30 novembre 2017 - La sorveglianza della mortalità materna Iss-Regioni, utilizzando
procedure di record-linkage tra schede di morte e schede di dimissione
ospedaliera (Sdo), ha stimato un rapporto di mortalità materna (Mmr,
maternal mortality ratio) pari a 8,9 per 100.000 nati vivi per gli anni
2006-2012, in 8 Regioni che coprono il 73% dei nati in Italia.
Si evidenzia un’ampia variabilità regionale: l’Mmr è pari a 5,6 in
Toscana e a 12,9 in Campania, con valori più bassi nelle Regioni del Nord
(Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna) rispetto a quelle del Centro (Lazio) e
del Sud (Campania, Puglia, Sicilia).
Rispetto alla mortalità materna stimata per gli stessi anni dai soli
certificati di morte, pari a 3,5 per 100.000 nati vivi, la sorveglianza ha
evidenziato una sottostima del 60,8% nelle Regioni partecipanti.
Nota Si definisce rapporto di mortalità materna (Mmr,
maternal mortality
ratio) il numero di morti materne, in un determinato intervallo di tempo su
100.000 nati vivi nello stesso intervallo di tempo. È un indicatore che
rappresenta la probabilità di una donna di morire a causa di una gravidanza.
Per l’Europa, data la rarità dell’evento e la bassa natalità, Euro-Peristat
ha effettuato la stima nell’arco di un quinquennio (2006-2010).
Si definisce morte materna, la morte di una donna durante la gravidanza o
entro 42 giorni dal suo termine, indipendentemente dalla durata e dalla sede
della gravidanza, per qualsiasi causa legata o aggravata dalla gravidanza o
dal suo management, ma non per cause accidentali o incidentali (definizione Oms, adottata da Euro-Peristat).
30 novembre 2017 - Secondo Euro-Peristat, il rapporto di mortalità materna (Mmr,
maternal mortality ratio) in Europa è di 6,2 per 100.000 nati vivi nel
quinquennio 2006-2010. A seconda dei Paesi, questo valore varia da meno di 3
per 100.000 (come in Austria, Estonia, Polonia) a oltre 10 per 100.000 (come
in Lettonia, Slovacchia, Slovenia, Romania, Ungheria). La Francia e il Regno
Unito registrano Mmr pari a circa 10 decessi ogni 100.000 nati vivi.
La letteratura scientifica è concorde nel rilevare la presenza di una
sottostima della mortalità materna del 20-60% nei Paesi che non adottano una
rilevazione del fenomeno che preveda l’utilizzo di diverse fonti di dati
correnti.
Considerando le cause della mortalità materna, e in particolare le cause
ostetriche dirette, il contributo maggiore proviene dall’emorragia ostetrica
(0,87 morti materne per 100.000 nati vivi, valore in calo rispetto al 2004, anno del
precedente rapporto Euro-Peristat), seguita dai disordini ipertensivi (0,72
per 100.00 nati vivi, in aumento) e dalle complicazioni relative al primo
trimestre (gravidanza ectopica 0,18 per 100.000 nati vivi, aborto 0,45 per
100.00 nati vivi). Tra le cause indirette, le malattie cardiovascolari sono
responsabili di 0,42 decessi per 100.000 nati vivi.
Il progetto Euro-Peristat, avviato nel 1999, ha l’obiettivo di fornire
informazioni sulla salute di madre e bambino in epoca perinatale.
Attualmente raccoglie i dati provenienti da 29 Paesi europei grazie a una
rete internazionale di esperti coordinata dall’Inserm (Institut national de
la santé et de la recherche médicale) di Parigi. Per la sorveglianza e la
valutazione della salute perinatale vengono utilizzati 30 indicatori (10
prioritari e 20 raccomandati, distribuiti su 4 temi: salute fetale,
neonatale e infantile, salute materna, caratteristiche della popolazione e
fattori di rischio, servizi sanitari). Il secondo rapporto Euro-Peristat,
pubblicato nel 2013, aggiorna lo scenario al 2010.
Risorse utili
Nota Si definisce rapporto di mortalità materna (Mmr,
maternal mortality
ratio) il numero di morti materne, in un determinato intervallo di tempo su
100.000 nati vivi nello stesso intervallo di tempo. È un indicatore che
rappresenta la probabilità di una donna di morire a causa di una gravidanza.
Per l’Europa, data la rarità dell’evento e la bassa natalità, Euro-Peristat
ha effettuato la stima nell’arco di un quinquennio (2006-2010).
Si definisce morte materna, la morte di una donna durante la gravidanza o
entro 42 giorni dal suo termine, indipendentemente dalla durata e dalla sede
della gravidanza, per qualsiasi causa legata o aggravata dalla gravidanza o
dal suo management, ma non per cause accidentali o incidentali (definizione Oms, adottata da Euro-Peristat).
30 novembre 2017 - I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riportano
che, nel mondo, nel 2015 sono morte circa 303 mila donne (830 ogni giorno),
per cause prevenibili collegate alla gravidanza o al parto.
Il rapporto di mortalità materna (Mmr, maternal mortality ratio) globale
(dati 2015, 171 Paesi) è 216 per 100.000 nati vivi. Di questi decessi, il
99% si verifica in nazioni in via di sviluppo ed è in gran parte prevenibile
con un’assistenza sanitaria adeguata. Nei Paesi in via di sviluppo, infatti,
il valore medio del Mmr è pari a 239 per 100.00 nati vivi, mentre in quelli
economicamente avanzati risulta di 12 per 100.000 nati vivi.
Tra i sottogruppi di donne a maggior rischio di mortalità materna vi sono
quelle che vivono in aree rurali, in condizioni socio-economiche
svantaggiate e le adolescenti sotto i 15 anni. Bisogna inoltre considerare
che la maggiore multiparità delle donne nei Paesi in via di sviluppo
comporta un aumento del rischio su base individuale. Il rischio di morte
materna nell’arco della vita - la probabilità che una ragazza di 15 anni
possa andare incontro ad una morte materna - è di 1 su 4900 nelle
nazioni economicamente avanzate e di 1 su 180 nei Paesi in via di sviluppo.
Tra le cause di morte più frequenti (che pesano per circa il 75% della
mortalità complessiva nel periodo perinatale) ci sono: le emorragie gravi,
le infezioni (per entrambe soprattutto quelle post partum), i disturbi
ipertensivi della gravidanza, le complicanze del parto, gli aborti
realizzati in condizioni igienico-sanitarie non adeguate.
Tra il 1990 e il 2015 si è registrata una riduzione del 43,9% della
mortalità materna (il 2,3% all’anno, con una maggiore accelerazione a
partire dal 2000). In alcuni Paesi, come quelli dell’Africa sub-sahariana
(dove si verifica circa la metà dei decessi e si registra un Mmr di 546 per
100.000 nati vivi) la mortalità si è circa dimezzata. In altri, compresi
alcune nazioni dell’Asia e dell’Africa settentrionale, si sono registrati
risultati anche migliori. L’obiettivo numero 3 dei Sustainable Development
Goals prevede di ridurre il Mmr a meno di 70 decessi per 100.000 nati vivi e
di ottenere che in nessun Paese il Mmr sia superiore al doppio del Mmr medio
mondiale.
Risorse utili
Nota Si definisce rapporto di mortalità materna (Mmr,
maternal mortality ratio) il numero di decessi materni, in un determinato
intervallo di tempo, ogni 100.000 nati vivi. È un indicatore che
rappresenta la probabilità di una donna di morire a causa di una gravidanza.
Per l’Europa, data la rarità dell’evento e la bassa natalità Euro-Peristat
ha effettuato la stima nell’arco di un quinquennio (2006-2010).
Si definisce morte materna, il decesso durante la gravidanza o nei 42
giorni successivi al parto, indipendentemente dalla durata e dalla sede
della gravidanza, per qualsiasi causa legata o aggravata dalla gravidanza o
dalla sua gestione ma non per cause accidentali o incidentali (definizione Oms, adottata da Euro-Peristat).