Crisi e salute: il contributo della sorveglianza epidemiologica
Stefania Salmaso – direttore Cnesps-Iss e Staff Centrale Passi
15 novembre 2012 - La finanza e i mercati ci hanno abituato a notizie che arrivano praticamente in diretta dalla attuale crisi economica. Sappiamo dalla Storia (come per esempio la crisi del 1929 negli Usa o il periodo Tatcheriano di austerity nel regno Unito) che simili crisi economiche producono effetti anche sulla salute della popolazione, tuttavia i tempi per osservare gli eventi di salute correlati sono molto lunghi e i sistemi informativi non sempre tempestivi. L’argomento è così di attualità che l’ultimo convegno dell’Associazione italiana di epidemiologia (Aie), tenutosi a Bari dal 29 al 31 ottobre scorso, è stato dedicato proprio a questi temi ed è stata l’occasione per presentare una revisione di possibili indicatori di salute da monitorare. (Si rimanda in proposito all’articolo “Gli indicatori di salute al tempo della crisi in Italia” di G. Costa, M. Marra, S. Salmaso et al. in pubblicazione a dicembre 2012 su E&P numero 6).
Il sistema di sorveglianza Passi ha il vantaggio di disporre di dati mensili raccolti su un gran numero di persone in tutta Italia e, in questo frangente, rappresenta un osservatorio privilegiato da cui scrutare i primi segni della crisi. L’analisi dei dati sulla “salute percepita”, pubblicata nel rapporto nazionale 2011, è certamente un elemento utile per definire lo stato di “benessere” della popolazione.
I dati annuali aggregati non indicano sostanziali modifiche, ma un'analisi delle serie storiche dei dati mensili mostra in realtà una battuta di arresto o un’inversione di tendenza:
- riguardo alla percezione delle difficoltà economiche si nota come a partire dal 2010 ci sia una controtendenza dopo un periodo di diminuzione (vedi figura 1)
- rispetto alla salute percepita come buona emerge che il trend tendenzialmente positivo registrato fino a fine 2009 successivamente diminuisce, in concomitanza con la crisi economica presente nel nostro Paese e si può intuire che questo calo, soprattutto negli ultimi due anni, porterà verosimilmente a effetti importanti soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione (vedi figura 2).
Figura 1
Figura 2
Anche se ulteriori analisi sono in corso, già queste osservazioni (se confermate) possono essere facilmente predittive di una maggiore richiesta di assistenza al Servizio sanitario nazionale (Ssn) a causa di una percezione sempre più negativa del proprio stato di salute. E questa richiesta di assistenza arriva paradossalmente proprio quando anche il Ssn è in sofferenza per effetto della stessa crisi. La sanità pubblica dovrà dunque trovare strumenti e soluzioni nuove per minimizzare i danni.