Sorveglianza del consumo di soluzione idroalcolica per l'igiene delle mani in ambito ospedaliero
L’igiene delle mani è una componente chiave delle strategie di sanità pubblica volte a prevenire l’insorgenza di infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) e contrastare l’antibiotico-resistenza (ABR). È dimostrato che questa pratica, semplice ed efficace, abbia notevoli vantaggi sia dal punto di vista sanitario che economico: si stima infatti che possa prevenire fino al 50% delle ICA e che i costi totali dell’implementazione della corretta igiene delle mani ammonterebbero a meno del 2% dei costi attribuibili alle ICA evitate.
Alla luce di queste evidenze, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sviluppato linee guida per supportare e facilitare l’implementazione e la valutazione di una strategia per migliorare l’igiene delle mani. Queste includono la raccomandazione di usare la soluzione alcolica per la disinfezione di routine delle mani nelle aree sanitarie, soprattutto per la sua facile reperibilità, l’indipendenza da una fonte di acqua pulita e la comprovata efficacia nel ridurre il carico microbico.
Nonostante negli ultimi anni si sia posta maggiore attenzione all’igiene delle mani a causa della pandemia di COVID-19, l’aderenza a questa pratica da parte degli operatori sanitari rimane bassa e ben lontana dalla percentuale che l’OMS si auspica di raggiungere (almeno il 75%).
In questo contesto, il monitoraggio dell’igiene delle mani è fondamentale per fornire dati utili agli ospedali, evidenziare aree di miglioramento e misurare l’efficacia delle azioni intraprese. In Italia, la sorveglianza nazionale del consumo di soluzione idroalcolica in ambito ospedaliero si effettua mediante un monitoraggio indiretto, che, seppur non rappresenti il gold standard secondo il protocollo dell’OMS, consente di mappare rapidamente e in modo affidabile il consumo di soluzione idroalcolica a livello nazionale.
In Italia
In Italia, la sorveglianza del consumo della soluzione idroalcolica (CSIA) per l’igiene delle mani è stata istituita nel 2021 e la sua importanza è stata sottolineata come prioritaria dal Piano Nazionale di contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025 e dal Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025.
Obiettivi della sorveglianza
L’obiettivo della sorveglianza è monitorare nel tempo, a livello nazionale e regionale, il consumo di soluzione idroalcolica in ambito ospedaliero, in ogni ospedale pubblico per acuti, ma anche nelle strutture private convenzionate e non convenzionate, e nelle strutture socioassistenziali e sociosanitarie se dotate di codice ministeriale, purché con giornate di degenza.
Metodo di raccolta dei dati
A livello centrale, la gestione della sorveglianza CSIA è a carico del Reparto di Epidemiologia, Biostatistica e Modelli Matematici del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Lo stesso istituto, in collaborazione con il Ministero della Salute, è tenuto ad analizzare i dati ottenuti e a divulgare i relativi risultati.
Ogni Regione/Provincia Autonoma (PA) designa un referente per la sorveglianza CSIA. Ogni struttura sanitaria sul territorio si avvale di un referente di struttura, responsabile della raccolta e dell'invio dei dati tramite la piattaforma web https://csia.iss.it/. Il file generato dall’inserimento dei dati deve poi essere inviato ai referenti regionali, che caricano i file delle diverse strutture. I referenti regionali hanno la possibilità di caricare i dati della struttura semestrali (I e II semestre) o annuali.
L’OMS suggerisce di esprimere il consumo di soluzione idroalcolica in litri di soluzione consumati ogni 1000 giornate di degenza ordinaria (L/1000 GDO) e indica come standard di riferimento un consumo medio di 20 L/1000 GDO. I dati di consumo sono stati raccolti su tre livelli: intera struttura (I livello), area di degenza (II livello) e, a III livello, disaggregati per le singole aree/discipline di assistenza (Medica, Chirurgica, Terapia Intensiva, Ortopedica traumatologica, altre aree di degenza).
Analisi dei dati
Nelle singole strutture sono state escluse le aree non presenti. Per escludere dati di consumo eccessivamente elevati, potenzialmente dovuti a errori di segnalazione da parte delle strutture, sono stati applicati dei valori soglia (cut-off) basati sulla distribuzione dei dati.
Il cut-off varia in base ai dettagli dell’area ospedaliera: per l'intera struttura e per la terapia intensiva, sono stati considerati validi ai fini dell'analisi i consumi compresi tra 0 L/1000GDO e 300 L/1000GDO. Per tutte le altre categorie sono stati considerati validi ai fini dell'analisi i consumi compresi tra 0 L/1000GDO e 200 L/1000GDO.
Sono stati considerati i dati delle aree di II livello (degenza ordinaria) e di III livello (medica, chirurgica e terapia intensiva). L’analisi ha incluso tutti i caricamenti effettuati dai referenti regionali fino al 29 luglio 2025. Per i dati degli anni precedenti sono stati considerati il dataset utilizzato nell’articolo “Italian National Surveillance of alcohol-based hand rub consumption in a healthcare setting- A three-year analysis: 2020-2022” di Caramia et al. e quelli del report precedente.
