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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Ar-Iss, la sorveglianza dell’antibiotico-resistenza in Italia: i dati 2012-2016

I dati della sorveglianza Ar-Iss, relativi al quinquennio 2012-2016, evidenziano che nel nostro Paese la resistenza agli antibiotici per tutti i patogeni sotto sorveglianza si mantiene elevata, generalmente superiore alla media europea. La situazione è più critica per i batteri Gram-negativi poiché per queste specie vi sono meno antibiotici efficaci disponibili. In particolare, per la specie K. pneumoniae è stata rilevata una resistenza ai carbapenemi superiore al 30% in tutto il quinquennio (33,3% nel 2016) con valori molto superiori rispetto alla media europea (intorno al 6% nel 2016).

 

I dati 2012-2016 a colpo d’occhio

Batteri Gram-negativi:

  • E. coli: in Italia nel quinquennio in esame la resistenza ai fluorochinoloni è leggermente aumentata, passando da 42,5% nel 2012 a 44,4% nel 2016 (nello stesso periodo la media europea è passata dal 22,3% al 25,2%). Analogamente è stato osservato un aumento della resistenza anche per le cefalosporine di III generazione, passate dal 27,3% al 30,5% (la media europea è passata da 11,9% a 14,9%). La resistenza ai carbapenemi è invece rimasta molto bassa in tutto il periodo (<1% sia in Italia che in Europa).
  • K. pneumoniae: la resistenza ai carbapenemi è stata sempre superiore al 30%, passando dal 33,3% nel 2012 al 35,6% nel 2016 valori molto al di sopra della media europea, che è comunque leggermente aumentata passando da 6,2% a 7,4%. È stato inoltre registrato un aumento delle percentuali di resistenza a fluorochinoloni, cefalosporine di III generazione e aminoglicosidi che si sono sempre mantenute molto più elevate rispetto alla media europea.
  • P. aeruginosa: la resistenza alle diverse classi di antibiotici è rimasta relativamente stabile, sebbene le percentuali si attestino al di sopra della media europea. È stato osservato un aumento della percentuale di isolati resistenti a piperacillina/tazobactam (passati da 26,9% a 29,8%), e una diminuzione della percentuale di isolati resistenti ai fluorochinoloni e agli aminoglicosidi.
  • Acinetobacter spp: durante il quinquennio in esame le percentuali di resistenza ai carbapenemi sono rimaste sempre intorno all’80%, un valore molto superiore alla media europea (intorno al 35%).

Batteri Gram-positivi:

  • S. aureus: la percentuale di isolati resistenti alla meticillina (Mrsa - Staphylococcus aureus meticillino-resistente) è rimasta piuttosto stabile, intorno al 34%, un valore molto più elevato rispetto a quello medio europeo, che nel 2016 era pari al 13,7%.
  • S. pneumoniae: la percentuale di ceppi resistenti alla penicillina e all’eritromicina è diminuita passando rispettivamente dal 12% al 6,5% e dal 32,5% al 23,5%. Questo trend è stato probabilmente influenzato dall’utilizzo del vaccino pneumococcico glicoconiugato nei bambini che ha fortemente ridotto la circolazione dei sierotipi più antibiotico-resistenti.
  • Enterococchi: la resistenza alla vancomicina è rimasta stabile intorno all’1% in E. faecalis mentre è aumentata notevolmente in E. faecium (passata da 6,3% a 13,4%).

Limiti e prospettive future

La sorveglianza Ar-Iss presenta dei limiti riguardanti sia la copertura territoriale che la distribuzione geografica dei laboratori partecipanti. Nel 2016, gli ospedali serviti dai laboratori partecipanti alla rete rappresentavano approssimativamente il 17% delle giornate di degenza degli ospedali pubblici o convenzionati con il Servizio sanitario nazionale. Riguardo le percentuali di antibiotico-resistenza è presente una variabilità regionale e una variabilità associata al singolo laboratorio ospedaliero, probabilmente dovuta alla complessità delle strutture ospedaliere servite e/o alla propensione ad effettuare un efficace controllo della trasmissione dei patogeni antibiotico-resistenti. Per quanto riguarda la qualità dei dati, vi è spesso incompletezza nei dati inviati al sistema di sorveglianza che riguardano soprattutto i dati demografici dei pazienti.

 

La rete dei laboratori Ar-Iss è al momento in corso di riorganizzazione su base regionale, secondo le indicazioni del Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza (Pncar) 2017-2020 approvato a novembre 2017 con un’intesa tra il governo e le Regioni. La nuova organizzazione, definita attraverso un nuovo protocollo diffuso attraverso una circolare del ministero della Salute, ha lo scopo di assicurare una migliore copertura e rappresentatività, includendo anche le reti di sorveglianza regionali ove presenti, nonché una migliore qualità dei dati prodotti.

 

Cos’è la sorveglianza Ar-Iss

Coordinata dall’Istituto superiore di sanità, questa sorveglianza si basa su una rete di oltre 50 laboratori sentinella presenti sul territorio nazionale, che partecipano su base volontaria. La sorveglianza raccoglie e analizza i dati di sensibilità agli antibiotici, di ceppi appartenenti a otto diverse specie batteriche, isolati da infezioni invasive: Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis e Enterococcus faecium (batteri Gram-positivi); Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species (batteri Gram-negativi). La sorveglianza Ar-Iss segue lo stesso protocollo della sorveglianza europea Ears-Net alla quale ogni anno trasferisce i dati per un confronto tra i Paesi europei.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 5 aprile 2019

Revisione a cura di: Annalisa Pantosti, Stefania Bellino, Fortunato Paolo D’Ancona, Simone Iacchini, Monica Monaco, Patrizio Pezzotti - Iss