop

Durante la prima giornata, i partner hanno presentato i piani previsti per l’ultimo anno di progetto (che termina nel 2025) relativi ai diversi Work Package: dal WP su coordinamento e disseminazione alla valutazione fino ai due gruppi dedicati all’implementazione delle due Best Practice al centro del progetto, “Grünau Moves” e “Smart Family”.

 

Un’attenzione particolare è stata rivolta al processo DELPHI curato dal WP4. Il DELPHI è un metodo che permette di analizzare e sintetizzare in modo iterativo le opinioni di un gruppo di esperte ed esperti su un determinato tema. In questo caso l'obiettivo era quello di identificare criteri condivisi di sostenibilità delle Best Practice implementate. Durante l’incontro è stato presentato l’esito del primo round del DELPHI, che ha coinvolto 34 esperti provenienti da dieci Paesi europei, tra cui membri del comitato consultivo, partner del progetto e stakeholder esterni, con competenze multidisciplinari in salute pubblica, nutrizione, economia sanitaria, promozione della salute e implementazione di politiche.

 

Le valutazioni relative a entrambi gli interventi (Grünau Moves e Smart Family) sono state raccolte e analizzate attraverso un questionario qualitativo, strutturato secondo il Dynamic Sustainability Framework e articolato in nove aree tematiche, tra cui adattabilità, governance, sostenibilità finanziaria ed equità. I risultati hanno evidenziato, tra gli elementi chiave, l’importanza della co-progettazione dal basso, l’allineamento con politiche locali e la necessità di strutture di governance intersettoriali. In tema di finanziamento è emersa l’efficacia di fondi strutturali europei e budget municipali, mentre per l’integrazione nei sistemi sanitari si è discussa l’utilità di ancorare le pratiche a strategie nazionali, come ad esempio il Piano spagnolo 2022–2030 contro l’obesità infantile.

 

È emersa inoltre l’importanza della valutazione partecipata e della comunicazione adattiva, suggerendo l’utilizzo di strumenti quali dashboard locali, campagne di sensibilizzazione e materiali informativi multilingue. Il confronto ha confermato la rilevanza di un approccio flessibile ma strutturato, capace di adattarsi ai diversi contesti nazionali e locali, favorendo al contempo coerenza e replicabilità a livello europeo.

 

Attraverso sessioni di lavoro di gruppo e discussioni plenarie, sono emersi spunti concreti su come integrare questi interventi nei Sistemi sanitari dei diversi Paesi.

 

Nel gruppo dedicato a Grünau Moves, i partecipanti hanno sottolineato l'importanza del coinvolgimento attivo della comunità, anche attraverso strumenti formali, come quadri normativi in grado di favorire la creazione di tavoli intersettoriali per la pianificazione della salute, con la partecipazione di amministrazioni locali, servizi sanitari e società civile. Particolarmente efficaci si sono dimostrati i protocolli vincolanti tra Comuni e Aziende sanitarie locali, che consentono di superare le interruzioni legate alla conclusione dei finanziamenti o ai cambiamenti politici. Il modello si fonda su una leadership condivisa, con un ruolo guida assegnato ai servizi sanitari territoriali, rafforzando l’allineamento con gli obiettivi di salute pubblica a lungo termine.

 

La discussione ha messo in luce l’importanza di valorizzare le iniziative già presenti nei territori, promuovendo l’allineamento dal basso anziché adottare approcci sostitutivi, processo che favorisce la fiducia e la responsabilizzazione delle comunità. Tuttavia, sono emerse alcune criticità legate alla variabilità politica: anche in presenza di mandati legali, la rotazione amministrativa può minare la continuità degli interventi, rendendo evidente il bisogno di un coinvolgimento multi-istituzionale e della costruzione di una solida rete di supporto.

 

In tema di sostenibilità economica, i partecipanti hanno proposto di integrare Grünau Moves nei canali ordinari di finanziamento, come i fondi strutturali regionali per la sanità pubblica, e di promuovere strumenti di bilancio partecipativo a livello municipale. È stata respinta l’idea di ricorrere a partnership pubblico-private, considerate poco appropriate per interventi che riguardano ambiti sensibili come quello alimentare. In alternativa, sono stati valorizzati approcci che riorganizzano risorse già disponibili, come scuole, forze dell’ordine e servizi sanitari. Un esempio virtuoso condiviso è stato quello di un micro-intervento in cui gli agenti di polizia, già impegnati nell’assistenza a persone in condizioni di isolamento, sono stati formati per promuovere comportamenti legati a una corretta idratazione e alimentazione, senza costi aggiuntivi.

 

Infine, è stato ribadito che la forza del modello sta nella sua adattabilità e nei saldi i principi di partecipazione, co-progettazione e inclusione delle fasce vulnerabili, affinché l’intervento possa essere modellato sui contesti locali. Le strategie di ingaggio variano notevolmente tra territori: dall’uso di scuole come punti di accesso a metodi di osservazione partecipata. I Paesi mediterranei hanno inoltre evidenziato una sintonia culturale con il programma, legata al tipo di dieta, ma anche delle difficoltà legate all’aumento dei prezzi degli alimenti sani, con impatto maggiore soprattutto sulle fasce più fragili della popolazione.

 

Nel gruppo dedicato a Smart Family, l’attenzione si è concentrata sulla sfida dell’integrazione dell’intervento nei Sistemi sanitari ed educativi, nonché sulla sostenibilità a lungo termine. È stato chiarito che Smart Family non è un intervento puramente digitale, bensì una metodologia per promuovere un cambiamento di approccio tra personale specializzato e famiglie. Gli strumenti digitali (come le Smart Family Card o i QR code) sono di supporto, ma non il cuore del programma. Tra gli ostacoli più rilevanti sono emersi la bassa alfabetizzazione digitale e la resistenza culturale all’uso delle tecnologie, in particolare tra le fasce più vulnerabili della popolazione. Per superare questi limiti, sono stati proposti materiali visivi accessibili e piattaforme semplificate, pensate per supportare la formazione delle professioniste e dei professionisti.

 

Dal punto di vista dell’integrazione, è emersa la necessità di superare la frammentazione tra i settori sanitario, educativo e sociale, proponendo Smart Family come parte dell’attività ordinaria di professioniste e professionisti, legandolo a programmi di formazione continua. In alcuni Paesi è stato esplorato il collegamento del programma con iniziative già esistenti nell’ambito della prima infanzia, nell’educazione pubblica e nelle cure primarie. Per quanto riguarda la scalabilità, le principali difficoltà risiedono nella mancanza di interoperabilità tra sistemi informativi e nella dispersione della responsabilità sui dati familiari. Tra le soluzioni proposte figurano l’adozione di linee guida comuni, l’elaborazione di approcci specifici per ciascun gruppo professionale e la sperimentazione in contesti locali eterogenei.

 

Infine, riguardo alla sostenibilità, è stato sottolineato il rischio di fare affidamento su indicatori semplicistici, come il BMI (Body Mass Index, indice di massa corporea). I partecipanti hanno invece raccomandato l’adozione di misurazioni centrate sul processo, come la fiducia genitoriale o il “clima di salute” familiare, e valutazioni partecipative che coinvolgano attivamente le famiglie. L’obiettivo è rilevare cambiamenti comportamentali profondi e sostenibili, piuttosto che risultati immediati e potenzialmente fuorvianti.

 

I lavori del secondo giorno del workshop

La seconda giornata è stata dedicata al Policy Dialogue, altro elemento chiave per garantire la trasferibilità, la sostenibilità e la scalabilità delle Best Practice a livello istituzionale, con interventi che hanno fornito strumenti operativi e condiviso esperienze da parte di Finlandia, Slovenia e Lituania. Non si tratta semplicemente di una presentazione di risultati, ma di un processo strutturato pensato per coinvolgere decisori politici, stakeholder chiave e rappresentanti di diversi settori (non solo sanitario), in un confronto orientato all’azione e alla ricerca di soluzioni pratiche e condivise.

 

Come illustrato da Nella Savolainen (THL, Finlandia), il Policy Dialogue può rappresentare l’avvio di un processo politico di lungo termine oppure inserirsi in iniziative già esistenti. Il suo valore risiede nel creare uno spazio condiviso in cui costruire consenso, fiducia e ownership, promuovendo il dialogo intersettoriale e favorendo una maggiore trasparenza e responsabilità nell’attuazione delle azioni identificate.

 

Nel contesto di Smart Family, ad esempio, gli obiettivi possono includere l’identificazione di opportunità legislative, la creazione di collaborazioni intersettoriali (come sanità, istruzione, servizi sociali), il coinvolgimento di nuovi stakeholder o l’avvio di processi decisionali innovativi. Gli esiti attesi da questi dialoghi spaziano dalla definizione di strumenti di monitoraggio all’individuazione di opzioni di finanziamento, fino alla promozione di cambiamenti comportamentali tra il personale chiave coinvolto.

 

Durante l’incontro, i gruppi di lavoro hanno riflettuto su come strutturare e attivare Policy Dialogue efficaci nei rispettivi Paesi, partendo dalle esperienze esistenti e definendo azioni concrete e realistiche per il futuro, per sostenere l’adozione sistemica delle Best Practice.

 

I lavori si sono conclusi con un momento di confronto tra tutti i partner per definire i prossimi passi in vista della conclusione del progetto.

 

L’incontro di Roma ha sottolineato l’importanza del confronto per rafforzare la cooperazione tra i partner e promuovere un approccio europeo integrato nella prevenzione dell’obesità infantile e nella promozione di stili di vita sani, con particolare attenzione al supporto genitoriale. In qualità di partner ospitante, l’ISS ha ribadito il proprio impegno nella diffusione e nell’integrazione delle Best Practice a livello internazionale, favorendo anche il dialogo con altri progetti europei attualmente in essere.

 

In quest’ottica, è stato dedicato uno spazio alla sinergia tra le Best Practice di Health4EUKids e quella promossa nell’ambito della Joint Action (JA) Prevent NonCommunicable Diseases (JA PreventNCD), con particolare attenzione al sostegno alle famiglie, a bambine e bambini nei primi anni di vita, nonché all’iniziativa Baby-Friendly Community and Health Service coordinata dal WP6 della JA. In questo contesto, grazie alla partecipazione a entrambe le Joint Action, Italia, Spagna e Grecia stanno sviluppando azioni coordinate che fungono da ponte tra i due progetti, con l’obiettivo di rafforzarne l’integrazione e garantire una maggiore sostenibilità a lungo termine.

 

In quest’ambito si è inserito anche l’incontro con un gruppo di studenti dell’Università di Patrasso, ospiti dell’ISS durante le due giornate di lavoro: un’occasione preziosa per stimolare il dialogo con le nuove generazioni sui temi della ricerca attuale, favorire la condivisione di conoscenze e rafforzare l’attenzione verso la formazione e lo sviluppo di competenze nel campo della salute pubblica e della promozione della salute.

 

Risorse utili

 

Data di pubblicazione della pagina: 30 aprile 2025

Testo scritto da: Vittorio Palermo, Annachiara Di Nolfi, Vincenza Di Stefano, Paola Scardetta, Francesca Zambri, Angela Giusti, Chiara Cattaneo – Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) ISS