Elenco delle categorie per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata[1]
28 ottobre 2010
Soggetti di età pari o superiore a 65 anni.
Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da:
- malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l’asma, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO)
- malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite
- diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30 e gravi patologie concomitanti)
- malattie renali con insufficienza renale
- malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
- tumori
- malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi
- immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
- malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
- patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad esempio, malattie neuromuscolari).
Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.
Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.
Medici e personale sanitario di assistenza.
Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio.
Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori:
- Forze di polizia
- Vigili del fuoco
- altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione per specifici motivi o, comunque, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa; tale riguardo, è facoltà delle Regioni/P.A. definire i principi e le modalità dell’offerta a tali categorie
- infine, è pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività.
Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani:
- allevatori
- addetti all’attività di allevamento
- addetti al trasporto di animali vivi
- macellatori e vaccinatori
- veterinari pubblici e libero-professionisti.
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Note
[1] Ministero della Salute, direzione generale della Prevenzione - Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2010-2011.