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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza

La sorveglianza consiste nel raccogliere i dati in modo continuo e sistematico, nella loro analisi e nella produzione di informazioni utili a guidare azioni. Nel caso di malattie infettive, per esempio, è quindi lo strumento che consente di mantenere alto il livello di attenzione, definire dimensioni e caratteristiche del problema, indirizzare gli interventi, monitorare i progressi mediante l’utilizzo di indicatori specifici e individuare tempestivamente eventi sentinella ed epidemie.

 

Le malattie infettive acquisite in comunità sono in buona parte soggette a notifica obbligatoria dopo la segnalazione dal medico che pone il sospetto o la diagnosi di infezione (Ministero della Salute, Decreto 7 marzo 2022 Revisione del sistema di segnalazione delle malattie infettive, (PREMAL). Questo flusso di notifica che si basa sull’attesa dell’evento e sulla ricezione del dato dà origine a una forma di sorveglianza cosiddetta “passiva”.

 

Al contrario, per le infezioni correlate all’assistenza (ICA) la sorveglianza si basa, al momento, sulla ricerca attiva di determinati eventi rispondenti alla definizione di caso nei reparti di degenza e nella conseguente segnalazione da parte di personale specializzato nel controllo delle infezioni.

 

Questa tipologia di sorveglianza si è dimostrata efficace nel promuovere la qualità dell’assistenza e ridurre il rischio di infezione. Superato il concetto di infezioni nosocomiali, che era focalizzato solo sugli ospedali, e introdotto quello più generico di infezioni correlate all’assistenza, nell’attivazione dei sistemi di sorveglianza va tenuto conto che la sorveglianza delle ICA è un’entità composita e che quindi le componenti necessarie forniscono diverse informazioni in diversi contesti e/o per diversi patogeni. Possono quindi avere tempistiche differenti per la segnalazione, modalità differenti (passive vs attive), oggetti differenti di sorveglianza, fonti di dati differenti.

 

Nonostante l’evidente importanza di tutto questo, non tutti i Paesi dispongono di sistema nazionale coordinato per la sorveglianza, integrato con il programma di prevenzione e controllo delle ICA, con obiettivi, attività e tempistiche ben delineate. Questo tipo di sistema di sorveglianza dovrebbe, in linea generale, basarsi su sistemi di sorveglianza locali/regionali con i dati che confluiscono a livello nazionale.

 

Gli autori di una revisione condotta nel 2020 hanno rilevato che solo 42 Paesi ad alto reddito (30,4%) e 7 a reddito medio-alto (12,5%) avevano implementato un sistema di sorveglianza nazionale per le ICA

 

Ne risulta la necessità di creare o rafforzare sistemi di sorveglianza a livello delle istituzioni sanitarie nonché a livello nazionale utilizzando i sistemi di sorveglianza e gli indicatori raccomandati dall'ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) e le definizioni di caso concordate a livello comunitario conformemente alle disposizioni della decisione n.2119/98/CE e decisione di esecuzione (UE) 2018/945 della Commissione relativa alle malattie trasmissibili e ai problemi sanitari speciali connessi da incorporare nella sorveglianza epidemiologica, nonché alle pertinenti definizioni di caso.

 

Per questo motivo, l’ECDC coordina una serie di attività volte al consolidamento di sistemi di sorveglianza delle ICA a livello nazionale all’interno del network HAI-Net (Healthcare-Associated Infections Surveillance Network):

  1. studio nazionale di prevalenza ripetuto ogni 5 anni negli ospedali per acuti
  2. studio nazionale di prevalenza ripetuto ogni 5 anni nelle strutture residenziali per anziani
  3. sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico
  4. sorveglianza delle infezioni in terapia intensiva
  5. sorveglianza delle infezioni da Clostridium difficile.

In Italia, l’Emilia-Romagna è stata la prima Regione, nel 2006, a valutare la fattibilità di un sistema di sorveglianza nazionale delle ICA secondo i protocolli europei, seppure con una partecipazione di Regioni/ospedali limitata. La disomogeneità nella raccolta dei dati implica forti difficoltà analitiche.

 

Per rispondere a queste necessità il CCM (Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) ha assegnato all’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con altre unità operative, il progetto “Sostegno alla Sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza anche a supporto del PNCAR” (2019) con lo scopo di definire un piano per estendere progressivamente le attività di sorveglianza già esistenti a livello nazionale e implementarne delle nuove, con l’obiettivo finale di mettere a punto un sistema integrato nazionale stabile per la sorveglianza delle ICA coordinato dall’ISS.

 

In parallelo il Piano per il contrasto all’antimicrobico-resistenza (PNCAR) prevede che le attività di sorveglianza siano responsabilità di personale dedicato, che esistano dei percorsi formativi specialistici e la possibilità di utilizzare i risultati per programmare interventi per il miglioramento dell’assistenza prestata.

 

Il programma di sorveglianza italiano prima del progetto CCM si articolava nei seguenti temi:

  • Sistema di sorveglianza nazionale delle Infezioni del sito chirurgico (SNICh): attivo dal 2007, pubblica report annuali e riceve dati da Aziende Sanitarie di alcune Regioni italiane;
  • Sistema di sorveglianza nazionale delle infezioni in terapia intensiva (SITIN). attivo dal 2009, pubblica report ogni due anni e aggrega a livello nazionale dati provenienti da 3 diverse reti collaborative (GIViTI; SPIN-UTI)
  • studio di prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza negli ospedali per acuti, e nelle strutture residenziali per anziani coordinati da ECDC e svolti con cadenza quinquennale.

Il progetto CCM mira a rendere più stabili e rappresentativi i sistemi sopracitati affiancandogli anche la sorveglianza delle infezioni da C. difficile, sorveglianza delle infezioni da MRSA (Staphylococcus aureus meticillino-resistente), e sorveglianza del consumo di soluzione idroalcolica in ambito ospedaliero.

 

Il flusso organizzativo per l’attivazione delle sorveglianze prevede:

  • lancio delle sorveglianze attraverso Circolari del Ministero
  • coinvolgimento sempre maggiore dei referenti regionali
  • impostazione delle attività come sorveglianze routinarie istituzionali piuttosto che come studi
  • utilizzo di procedure e piattaforme conformi alle regole del GDPR (General Data Protection Regulation) che disciplina il trattamento dei dati da parte delle organizzazioni
  • disseminazione dei risultati come sorveglianze nazionali istituzionali.

Per consultare la documentazione e lo stato di implementazione delle singole sorveglianze consultare le pagine ad esse dedicate su EpiCentro

 

Risorse utili
  • ECDC. Healthcare-associated Infections Surveillance Network (HAI-Net)
  • il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020
  • l’articolo “Surveillance systems for healthcare-associated infection in high and upper-middle income countries: A scoping review”, pubblicato sul Journal of Infection and Chemotherapy (Volume 26, Issue 5, 2020, Pages 429-437), ISSN 1341-321X, https://doi.org/10.1016/j.jiac.2020.01.001
  • l’articolo “Automated surveillance of healthcare-associated infections: state of the art” pubblicato su Curr Opin Infect Dis. (2017 Aug;30(4):425-431) doi: 10.1097/QCO.0000000000000376. PMID: 28505027.

 

Data di ultimo aggiornamento: 20 ottobre 2022

Data di pubblicazione della pagina: 24 febbraio 2022

Testo scritto da: Giulia Fadda, Adriano Grossi, Fortunato “Paolo” D’Ancona- Dipartimento malattie infettive ISS