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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro
Rapporto CRE - I dati 2023

In Italia, nel 2023 sono stati segnalati 3.867 casi di batteriemie da CRE con un tasso di incidenza standardizzato per età (IRst) di 5,4 su 100.000 residenti. La distribuzione per mese è mostrata in Figura 1.

 

 

Il dato è in aumento se confrontato al 2022, dove si registravano 3.056 casi e un tasso di incidenza standardizzato per età (IRst) di 4,3 su 100.000 residenti, e in generale è in evidente aumento rispetto al periodo 2016-2021 dove si registravano rispettivamente 2.183, 2.211, 2.213, 2.457, 2.309 e 2.396 casi di batteriemie da CRE e un tasso di incidenza standardizzato per età (IRst) compreso tra 3,3 e 3,6 su 100.000 residenti (Figura 2 e Tabella A).

 

 

Tabella A. Numero totale di casi di batteriemie da CRE/CPE e tasso di incidenza nazionale e per area standardizzato per età per 100.000 residenti (IRst) per anno di diagnosi, Italia, 2014-2023

Anno di diagnosi n. casi IRst
Italia
IRst
Nord
IRst
Centro
IRst
Sud e Isole

2014

1403

2,1

2,5

3,1

1,1

2015

1838

2,8

3,2

3,4

1,8

2016

2183

3,3

3,2

3,8

3,0

2017

2211

3,3

3,1

3,8

3,2

2018

2213

3,3

2,8

4,4

3,1

2019

2457

3,6

2,3

6,1

3,8

2020

2309

3,4

2,7

4,5

3,8

2021

2396

3,5

3,2

4,6

3,2

2022

3056

4,3

3,4

5,6

4,8

2023

3867

5,4

4,0

7,4

6,2

 

NNel 2023 sono state inviate segnalazioni da 21 Regioni/PA; complessivamente, le segnalazioni sono giunte da 269 Ospedali/Aziende sanitarie/Unità sanitarie locali. Il Centro Italia è risultata l’area geografica con maggiore incidenza di casi (IRst=7,4 su 100.000 residenti), seguita dal Sud e Isole (IRst=6,2 su 100.000 residenti) e dal Nord (IRst=4,0 su 100.000 residenti). L’incidenza dei casi rispetto al 2022 è in aumento in tutte le aree del paese in particolare nel Centro Italia (IRst_2022=5,6 su 100.000 residenti) nel Sud e Isole (IRst_2022= 4,8 su 100.000 residenti) e al Nord (IRst_2022= 3,4 su 100.000 residenti). Nel Centro, la Regione con la più alta incidenza è l’Umbria (IRst=9,6 su 100.000 residenti), nel Sud e Isole la Sicilia (IRst=12,9 su 100.000 residenti) e nel Nord il Piemonte (IRst=7,1 su 100.000 residenti). Nel 2022 le regioni con più alta incidenza risultavano sempre l’Umbria per il Centro (IRst=7,5 su 100.000 residenti) e la Sicilia per il Sud e Isole (IRst=8,7 su 100.000 residenti) mentre per il Nord il Veneto (IRst=5,4 su 100.000 residenti) (Figure 3 e 4 e Tabella A).

 

 

La quasi totalità delle batteriemie da CRE diagnosticate nel 2023 è stata causata da K. pneumoniae (96,7%), e solo una piccola parte da E. coli (3,3%). Rispetto agli anni precedenti queste caratteristiche sono rimaste sostanzialmente invariate (Tabella 1 e Tabella B).

 

I casi segnalati si riferiscono prevalentemente a pazienti di sesso maschile (66,2%); il 99,2% dei casi è residente in Italia. L’età mediana è di 72 anni (range interquartile: 61-80). La fascia di età maggiormente coinvolta è 60-79 anni (50,8%). Rispetto al 2022 queste caratteristiche sono rimaste sostanzialmente invariate.

 

Al momento dell’inizio dei sintomi della batteriemia la maggior parte dei pazienti si trovava in una struttura ospedaliera (74,4%); il 18,7% si trovava a domicilio e il 6,9% in una struttura residenziale territoriale. Nei casi in cui la batteriemia era insorta in ospedale, il reparto di ricovero maggiormente interessato è stata la medicina generale (21,0%), seguito dalla terapia intensiva (20,8%) e dalla chirurgia (10,4%). L’origine presunta della batteriemia è stata attribuita principalmente ad un’infezione delle vie urinarie (21,8%) e alla presenza di un catetere venoso centrale centrale/periferico (20,2%) mentre nel 16,7% dei casi è stata riportata come primitiva (Tabella 1).

 

Rispetto agli anni precedenti la medicina generale risulta l’area di ricovero con la maggior percentuale di casi. La percentuale di casi in terapia intensiva risulta in linea con il 2022 (19,5%) anche se risulta più bassa se confrontata al periodo 2017-2021 in cui il valore era compreso tra 33% e 38%. Si osserva in misura più evidente rispetto agli anni precedenti un aumento della percentuale di casi a domicilio (18,7%) e in RSA (6,9%) i cui valori nel 2022 erano di 14,5% e 4,8% rispettivamente, ma la struttura ospedaliera rimane il luogo dove si trovava la maggior parte dei pazienti al momento dell’inizio dei sintomi.

 

Tabella 1. Caratteristiche dei pazienti con batteriemie da CRE segnalate nel 2023

Caratteristica

n.

%

Patogeno

Klebsiella pneumoniae

3.738

96,7

Escherichia coli

129

3,3

Sesso*

Femmina

1.299

33,8

Maschio

2.549

66,2

Classe di età (anni)**

0-19

50

1,3

20-39

136

3,5

40-59

684

17,7

60-79

1.963

50,8

80+

1.032

26,7

Nazionalità***

Italiana

3.796

99,2

Straniera

29

0,8

Luogo di inizio sintomi§

Ospedale

2.801

74,4

Domicilio

702

18,7

RSA

260

6,9

Origine presunta dell’infezione§§

Infezione delle vie urinarie

568

21,8

Catetere venoso centrale/periferico

526

20,2

Primitiva

436

16,7

Colonizzazione intestinale

423

16,3

Infezione addominale

236

9,1

Polmonite

227

8,7

Polmonite associata a ventilazione

86

3,3

Infezione della cute e dei tessuti molli

63

2,4

Infezione della ferita chirurgica

40

1,5

Area di ricovero ospedaliero§§§

Medicina Generale

513

21,0

Terapia Intensiva

508

20,8

Chirurgia generale o specialistica

254

10,4

Lungodegenza/Geriatria

215

8,8

Tossicologia

134

5,5

Ematologia

106

4,3

Oncologia

75

3,1

Malattie infettive e tropicali

71

2,9

Recupero e riabilitazione funzionale

61

2,5

Neuro Riabilitazione - Unità Spinale

60

2,4

Astanteria

16

0,7

Altri reparti

431

17,6

* In 19 casi (0,5%), il sesso non è stato riportato;

** In 2 casi (<0,1%) l'età non è stata riportata;

*** In 42 casi (1,1%) la nazionalità di residenza non è stata riportata;

§ In 104 casi (2,7%) il luogo inizio sintomi non è stato riportato;

§§ In 616 casi (15,9%) l'origine dell'infezione non è stata riportata e in 646 casi (16,7%) è stata riportata più di una origine presunta di infezione;

§§§ Dato relativo ai casi in cui il luogo di inizio sintomi è in ospedale e in 357 casi (12,8%) il reparto non è stato riportato.

 

Tabella B. Batteriemie da CRE/CPE: n° di casi per specie batterica per anno di diagnosi, Italia 2014-2023

Anno di diagnosi E. coli
N. casi (%)
K. pneumoniae
N. casi (%)
N. Totale casi

2014

19 (1,4)

1384 (98,6)

1403

2015

31 (1,7)

1807 (98,3)

1838

2016

42 (1,9)

2141 (98,1)

2183

2017

50 (2,3)

2160 (97,7)

2210

2018

50 (2,3)

2157 (97,7)

2207

2019

64 (2,6)

2393 (97,4)

2457

2020

76 (3,3)

2233 (96,7)

2309

2021

64 (2,7)

2332 (97,3)

2396

2022

103 (3,4)

2953 (96,6)

3056

2023 129 (3,3) 3738 (96,7) 3867

 

Nell’81,7% (3.158/3.867) dei casi è stato riportato il tipo di carbapenemasi. L’enzima è stato individuato mediante test genotipico da solo o in associazione con un test fenotipico nell’ 89,9% dei casi (2.838/3.158) mentre nel 10,1% (320/3.158) dei casi è stato riportato solo il test fenotipico. Questi dati mostrano una lieve diminuzione dei casi (82,9% nel 2022) in cui viene riportato il tipo di carbapenemasi ed un aumento dell’utilizzo del test genotipico da solo o in associazione con il test fenotipico (85,8% nel 2022). Nel 74,9% dei casi l’enzima responsabile della resistenza ai carbapenemi è stato KPC (Klebsiella pneumoniae carbapenemasi); nel 13,8% dei casi sono stati individuati esclusivamente enzimi di tipo metallo beta-lattamasi (MBL); nel 4,7% dei casi solo enzimi di tipo OXA-48 (oxacillinasi-48 con attività carbapenemasi), mentre nel 3,4% degli isolati è stata riportata la presenza contemporanea di due diverse carbapenemasi.

 

Questi dati mostrano una diminuzione della percentuale di enzimi di tipo KPC segnalati (82,5% nel 2022) e un aumento della percentuale di enzimi di tipo MBL e di presenza contemporanea di due carbapenemasi rispetto al 2022 dove i valori erano di 8,4% e 2,6% rispettivamente.

 

Nei 520 isolati in cui è stato utilizzato il test genotipico per identificare l’enzima MBL da solo o in associazione con un’altra carbapenemasi sono stati individuati i geni che codificano per la New Delhi metallo beta-lattamasi (NDM) e Verona integron-encoded metallo beta-lattamasi (VIM) rispettivamente nel 91,2% (474/520) e 8,7% (45/520) dei casi, mentre in 1 caso è stato individuato il gene codificante per imipenemasi (IMP). Questo dato conferma la presenza elevata del genotipo NDM tra gli enzimi di tipo metallo beta-lattamasi (MBL) (Tabella 2). La carbapenemasi di tipo NDM è stata segnalata da 17 Regioni/PA, prevalentemente Lombardia, Toscana, Piemonte, Sicilia e Puglia.

 

Tabella 2. Enzimi responsabili della resistenza ai carbapenemi nel 2023

Carbapenemasi K. pneumoniae E. coli Totale
  n % n % n %

Serina Proteasi

 

 

 

 

 

79,6

KPC

2326

75,6

38

45,2

2364

74,9

OXA-48

137

4,5

9

10,7

146

4,7

Metallo beta lattamasi

 

 

 

 

 

13,8

NDM

365

11,9

22

26,2

387

12,3

VIM

30

1,0

8

9,5

38

1,2

MBL*

8

0,3

2

2,4

10

0,3

Doppia carbapenemasi

 

 

 

 

 

3,4

KPC + NDM

33

1,1

0

0,0

33

1,0

KPC + VIM

7

0,2

0

0,0

7

0,2

KPC + IMP

1

0,0

0

0,0

1

0,0

KPC + MBL*

12

0,4

0

0,0

12

0,4

KPC + OXA-48

4

0,1

0

0,0

4

0,1

OXA-48 + NDM

52

1,7

2

2,4

54

1,7

Non interpretabile§

99

3,2

3

3,6

102

3,2

Non indicato§§

574

 

44

 

618

 

Altro§§§

90

 

1

 

91

 

Totale

3738

 

129

 

3867

 

KPC: K. pneumoniae carbapenemasi; MBL: metallo-beta-lattamasi; OXA-48: oxacillinasi-48 con attività carbapenemasica; VIM: Verona integron-encoded metallo-beta-lattamasi; NDM: New Delhi metallo beta lattamasi; IMP: Imipenemasi

* Tipo di metallo beta lattamasi non specificata

§ Non interpretabile: discrepanza tra risultato genotipico e fenotipico.

§§ Non indicato: positività alla carbapenemasi non segnalata.

§§§ Altro: Altro test per la produzione di carbapenemasi (es. test di idrolisi colorimetrici).

 

Nel corso degli anni è notevolmente migliorata la capacità dei laboratori di rilevare il tipo di enzima (carbapenemasi) responsabile della resistenza ai carbapenemi attraverso metodiche molecolari da sole o in associazione a metodiche fenotipiche. Nel 2023, il dato della caratterizzazione molecolare del tipo di carbapenemasi è stato riportato in oltre il 90% delle segnalazioni. Questo dato mostra un miglioramento della performance della sorveglianza CRE anche in ottemperanza alle richieste del Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025 e permette di conoscere meglio l’epidemiologia molecolare dei CRE nel nostro paese, anche ai fini della stewardship antibiotica. È molto importante quindi che tutte le segnalazioni dei casi includano sempre il dato relativo alla caratterizzazione molecolare del tipo di carbapenemasi.

 

Nel corso degli anni è notevolmente migliorata la capacità dei laboratori di rilevare il tipo di enzima (carbapenemasi) responsabile della resistenza ai carbapenemi attraverso metodiche molecolari da sole o in associazione a metodiche fenotipiche. Nel 2023, il dato della caratterizzazione molecolare del tipo di carbapenemasi è stato riportato in oltre il 90% delle segnalazioni. Questo dato mostra un miglioramento della performance della sorveglianza CRE anche in ottemperanza alle richieste del Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025 e permette di conoscere meglio l’epidemiologia molecolare dei CRE nel nostro paese, anche ai fini della stewardship antibiotica. È molto importante quindi che tutte le segnalazioni dei casi includano sempre il dato relativo alla caratterizzazione molecolare del tipo di carbapenemasi.

 

Data di ultimo aggiornamento: 28 novembre 2024

Data di creazione della pagina: 14 novembre 2019

Testo scritto da: Simone Iacchini*, Alessandra Caramia*, Giulia Fadda*, Stefania Giannitelli*, Monica Monaco*, Giulia Errico*, Maria Del Grosso*, Maria Giufrè*, Annalisa Pantosti°, Michela Sabbatucci^, Francesco Maraglino^, Anna Teresa Palamara*, Patrizio Pezzotti*, Fortunato “Paolo” D’Ancona*. 

*Dipartimento Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità
°già Dipartimento Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità
^Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute