English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Archivio 2012-2013



(19 dicembre 2013) L’evento nascita in Emilia-Romagna: il rapporto Cedap 2012

Prosegue, per il terzo anno consecutivo, il decremento del numero dei nati in Regione che, nel 2012, sono stati 39.337 e, come gli anni precedenti, anche nel 2011 si osserva l’aumento della frequenza di madri con cittadinanza straniera (30,6%). Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Cedap “La nascita in Emilia-Romagna: 10° Rapporto sui dati del certificato di assistenza al parto (Cedap) – Anno 2012” (pdf 1,1 Mb), pubblicato a novembre 2013. Dal rapporto emerge che l’età media delle madri al momento del parto è 31,8 anni (stabile rispetto al 2011), con un aumento del numero di madri nubili (33,2%). Il 16,4% delle donne che hanno partorito nel 2011 riferisce di essere stata fumatrice nei 5 anni precedenti e, tra queste, il 40,1% ha continuato a fumare durante la gravidanza. Il 2,2% delle madri (838) è ricorsa a tecniche di procreazione assistita, un dato più che raddoppiato rispetto al 2006 (1%). L’utilizzo di tecniche di contenimento del dolore in travaglio riguarda il 75,4% dei parti, dato in aumento dal 2007 (inizio della rilevazione) a oggi. Il 27,9% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, dato in calo negli anni. Infine, la percentuale di neonati vivi di peso inferiore ai 2500 grammi è 6,7% (lievemente in calo negli ultimi due anni), quello dei neonati di peso inferiore ai 1500 grammi è 1,1%; la frequenza dei macrosomi (peso ≥4 kg) è del 6,7%. Per maggiori informazioni scarica il documento “La nascita in Emilia-Romagna: 10° Rapporto sui dati del certificato di assistenza al parto (Cedap) – Anno 2012” (pdf 1,1 Mb) e l’Allegato dati Cedap 2012 (pdf 684 kb).

 

(26 settembre 2013) L’evento nascita in Italia: il rapporto Cedap 2010

Ormai il Certificato di assistenza al parto (Cedap) è compilato per la quasi totalità dei parti che avvengono in Italia (98,8%). Nel 2010, l’88,2% dei parti è avvenuto in istituti di cura pubblici e il 37,5% è stato effettuato con taglio cesareo. Sono stati rilevati 1510 nati morti, con un tasso tra i più bassi d’Europa. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto “Certificato di assistenza al parto (Cedap). Analisi dell’evento nascita - anno 2010”, pubblicato a settembre 2013. I dati indicano inoltre che il 18,3% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana, soprattutto nelle Regioni del Centro Nord, in cui la percentuale è quasi del 28%. L’età media delle madri è 32,6 anni per le italiane e 29,3 anni per le cittadine straniere. Per maggiori informazioni visita il sito del ministero della Salute e scarica il documento.

 

(4 luglio 2013) Rapporto 2011 sulla natalità in Campania

In Campania si registra una progressiva diminuzione del numero di nati, sceso in un anno di 1692 unità. È quanto emerge dall’analisi dei dati di 57.619 CedAp pervenuti da 73 centri nascita e relativi a 54.930 nati vivi e 171 nati morti da madri residenti in Regione. Lo riferisce il rapporto “Sistema di sorveglianza della natalità, natimortalità e difetti congeniti. Rapporto sulla natalità in Campania 2011” (pdf 2,9 Mb), pubblicato a luglio 2013 dall’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Sanità regionale e dal Dipartimento di Scienze mediche preventive dell’Università Federico II di Napoli. I dati indicano che il tasso di natalità del 9,9 per 1000 è ancora il più alto tra le Regioni italiane (dopo quello del Trentino Alto Adige), tuttavia il tasso di fecondità totale continua a scendere ed è pari a 1,43 figli per donna, superato ormai da quello di alcune regioni del nord, anche per la maggior presenza di donne straniere il cui tasso di fecondità totale è uguale o maggiore a due. Il rapporto rileva, inoltre, un aumento del numero di madri a rischio socio-sanitario (soprattutto nubili, immigrate e adolescenti) e allo stesso tempo un eccessivo numero di controlli e ecografie per le gestanti e un elevatissimo ricorso al Taglio cesareo per il parto (60,5% dei nati singoli da donne residenti). Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 2,9 Mb).

 

(30 maggio 2013) World No Tobacco Day 2013: abolire pubblicità, promozione e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco

Eliminare la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione dei prodotti del tabacco è il tema dell’edizione 2013 del World No Tobacco Day. È ormai provato, infatti, che abolendo qualsiasi forma di pubblicitaria di questi prodotti si contiene sia l’iniziazione al fumo sia il mantenimento dell’abitudine. Su EpiCentro uno speciale dedicato con riflessioni, dati, approfondimenti. Leggi in particolare: “L’abitudine al fumo in gravidanza e nel puerperio”, a cura di Laura Lauria, reparto Salute della donna e dell'età evolutiva, Cnesps-Iss.

 

(7 marzo 2013) Assistenza neonatale nel Lazio

All’Umberto I di Roma con i neonati prematuri e i loro genitori per richiamare l’attenzione sull’assistenza neonatale e sull’applicazione del Piano perinatale per il Lazio approvato nel 2010 e non ancora attivato dalle Aziende Ospedaliere. Uno dei punti più critici dell’assistenza neonatale nel Lazio è legato alla mancanza di posti di terapia intensiva e alla mancata applicazione delle direttive regionali sull’organizzazione dell’assistenza neonatale. Scarica il comunicato stampa (pdf 27 kb) e la brochure (pdf 231 kb).

 

(21 febbraio 2013) Salute delle donne e dei bambini migranti

Negli ultimi anni si è potuto osservare, sia a livello internazionale che quello locale, il rafforzamento del processo di femminilizzazione dei flussi migratori che, anche in Europa ed in Italia, ha comportato un progressivo aumento della componente femminile della popolazione straniera. Questo fenomeno nel nostro territorio si coniuga con una sempre maggior “strutturalità” della presenza di migranti e conseguentemente con una caratterizzazione dell’attuale realtà italiana come società multiculturale. Un’evidente ricaduta della consistente presenza femminile straniera, che si caratterizza anche per la giovane età, è osservabile sulla natalità. A fronte di questa situazione aumenta sempre più l’attenzione per la tutela della maternità tra le immigrate che partoriscono in Italia. Si osserva, infatti, una loro maggiore difficoltà nella fruizione dei servizi a disposizione nel percorso nascita e nel cogliere le opportunità di salute e assistenza nel periodo della gravidanza e del post-partum, nonostante le donne straniere facciano riferimento al consultorio più che le italiane. Leggi l’approfondimento all’interno delle nuove pagine di EpiCentro dedicate a “Migranti e salute”.

 

(13 dicembre 2012) Percorso nascita: due indagini sull’assistenza pre e post-natale

Due indagini campionarie di popolazione, condotte nel 2008-2009 e nel 2010-2011, hanno valutato l’assistenza pre e post-natale in 25 Asl italiane che si sono impegnate nell’implementazione nei propri territori delle raccomandazioni sul percorso nascita identificate dal Progetto obiettivo materno infantile (Pomi), varato nel 2000. Dai risultati emerge che, nonostante il persistere di una assistenza privata e medicalizzata, gli indicatori assistenziali in gravidanza e nel puerperio sono in generale miglioramento. Lo riferisce il rapporto Istisan 12/39 “Percorso nascita: promozione e valutazione della qualità di modelli operativi. Le indagini del 2008-2009 e del 2010-2011” (pdf 4,8 Mb) che costituisce il secondo di due rapporti dedicati ai risultati conclusivi del progetto: “Il percorso nascita: promozione e valutazione della qualità di modelli operativi”, condotto dall’Iss e promosso e finanziato dal ministero della Salute (consulta anche il primo rapporto Istisan 11/12 dedicato specificamente a percorso nascita e donne immigrate). Consultori familiari e corsi di accompagnamento alla nascita si confermano fondamentali nel migliorare gli indicatori assistenziali del percorso nascita.

 

(13 dicembre 2012) Dall’Emilia-Romagna il nono rapporto Cedap

Con 40.487 nuovi nati, prosegue il trend di decremento registrato a partire dal 2010 in Regione e, come gli anni precedenti, anche nel 2011 si osserva l’aumento della frequenza di madri con cittadinanza straniera. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Cedap “La nascita in Emilia-Romagna: 9° Rapporto sui dati del certificato di assistenza al parto (Cedap) – Anno 2011”, presentato a novembre 2012 durante il convegno “Presentazione del Rapporto La nascita in Emilia-Romagna. 9° Rapporto sui dati del Certificato di Assistenza al Parto. Anno 2011” (Bologna, 26 novembre 2012). Dal rapporto emerge che l’età media delle madri al momento del parto è 31,8 anni, con un aumento del numero di madri nubili. Il 17% delle donne che hanno partorito nel 2011 riferisce di essere stata fumatrice nei 5 anni precedenti e, tra queste, il 48,9% ha continuato a fumare durante la gravidanza. Sono 779 le donne ricorse a tecniche di procreazione assistita, un dato raddoppiato rispetto al 2006. L’utilizzo di tecniche di contenimento del dolore in travaglio riguarda il 61,9% dei parti, dato in aumento dal 2007 a oggi. Il 29% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, dato in leggero calo negli anni. Infine, il tasso di neonati vivi di peso inferiore ai 2500 grammi è 6,8% (lievemente in calo), quello dei neonati di peso inferiore ai 1500 grammi è 1,1%; la frequenza dei macrosomi (peso ≥4 kg) è del 7%. Per maggiori informazioni scarica il documento “La nascita in Emilia-Romagna: 9° Rapporto sui dati del certificato di assistenza al parto (Cedap) – Anno 2010” (pdf 3,5 Mb) e scarica i materiali del convegno di presentazione del rapporto.

 

(6 settembre 2012) La natalità in Campania: i dati 2010

In Campania, negli ultimi cinque anni, il numero dei nati vivi è passato da 62.279 a 58.212, con una diminuzione del tasso di natalità del 6,5%. Lo riferisce il “Rapporto sulla natalità in Campania 2010” (pdf 1,3 Mb), pubblicato a maggio 2012 dall’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Sanità regionale e dal Dipartimento di Scienze mediche preventive dell’Università Federico II di Napoli. I dati, provenienti dai certificati di assistenza al parto (Cedap), compilati per 55.296 nati vivi e 173 nati morti in 79 centri nascita, dimostrano una diminuzione del numero medio di figli per donna, superato da quello delle Regioni del Centro-Nord. Ciononostante, la percentuale di donne campane in età fertile e il tasso di natalità regionale rimangono i più alti in Italia. Il rapporto rileva, inoltre, un aumento del numero di madri a rischio socio-sanitario e allo stesso tempo un eccessivo numero di controlli per la maggioranza delle gestanti, un tasso medio di tagli cesarei del 60% (più alto nelle strutture private e in quelle che assistono meno di 500 parti per anno) e proporzioni dei nati a rischio (3,5% gemelli, 0,9% con peso inferiore ai 1500 gr, 1% pretermine) non coerenti con la decrescita del tasso di mortalità alla nascita. Il documento sottolinea inoltre l’importanza di intervenire sulle carenze dei servizi socio-sanitari a sostegno della maternità, a partire dalla razionalizzazione della rete di assistenza prenatale. Per ulteriori informazioni, leggi il rapporto completo (pdf 1,3 Mb).

 

(14 giugno 2012) Rapporto dell’Iss sulla mortalità materna e proposta di monitoraggio

Rilevare le morti materne e gli eventi morbosi gravi (near miss ostetrici), analizzare le cause associate e calcolare i rapporti di mortalità materna e i tassi di morbosità materna grave in sei Regioni del Nord, Centro e Sud Italia: è l’obiettivo dello studio condotto dal Reparto salute della donna e dell’età evolutiva del Cnesps-Iss. Ciò che emerge, per le Regioni partecipanti, è un rapporto di mortalità materna di 11,8 morti per 100.000 nati vivi pari a una sottostima del 63% rispetto al dato rilevato dai certificati di morte Istat (4 per 100.000). Dall’analisi dei dati raccolti nelle 6 Regioni partecipanti al progetto (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia) sono emersi rapporti di mortalità materna 3 volte più alti in Sicilia rispetto a Toscana ed Emilia Romagna, un rischio doppio di mortalità per le donne che hanno una gravidanza oltre i 35 anni, e tre volte maggiore tra le donne sottoposte a taglio cesareo. Anche il basso livello di istruzione e la cittadinanza non italiana sono risultati associati ad un maggior rischio di mortalità materna. Le cause più frequenti dei decessi sono le emorragie e i disordini ipertensivi in gravidanza in caso di morte diretta; le neoplasie, le patologie cardiovascolari e i suicidi tra le cause indirette. La sottostima del rapporto di mortalità materna emersa attraverso questo studio e la necessità di raccogliere informazioni dettagliate sulle cause associate ha messo in luce l’urgente necessità, anche nel nostro Paese, di disporre di dati affidabili per promuovere la  prevenzione dei casi evitabili, stimati pari al 50% del totale. Alla luce della rilevanza del problema, l’Iss ha proposto e ottenuto un finanziamento dal Ministero della Salute per la realizzazione di un progetto pilota di sorveglianza attiva della mortalità materna da attivare in 7 Regioni italiane sul modello delle Confidential Enquiries del Regno Unito. Leggi il rapporto Istisan 12/6 “Studio della cause di mortalità e morbosità materna e messa a punto di modelli di sorveglianza della mortalità materna” (pdf 1,1 kb), pubblicato ad aprile 2012.

 

(31 maggio 2012) Da Oms e Iss due nuovi report sulla salute neonatale

Ogni anno nel mondo nascono 15 milioni di bambini prematuri, con un rapporto di oltre 1 nascita pretermine ogni 10. Superano il milione i neonati che muoiono annualmente a causa di complicazioni legate al parto pretermine e, tra quelli che sopravvivono, si riscontrano spesso disabilità permanenti di natura fisica o neurologica. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto “Born too soon: the global action report on preterm birth” (pdf 5,9 Mb), pubblicato a maggio 2012 dall’Oms. Il rapporto Istisan 11/44 “Esiti dei neonati di basso peso nelle Terapie Intensive Neonatali partecipanti all’Italian Neonatal Network nel 2008” (pdf 1,4 Mb), pubblicato a maggio 2012, presenta i dati di attività delle 56 Terapie intensive neonatali, aderenti all’Italian Neonatal Network (Inn) nel 2008, e quelli di esito dei neonati ricoverati, di peso inferiore ai 1500 grammi o di età gestazionale inferiore alle 30 settimane. Il rapporto nasce dalla collaborazione tra Istituto superiore di sanità (Iss), Inn e Società italiana di neonatologia (Sin) e rappresenta il primo tentativo di analisi sistematica della situazione dell’assistenza dei neonati pretermine in Italia. Per maggiori informazioni scarica il documento Oms, il rapporto Istisan e leggi l’approfondimento a cura di Serena Donati (reparto Salute della donna e dell'età evolutiva, Cnesps-Iss).

 

(17 maggio 2012) L’evento nascita in Italia: il rapporto Cedap 2009

548 mila parti in 549 punti nascita nel nostro Paese: l'ottavo “Rapporto Cedap - Analisi dell'evento nascita”, pubblicato dal ministero della Salute a maggio 2012, raccoglie le informazioni rilevate dal flusso informativo del Certificato di assistenza al parto (Cedap) del 2009. Dai dati emerge che l'87,7% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, il 12,1% nelle case di cura e solo 0,2% altrove. Inoltre, il 66,7% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1000 parti annui. Riguardo le caratteristiche delle madri: nel 2009, il 18% dei parti riguarda madri di cittadinanza non italiana; l'età media della madre è di 32,5 anni per le italiane mentre scende a 29,1 anni per le cittadine straniere; delle donne che hanno partorito nel 2009 il 45% ha una scolarità medio alta, il 33,7% medio bassa e il 21,3% ha conseguito la laurea; il 59,8% delle madri ha un'occupazione lavorativa, il 31,2% sono casalinghe e il 7,3% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. In media, il 38% dei parti avviene con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica. Riguardo gli esami diagnostici durante la gravidanza: nell'84,2% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 73,2% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. In media, inoltre, sono state effettuate 14,2 amniocentesi ogni 100 parti. Per oltre 6700 parti si è fatto ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (Pma), in media 1,23 ogni 100 gravidanze. La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell'utero (Fivet), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (Icsi). I dati sui neonati dicono che: l'1% dei nati ha un peso inferiore a 1500 grammi e il 6,1% è tra 1500 e 2500 grammi. Sono stati 1578 i nati morti corrispondenti a un tasso di natimortalità, pari a 2,83 nati morti ogni 1000 nati, e 5529 i nati con malformazioni. Per maggiori informazioni leggi la sintesi dei risultati sul sito del ministero della Salute e scarica il Certificato di assistenza al parto (Cedap). Analisi dell'evento nascita - Anno 2009 (pdf 1,81 Mb).

 

(17 maggio 2012) Gravidanza in adolescenza: le nuove fact sheet dell’Oms

Nel mondo, ogni anno sono circa 16 milioni le ragazze tra i 15 e i 19 anni che partoriscono e 2 milioni hanno meno di 15 anni d’età.  A livello globale, una ragazza su cinque partorisce entro i 18 anni e, nelle regioni più povere, questo dato sale a una su tre. Quasi tutte le nascite da adolescenti (circa il 95%) avvengono infatti nei Paesi a basso e medio reddito e, all’interno dei singoli Stati, questo fenomeno interessa principalmente le classi povere, quelle meno istruite e chi vive in zone rurali. L’Oms aggiorna le fact sheet sulla gravidanza in adolescenza, fornendo nuovi dati, sintetizzando le cause principali e raccomandando azioni che gli Stati possono intraprendere per prevenire questo fenomeno che rimane ancora oggi una delle principali cause di mortalità infantile. In Italia, il fenomeno è molto minore: secondo i dati forniti dal rapporto Cedap 2009 – Certificato di assistenza al parto (pdf 1,5 Mb), solo l’1,47% dei parti ha riguardato ragazze di età di inferiore ai 20 anni.

 

(2 febbraio 2012) Taglio cesareo: le linee guida dell’Iss. Seconda parte

A circa due anni dalla pubblicazione della prima parte della linea guida sul taglio cesareo, focalizzata sugli aspetti della comunicazione alle donne, il Sistema nazionale linee guida dell’Istituto superiore di sanità presenta un nuovo documento dedicato ai temi dell’appropriatezza della pratica chirurgica nell’assistenza alla nascita. Le linee guida sono state presentate a gennaio 2012. Leggi l’approfondimento.

 

(2 febbraio 2012) Dall’Unicef un riconoscimento per la Asl di Milano

La Asl di Milano è stata nominata dall’Unicef Comunità amica dei bambini per l’allattamento materno, iniziativa condotta da Maria Enrica Bettinelli (Asl Milano). Un riconoscimento che segue oltre dieci anni di impegno costante di circa 400 operatori che hanno lavorato su un territorio che ha un bacino d’utenza di 1.700.000 persone e una media di 14 mila nuovi nati all’anno. Il risultato, conseguito dopo il superamento delle tre fasi di valutazione (documentale, conoscenze operatori dei consultori, medici e pediatri di famiglia, conoscenze delle madri), è stato reso possibile da due fattori principali: la progettualità e il coinvolgimento.

 

(12 gennaio 2012) Salute materna, neonatale e infantile: interventi e linee guida

Facilitare i processi di priority setting e di allocazione delle limitate risorse disponibili per massimizzare l’impatto degli interventi relativi alla salute delle donne e dei bambini: è l’obiettivo del rapporto “Essential interventions, commodities and guidelines for reproductive, maternal, newborn and child health” (pdf 1,6 Mb), pubblicato a dicembre 2011 come risultato della collaborazione tra l’Oms, l’Università Aga Khan del Pakistan e numerosi esperti della Partnership for Maternal, Newborn & Child Health. Il rapporto, pensato e destinato al Sud del mondo, stimola alcune considerazioni anche per quanto riguarda l’organizzazione e la qualità dell’assistenza al percorso nascita nel nostro Paese. Leggi la riflessione di Serena Donati.