Enterobatteri resistenti ai carbapenemi: il Rapid risk assessment dell’ECDC
Gli enterobatteri resistenti ai carbapenemi (carbapenem-resistant Enterobacterales, CRE), come Klebsiella pneumoniae ed Escherichia coli, rappresentano una seria minaccia per i pazienti e i sistemi sanitari dei Paesi dell'Unione europea (UE) e dello Spazio economico europeo (SEE). Dal 2019 la loro diffusione nell’UE/SEE è in continua crescita. È quanto emerge dal terzo aggiornamento del Rapid risk assessment “Carbapenem-resistant Enterobacterales” del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) pubblicato il 3 febbraio 2025.
I dati epidemiologici principali:
- aumento delle infezioni del torrente circolatorio da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi in 23 Stati membri, associato soprattutto alle infezioni nosocomiali
- maggiore convergenza tra virulenza e resistenza, con diffusione di ceppi ipervirulenti (K. pneumoniae ST23 portatore di geni della carbapenemasi)
- emergere di nuove specie portatrici di geni della carbapenemasi
- trasmissione ospedaliera tramite plasmidi di geni della carbapenemasi, con epidemie nelle strutture sanitarie
- crescente presenza di E. coli portatore di geni della carbapenemasi, con rischio di diffusione comunitaria.
Valutazione del rischio
La probabilità di ulteriore diffusione dei CRE nell’UE/SEE è elevata, con impatti significativi sulla mortalità, aggravati dalla limitata disponibilità di trattamenti efficaci. Misure di prevenzione e controllo e stewardship antimicrobica possono contenere la diffusione, ma la loro applicazione è spesso insufficiente. Con strategie di controllo efficaci, l’impatto potrebbe essere contenuto. Complessivamente, il rischio di ulteriore diffusione rimane da alto a molto alto nell’UE/SEE.
Raccomandazioni
Per contrastare la diffusione dei CRE, l’ECDC raccomanda ai Paesi europei di:
- rafforzare il coordinamento nazionale delle misure di controllo tra ospedali e Regioni e supportare gli ospedali nell'implementazione delle misure di controllo. Inoltre, lì dove non presente, sarebbe auspicabile istituire un team di gestione nazionale multidisciplinare dedicato
- elaborare piani di gestione CRE, con obiettivi chiari e monitoraggio pubblico
- migliorare le misure di prevenzione e controllo (IPC) negli ospedali per interrompere la trasmissione, inclusi isolamento e screening per i pazienti a rischio
- ottimizzare la stewardship antimicrobica, con linee guida nazionali per il trattamento delle infezioni da CRE e monitoraggio dell’uso dei farmaci
- potenziare la sorveglianza genomica, per identificare focolai e catene di trasmissione
- migliorare la capacità diagnostica di laboratorio, per un’identificazione rapida e mirata delle CRE
- promuovere innovazione e accesso a nuovi antimicrobici.
Le infezioni da CRE comportano un grave impatto umano ed economico. Investire in strategie integrate di prevenzione e controllo di queste infezioni ridurrebbe i costi e migliorerebbe la risposta sanitaria nell’UE/SEE.
- consulta il documento completo (pdf 572 kb)
- su EpiCentro leggi la pagina dedicata al sistema di sorveglianza nazionale CRE.