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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Sorveglianza del consumo di soluzione idroalcolica per l'igiene delle mani in ambito ospedaliero

L’igiene delle mani è scientificamente riconosciuta come la strategia più importante per prevenire la diffusione dei microrganismi resistenti agli antibiotici e ridurre le infezioni correlate all’assistenza (ICA).

 

L’importanza del suo ruolo è stata più volte sottolineata da tutte le istituzioni nazionali e internazionali, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, nel 2009, ha pubblicato le “Linee guida sull’igiene delle mani” che forniscono le indicazioni per una corretta igiene delle mani. È stato stimato che l’adesione a una corretta e accurata igiene delle mani da parte del personale sanitario, può ridurre fino al 40% delle ICA con enormi vantaggi sia dal punto di vista sanitario che economico: si valuta infatti che i costi totali della implementazione della corretta igienizzazione delle mani ammonterebbero a meno del 2% dei costi attribuibili alle ICA evitate.

 

Secondo l’OMS l’utilizzo dei prodotti a base alcolica rappresenta un’ottima alternativa all’impiego di acqua e sapone per l’igienizzazione routinaria delle mani nelle aree di assistenza sanitaria. Grazie a diversi vantaggi elimina la maggior parte dei microrganismi in breve tempo (20-30 secondi), offre un’ottima tollerabilità dermatologica, è possibile renderla disponibile al letto del paziente e non necessita di particolari infrastrutture (come rubinetti, lavandini, ecc) di acqua pulita, sapone e asciugamani.

 

Nonostante negli ultimi anni si sia posta una maggiore attenzione all’igiene delle mani a causa della pandemia di COVID-19, l’aderenza a questa pratica da parte degli operatori sanitari rimane bassa e ben lontana dalla percentuale che l’OMS si auspica di raggiungere (almeno il 75%).La difficoltà nel conseguimento di questo obiettivo risulta dovuta soprattutto alla forte resistenza, da parte degli operatori sanitari, al cambiamento delle abitudini quotidiane.

 

In Italia, lo studio di prevalenza puntuale sulle ICA negli ospedali per acuti pubblicato nel 2018 ha usato il “consumo di soluzione idroalcolica” (CSIA) come indicatore di diagnostica e controllo delle infezioni, misurando i litri di soluzione idroalcolica consumati all’anno, il numero di letti con dispenser di soluzione idroalcolica e la percentuale di personale con dispenser di soluzione idroalcolica in tasca. Ne è risultato che negli ospedali campione sono stati consumati una mediana di 9,17 litri per 1000 giorni/paziente (dati stratificati per dimensioni degli ospedali), un valore al di sotto della mediana europea di 18,7 L/1000 gg paziente, superiore alla mediana italiana dello studio di prevalenza del 2011-2012 (7,2 L/1000 gg paziente), ma ancora lontano dallo standard OMS di una media di 20 L/1000 gg paziente.

 

Nel nostro Paese sono stati condotti molti studi osservazionali per valutare l’adesione alle procedure di igienizzazione delle mani da parte degli operatori sanitari che però si sono limitati a registrare le situazioni solo a livello regionale o addirittura locale. La sorveglianza a livello nazionale invece è di fondamentale importanza. Per questo motivo il protocollo della “Sorveglianza nazionale del consumo di soluzione idroalcolica per l’igiene delle mani in ambito ospedaliero” promuove le strategie di implementazione, promozione e controllo delle corrette pratiche di igienizzazione delle mani fornendo indicazioni, agli amministratori della sanità e in generale a tutte le autorità sanitarie interessate, per procedere alla sorveglianza, attraverso il metodo indiretto [1], del consumo di soluzione idroalcolica quale criterio per stimare l’adesione, da parte del personale sanitario, alle procedure d’igiene delle mani e dunque prevenzione di ICA.

 

Questo protocollo è stato disseminato tramite la circolare del Ministero della Salute del 2 dicembre 2021. Sono stati raccolti i dati relativi agli anni 2020 e 2021 da rispettivamente 13 e 11 Regioni/PP.AA. Nella seguente tabella è riportato il consumo mediano nazionale di soluzione idroalcolica per l'igiene delle mani in ambito ospedaliero espresso in Litri/1000 Giornate di Degenza Ordinaria (GDO) e numero di strutture considerate come previsto dall’OMS.

 

 

 2020^

2021^

 

L/1000 GDO (n strutture)

L/1000 GDO (n strutture)

CSIA intera struttura

49 (n=394)

40 (n=376)

CSIA degenza ordinaria*

25 (n=300)

21 (n=317)

Tabella 1 Dati preliminari di consumo mediano nazionale di soluzione idroalcolica in ambito ospedaliero in L/1000GDO e N strutture considerate, nel 2020 e 2021.

 

*standard OMS 20 L/1000 GDO

^Sono stati eliminati alcuni valori anomali eccessivamente elevati

 

Inoltre, nel mese di marzo 2023 è stata implementata la raccolta dati per il 2022 grazie all’attivazione dell'applicativo web CSIA-ISS (https://csia.iss.it/), che permetterà di migliorare il monitoraggio dei dati e l’informatizzazione del sistema.

 

Nota

  1. Prevede la misurazione del quantitativo dei prodotti utilizzati per l’igienizzazione delle mani, da parte del personale sanitario, attraverso i flussi di consumo. L’unità di grandezza proposta dall’OMS, con cui esprimere i risultati ottenuti per il consumo di soluzione idroalcolica, è “Litri di soluzione idroalcolica consumati per 1000 giornate di degenza ordinaria (CSIA/1000 GDO)”. La stessa OMS indica come standard di riferimento un consumo medio ≥20 litri di CSIA/1000 GDO e almeno una percentuale di adesione all’igiene delle mani ≥75%.
Documentazione relativa alla sorveglianza del CSIA in ambito ospedaliero

 

Risorse utili

 

Data di ultimo aggiornamento: 14 marzo 2024

Data di pubblicazione della pagina: 27 ottobre 2022

Testo scritto da: Alessandra Caramia, Giulia Fadda, Fortunato “Paolo” D’Ancona - Dipartimento malattie infettive, ISS