Sorveglianza delle ICA in terapia intensiva
Le infezioni associate alle Unità di terapia intensiva (UTI) sono quelle che si verificano 48 ore dopo il ricovero in terapia intensiva. È più probabile che i pazienti in questi reparti abbiano un’ospedalizzazione prolungata e siano portatori di dispositivi medici invasivi. Dunque è anche più facile che possano contrarre un’infezione correlata all’assistenza (ICA), in particolare infezioni del sangue e polmonari associate a loro volta a un’elevata mortalità. Queste infezioni hanno un impatto significativo sulla qualità dell'assistenza e sulla sicurezza del paziente.
Per limitare al minimo il rischio di infezione sono necessari dei solidi programmi di prevenzione e controllo che prevedono ad esempio:
- la presenza di un team dedicato e composto da diverse figure professionali come un Infection Prevention and Control -IPC focal point, un epidemiologo, un microbiologo, infermieri, farmacisti, ecc
- la formazione per i medici di terapia intensiva
- l'implementazione dell'isolamento del paziente
- la promozione della conformità all'igiene delle mani e la valutazione della sua conformità
- lo sviluppo di protocolli di prevenzione delle infezioni e di sorveglianza.
La sorveglianza a livello europeo
La rete di sorveglianza delle infezioni associate all'assistenza sanitaria (HAI-Net) del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) coordina la sorveglianza europea delle ICA nelle unità di terapia intensiva dal 2008. La metodologia è stata originariamente sviluppata dal progetto HELICS nel 2000–2002 e adottata dall'ECDC nel 2010. Una revisione del primo protocollo è stata concordata nel 2013–2015 e nel 2017 mentre l’ECDC ha pubblicato il proprio protocollo aggiornato per la sorveglianza delle ICA e gli indicatori di prevenzione nelle unità di terapia intensiva europee.
L'obiettivo del protocollo di sorveglianza dell'ECDC è la standardizzazione delle definizioni di caso, della raccolta dei dati e delle procedure di segnalazione per gli ospedali che partecipano alla sorveglianza nazionale o locale delle ICA nelle unità di terapia intensiva in tutta Europa, al fine di facilitare la raccolta di dati epidemiologici comparabili come base per la programmazione degli interventi.
La sorveglianza in Italia
Della sorveglianza delle ICA in terapia intensiva nel nostro Paese se ne occupano SPIN-UTI (Sorveglianza Prospettica Infezioni Nosocomiali in Unità di Terapia Intensiva) e il Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi In Terapia Intensiva (GiViTi).
Il Progetto “Sorveglianza Prospettica Infezioni Nosocomiali in Unità di Terapia Intensiva, SPIN-UTI del Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera (GISIO) della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), è stato costituito nel 2015 per creare una rete italiana di sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) nelle UTI e per assicurare la standardizzazione delle definizioni, della raccolta dei dati e delle procedure di feedback al fine di contribuire al benchmark europeo e per migliorare la qualità dell’assistenza nelle UTI in un contesto multicentrico. Il progetto SPIN-UTI utilizza un protocollo che integra quello HAI-Net ICU dell’ECDC, con la rilevazione delle resistenze dei microrganismi associati a ICA.
Il gruppo GiViTi nasce nel 1992 con lo scopo di condurre progetti di ricerca, monitorare e valutare la qualità dell’assistenza in terapia intensiva, attraverso la raccolta di informazioni cliniche e strutturali. La rete coinvolge circa 200 reparti di terapia intensiva italiani ed è attualmente coordinata dal Laboratorio di Clinical Data Science dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS.
Il progetto “Sorveglianza Infezioni” nasce nel 2005 come un progetto di sorveglianza continuo con gli obiettivi di:
- descrivere l’epidemiologia delle infezioni nelle UTI
- individuare e descrivere i principali fattori di rischio e i principali fattori prognostici delle infezioni nelle UTI
- confrontare i diversi reparti in termini di: incidenza di infezioni e loro gravità, flora batterica prevalente, incidenza di infezioni sostenute da germi multiresistenti.
Il protocollo integra quello HAI-Net ICU dell’ECDC, la rilevazione delle resistenze associati a tutte le infezioni all’ammissione o in degenza, con informazioni sulla gravità clinica delle infezioni. Nel2021, il progetto ha coinvolto 132 reparti di terapia intensiva italiani, che hanno raccolto dati su 41.651 pazienti.
- Sul sito del Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi In
Terapia Intensiva (GiViTi):
- la pagina dedicata alla descrizione del progetto e di raccolta dei report disponibili
- la pagina dedicata ai rapporti “COVID-19 GiViTi” pensati per descrivere l’epidemiologia delle infezioni da SARS-CoV-19 all’ammissione nei reparti di Terapia Intensiva italiani e delle terapie e trattamenti effettuati su questa tipologia di pazienti
- il report “COVID-19 GiViTi” anno 2021 (pdf 252 kb)
- Sul sito della SItI la pagina dedicata a “Il Progetto SPIN-UTI del GISIO-SItI – Report SPIN-UTI 2016-17”
- Il documento “PROGETTO SPIN-UTI. Ottava edizione 2020/2021. Sorveglianza attiva Prospettica delle Infezioni Nosocomiali nelle Unità di Terapia Intensiva (UTI). Risultati finali” (pdf 417 kb) pubblicato dal Gruppo italiano per la valutazione degli interventi in Terapia Intensiva (GIVITI) e Società Italiana di Igiene (SItI) a dicembre 2021
- l’articolo “ECDC definitions and methods for the surveillance of healthcare-associated infections in intensive care units” pubblicato su Intensive Care Medicine. 44, 2216-2218 (2018)
- l’articolo “Infection Control and Prevention Considerations for the Intensive Care Unit” pubblicato su Crit Care Nurs Clin North Am. 2021 Dec;33(4):ix-x.