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Il diabete in Italia: i dati 2007-2008 del sistema di sorveglianza Passi

In occasione della quarta edizione del convegno nazionale del progetto Igea (18-19 febbraio 2010), il Centro nazionale di epidemiologia dell’Iss presenta i dati 2007-2008 del sistema di sorveglianza Passi sulla popolazione diabetica adulta. Molto ampie le differenze a livello geografico e sociale. Informazione ed educazione dei pazienti sono i settori su cui c’è ancora da lavorare

25 febbraio 2010 - In Italia, nel biennio 2007-2008, un adulto su venti ha dichiarato di essere diabetico: una malattia più frequente al Sud e nelle Isole, che colpisce in modo particolare le persone meno istruite e con problemi economici. Molto spesso al diabete si accompagnano altre malattie croniche (infarto, insufficienza renale) o fattori di rischio (pressione e colesterolo alti, eccesso di peso e sedentarietà): tutte condizioni che aumentano il rischio di complicanze e che non sempre vengono adeguatamente trattate.

 

Di fronte a questa situazione, giocano un ruolo fondamentale gli interventi di prevenzione e gli stili di vita, primi tra tutti una dieta povera di calorie e una costante attività fisica. La riduzione duratura del peso corporeo, però, è un obiettivo che viene raggiunto solo da un diabetico obeso o in sovrappeso su quattro. In generale, dunque, sembrano notevoli i margini di miglioramento nell’ambito dell’informazione e dell’educazione dei pazienti per l’adozione di stili di vita sani.

 

Sono alcune delle informazioni sul diabete rese disponibili dai dati 2007-2008 del sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), presentate il 18 e 19 febbraio 2010 alla quarta edizione del convegno nazionale del progetto Igea.

 

La prevalenza del diabete

Secondo i dati Passi relativi al pool di Asl partecipanti alla sorveglianza nel 2007-2008, nel nostro Paese il 5% della popolazione tra 18 e 69 anni è diabetica. Notevoli le differenze a livello geografico e sociale. L’analisi evidenzia infatti un gradiente statisticamente significativo tra Nord (4%), Centro (5%) e Sud/Isole (6%). Anche il dettaglio regionale fa registrare una variabilità importante: si va dal 2% della Provincia autonoma di Bolzano all’8% della Basilicata.

 

La malattia è più frequente nelle persone senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare (15%) e in quelle che riferiscono molte difficoltà economiche (9%). La diffusione del diabete, inoltre, cresce con l’aumentare dell’età: tra i 50 e i 69 anni, circa una persona su dieci ha dichiarato di aver ricevuto una diagnosi di diabete.

 

Altre malattie croniche e fattori di rischio

Il 17% delle persone con diabete dichiara di aver avuto anche un infarto del miocardio o un’altra malattia cardiaca (nella popolazione non diabetica, invece, la percentuale si ferma al 4%). Questa differenza è ancor più netta per l’insufficienza renale: 8% nei diabetici contro l’1% nei non diabetici. Anche l’ipertensione e il colesterolo alto risultano condizioni molto diffusi nella popolazione diabetica: rispettivamente 53% e 45% nei diabetici contro 19% e 24% nei non diabetici.

 

Sul fronte dei controlli e del trattamento, il 13% delle persone con diabete non ha misurato la colesterolemia nell’ultimo anno e il 4% non ha misurato la pressione arteriosa. Più della metà delle persone con alti livelli di colesterolo nel sangue è in cura farmacologica, mentre un diabetico iperteso su dieci non assume antipertensivi.

 

Sovrappeso, obesità e attività fisica

Eccesso di peso e sedentarietà sono i fattori di rischio cardiovascolare più presenti nei diabetici rispetto ai non diabetici. Circa i tre quarti delle persone con diabete sono in sovrappeso (74% rispetto al 41% dei non diabetici) e un terzo è obeso (29% rispetto al 10% dei non diabetici). Il 39% è inoltre sedentario (29% nei non diabetici).

 

La metà dei diabetici in eccesso ponderale ha dichiarato di seguire una dieta al momento dell’intervista e il 27% di aver perso almeno 2 kg nell’ultimo anno (nello stesso periodo, però, il 24% ha dichiarato di essere aumentato di almeno 2 kg). Sei su dieci riferiscono di svolgere un’attività fisica moderata o intensa. Otto diabetici su dieci in eccesso di peso hanno dichiarato di aver ricevuto negli ultimi 12 mesi il consiglio, da parte di un medico o altro operatore sanitario, di perdere peso. Soltanto la metà dei malati, però, ha riferito di fare regolare attività fisica.

 

Abitudine al fumo e consumo di alcol

L’abitudine al fumo e il consumo a rischio di alcol non sono significativamente più frequenti nei diabetici rispetto al resto della popolazione. Quasi un diabetico su quattro, però, è fumatore (il 18% fuma più di 20 sigarette al giorno) e l’8% è un bevitore a rischio[1].

 

L’81% dei diabetici fumatori ha dichiarato di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare, ma solo al 20% dei bevitori a rischio è stato suggerito di consumare meno alcol. Tra i fumatori, circa un terzo ha tentato di smettere di fumare nell’ultimo anno, ma senza successo. Il 4% degli ex fumatori ha smesso nei 12 mesi precedenti l’intervista e meno dell’1% ha potuto usufruire di un sostegno organizzato dall’azienda sanitaria locale.

 

Scarica la scheda fronte-retro sui dati Passi 2007-2008 relativi alla popolazione diabetica (pdf 355 kb).

 

Che cos’è il progetto Igea?

Il progetto Igea nasce dalla consapevolezza che il diabete, con le sue complicanze, rappresenta ancora un grave problema sanitario per le persone di tutte le età e di tutte le aree geografiche e, nonostante i miglioramenti terapeutici e assistenziali, è ancora grande la distanza tra la reale qualità dell’assistenza erogata e quanto raccomandato in sede scientifica.

 

Avviato nel 2006 dal Centro nazionale di epidemiologia dell’Iss, su mandato del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), il progetto prevede la realizzazione di iniziative e interventi sul territorio orientati alla prevenzione delle complicanze del diabete, tramite l’adozione di un modello di gestione integrata della malattia. Oltre alla predisposizione del documento sui requisiti clinico-organizzativi, sono state definite le linee di indirizzo per lo sviluppo di un sistema informativo, all’interno del quale gli attori coinvolti possano scambiare e condividere le informazioni essenziali alla realizzazione del programma. È stato inoltre definito un piano di formazione per gli operatori, realizzato attraverso la formazione di formatori nelle varie Regioni italiane. Per ulteriori dettagli, visita il sito del progetto Igea: www.epicentro.iss.it/igea.

 

Che cos’è il sistema di sorveglianza Passi?

Nel 2006, il ministero della Salute ha affidato al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità il compito di sperimentare un sistema di sorveglianza della popolazione adulta (Passi, Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia). L’obiettivo è stimare la frequenza e l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di prevenzione. Tutte le 21 Regioni o Province autonome hanno aderito al progetto. Un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni viene estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. Personale delle Asl, specificamente formato, effettua interviste telefoniche (circa 25 al mese per Asl) con un questionario standardizzato. I dati vengono poi trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale. A dicembre 2009, sono state caricate complessivamente oltre 90 mila interviste.

 

La raccolta continua permette di verificare quanti italiani adottano corretti stili di vita per prevenire le maggiori malattie cronico-degenerative e quindi di monitorare l’effetto delle attività di prevenzione. Dalla popolazione di età compresa tra 18 e 69 anni, infatti, Passi raccoglie conoscenze, atteggiamenti e pratiche su molti importanti aspetti legati alla prevenzione: rischio cardiovascolare, screening oncologici, attività fisica, abitudini alimentari, consumo di alcol, fumo, sicurezza stradale, salute mentale, incidenti domestici, vaccinazione antinfluenzale e per la rosolia.

Nota

[1] bevitore binge (più di 4 unità alcoliche in un’unica occasione negli uomini, più di 3 nelle donne), bevitore fuori pasto oppure bevitore di forti quantità di alcol (definizione Inran 2008: più di un’unità alcolica al giorno per le donne e più di due per gli uomini).