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Istituto Superiore di Sanità
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Cometes: sisma in Abruzzo

Le conseguenze a medio termine del sisma del 6 aprile 2009 sullo stato di salute della popolazione

 

21 marzo 2013 - Il 6 aprile 2009 alle ore 3:32 un terremoto di magnitudo 6,3 ha colpito l’Italia centrale con epicentro a 7 km a Nord Est della città de L’Aquila. Oltre 10.000 gli edifici danneggiati, con danni significativi alle infrastrutture. Per quanto riguarda la popolazione, migliaia sono le persone che hanno subito traumi, oltre 25.000 quelle che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione e 309 quelle che hanno perso la vita.

 

Il fatto che nelle aree colpite dal terremoto fosse attivo il sistema di sorveglianza Passi ha permesso di progettare uno studio – Cometes – per valutare l’impatto del terremoto sulla salute della popolazione colpita destinato a ricavare indicazioni per orientare meglio le politiche e i servizi sanitari e per migliorare le conoscenze su quegli effetti dei disastri naturali che durano nel tempo. Lo studio Cometes, è stato condotto grazie al lavoro della rete di servizi e operatori che conduce il sistema di sorveglianza in Abruzzo e a una partnership istituzionale che lo ha sostenuto dal punto di vista finanziario e scientifico. Leggi il rapporto Istisan 13/2 “Risultati dello studio CoMeTeS (Conseguenze a Medio Termine del Sisma): stato di salute della popolazione dopo il terremoto del 2009 in Abruzzo” (pdf 424 kb), pubblicato a marzo 2013 dall’Istituto superiore di sanità.

 

I risultati principali dell’indagine

La rilevazione dei dati è stata effettuata dal 28 maggio al 15 novembre 2010, lungo un arco temporale di poco superiore ai cinque mesi, in cui sono stati intervistati 957 assistiti residenti nei Comuni del cosiddetto cratere aquilano, l’area più colpita dal sisma, con un tasso di risposta del 91,2% e un tasso di rifiuti pari al 4,3%. Nel complesso, il campione è risultato dotato di una buona rappresentatività rispetto alla popolazione residente. In proposito, leggi i capitoli “Metodi di raccolta e analisi dei dati” (pag. 3-7) e “Rappresentatività del campione” (pag. 8-9) del rapporto Istisan 13/2 (pdf 424 kb).

 

I risultati dello studio Cometes hanno confermato che i disturbi mentali, come quelli da stress post-traumatico e quelli depressivi, sono risultati più frequenti rispetto a quanto atteso, in base agli studi italiani di riferimento e, per quanto riguarda i soli sintomi di umore depresso e anedonia, rispetto alle stime effettuate nella Asl de L’Aquila prima del sisma. In proposito, leggi il capitolo “Salute mentale” (pag. 35-41) del rapporto Istisan 13/2 (pdf 424 kb) e l’approfondimento a cura di Antonella Gigantesco (reparto Salute mentale, Cnesps-Iss).

 

Relativamente ai comportamenti nocivi per la salute, è aumentata la frequenza di persone sedentarie ed è diminuita quella degli ex-fumatori. Al contrario il consumo eccessivo di alcolici non è risultato più diffuso, nella popolazione generale, rispetto alla situazione pre-sisma. Bisogna però mettere in evidenza che, tra i giovani di 18-34 anni, fumo e consumi di alcol a rischio sono risultati troppo frequenti se confrontati con i livelli nazionali. Lo studio non consente di attribuirne la causa al terremoto, ma non c’è dubbio che si tratta di due fattori che richiedono la massima attenzione. In proposito, leggi il capitolo “Comportamenti a rischio” (pag. 42-52) del rapporto Istisan 13/2 (pdf 424 kb).

 

All’epoca della rilevazione, la copertura della popolazione con le misure di prevenzione raccomandate è risultata essere ritornata ai livelli pre-sisma, per quanto riguarda gli screening mammografico e colo-rettale, il controllo del colesterolo e le vaccinazioni. Leggermente inferiore ai livelli pre-sisma l’effettuazione del pap-test e la misurazione della pressione arteriosa. In generale, c’è un ampio margine di miglioramento per la pratica di tutte le misure di prevenzione considerate, incluso l’uso dei dispositivi di sicurezza in auto e moto. In proposito, leggi il capitolo “Misure di prevenzione individuale” (pag. 54-63) del rapporto Istisan 13/2 (pdf 424 kb).

 

Inoltre, è stato rilevato che l’assistenza medica di base è stata assicurata localmente. In proposito, leggi il capitolo “Visite mediche” (pag. 64-68) del rapporto Istisan 13/2 (pdf 424 kb).

 

L’insieme di queste osservazioni indica una buona capacità dei servizi sanitari nel rispondere a questo tipo di esigenze della popolazione, organizzando le risorse disponibili.

 

Nonostante i danni subiti dalla popolazione a causa del sisma, in termini di perdite umane ed economiche e in termini di stress per la delocalizzazione, nonostante l’elevata frequenza dei sintomi depressivi e di stress post-traumatico, la percezione dello stato di salute e la qualità della vita connessa alla salute non sono risultate significativamente peggiori rispetto alle stime effettuate prima del sisma, un dato positivo per quanto riguarda la capacità di reazione e tenuta della popolazione. In proposito, leggi il capitolo “Conclusioni generali” (pag. 70-72) del rapporto Istisan 13/2 (pdf 424 kb).

 

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