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Salute perinatale: su Euro-Peristat per la prima volta corretta la sottostima del rapporto di mortalità materna rilevato in Italia



6 dicembre 2018 - Sono oltre 100 gli esperti che dai diversi Paesi dell’Unione europea, Islanda, Norvegia e Svizzera hanno collaborato per fornire dati relativi a più di cinque milioni di nascite. Dati che provengono dai singoli sistemi statistici nazionali e che Euro-Peristat ha pubblicato, a novembre 2018 nel quarto rapporto europeo sulla salute perinatale “European perinatal health report”. Core indicators of the health and care of pregnant women and babies in Europe in 2015". Nel documento vengono presentati 10 indicatori aggiornati al 2015 utili a monitorare la salute dei neonati e delle loro mamme in Europa. Grazie alla definizione di criteri d’inclusione standardizzati e un attento controllo di dati che coinvolge attivamente i membri della rete dei Paesi partecipanti, vengono prodotti indicatori di alta qualità e comparabili sia tra gli Stati partecipanti sia con i dati relativi alle nascite del 2010.

 

Mortalità materna: la morte materna – definita come la morte di una donna durante la gravidanza o entro 42 giorni da un esito di gravidanza per qualsiasi causa correlata o aggravata dalla gravidanza o dalla sua gestione, ma non da cause accidentali o incidentali – continua ad essere, anche in Europa, un fenomeno di difficile rilevazione dai flussi correnti. Nonostante la nota sottostima del fenomeno rilevato unicamente dalle statistiche delle cause di morte, molti Paesi per calcolarne l’entità continuano a fare affidamento solo su questo flusso informativo. Sono solo sette le nazioni europee che si avvalgono di sistemi più sofisticati per rilevare la mortalità materna e tra questi c’è l’Italia. Grazie infatti al lavoro svolto dal sistema di sorveglianza ostetrica Itoss (Italian Obstetric Surveillance System) dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con 10 Regioni italiane, una procedura di record-linkage tra cause di morte e schede di dimissione ospedaliera ha permesso di pubblicare per la prima volta su un report internazionale il dato corretto sulla mortalità materna che risulta pari a 9,7 per 100.000 nati vivi (anni 2008-2012). Nel precedente report il dato relativo agli anni 2006-2012 stimato esclusivamente attraverso i certificati di morte era pari 3,6 per 100.000 nati vivi con una sottostima superiore al 60%. Euro-Peristat sottolinea questo risultato portando il caso dell’Italia come esempio per gli altri Paesi europei che ancora non dispongono di un sistema di rilevazione affidabile della mortalità materna.

 

Mortalità perinatale: rispetto al 2010 sia il taso di natimortalità (nati morti dopo 28 settimane di gestazione) che il tasso di mortalità neonatale (nati vivi e morti prima del 28simo giorno di vita) sono diminuiti in Europa rispettivamente del 5% e del 10%. Nel 2015 in Italia la natimortalità risulta pari al 2,4 ogni 1000 nati, senza variazioni rispetto al 2010, e la mortalità neonatale pari a 2,2 per 1000.

 

Modalità del parto: in Europa il tasso di taglio cesareo ha un valore mediano pari al 27% con valori che nel tempo si allontanano sempre di più tra i vari Paesi e con un incremento totale rispetto al 2010 pari al 4%. Gli Statidel Nord-Europa (Islanda, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi) hanno i tassi più bassi (al di sotto del 18%) mentre Italia, Ungheria, Polonia, Bulgaria, Romania e Cipro hanno registrato tassi superiori al 35%.

 

Caratteristiche materne: la percentuale mediana di donne che partoriscono a 35 anni o più è pari complessivamente al 20,8%, con un aumento rispetto al 2010 del 16%. In Italia la percentuale è pari al 36,3% uno dei valori è più alti di tutta Europa.

 

Euro-Peristat propone altri 20 indicatori raccomandati che, insieme ai 10 principali, dovrebbero rappresentare uno standard minimo per il monitoraggio della salute perinatale. Molti Paesi però non sono in grado di fornire i dati per la stima di questi ulteriori 20 indicatori, che richiedono analisi più complesse con risultati non sempre di qualità. Per questo motivo, rispetto all’edizione 2010, ne sono stati prodotti soltanto due. La speranza è che nel futuro, grazie a un finanziamento dedicato, sia possibile monitorare in modo più completo la salute perinatale in tutti i Paesi europei.

 

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