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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La salute dei detenuti nel carcere di Trento

Pirous Fateh-Moghadam, Laura Battisti - Provincia Autonoma di Trento

 

18 maggio 2017 - La depressione è molto diffusa tra la popolazione carceraria e i più a rischio sono i detenuti più giovani, gli stranieri, chi riporta difficoltà economiche e chi ha difficoltà di mantenere i rapporti familiari e amicali con il mondo esterno. È quanto emerge da un’indagine condotta a maggio 2016 dall’Azienda sanitaria per i servizi sanitari della PA di Trento. Dall’indagine, che ha indagato anche alcuni stili di vita, è emerso inoltre che:

  • il 72% degli intervistati fuma (ma il 47% vorrebbe smettere)
  • il 44% degli intervistati non fumatori sono esposti al fumo passivo nella propria cella
  • il 40% è sedentario
  • solo il 13% mangia le 5 porzioni giornaliere raccomandate di frutta e verdura
  • il 65% degli intervistati aveva problemi collegati al consumo di alcol prima dell’ingresso in carcere.

L’indagine

L’indagine è stata condotta al fine di raccogliere le informazioni necessarie a pianificare eventuali azioni di promozione della salute da parte dell’Azienda sanitaria, responsabile della salute della popolazione penitenziaria. Per farlo si è scelto di adattare il questionario della sorveglianza di popolazione Passi, utilizzato da 10 anni per monitorare la salute della popolazione generale.

 

Dopo la presentazione e discussione del questionario con la direzione del carcere e con il Provveditorato penitenziario del Triveneto, è stato effettuato un pre-test e sono stati formati 10 intervistatori (quasi tutte giovani donne, studentesse e assistenti sanitarie).

 

L’indagine è stata compiuta vis-a-vis su un campione di 239 uomini detenuti nella casa circondariale di Trento in 12 giorni lavorativi nell’arco di 3 settimane e mezzo del mese di maggio 2016 e i risultati sono stati presentati in una riunione specifica dell’Osservatorio di sanità penitenziaria della provincia di Trento, che ha deciso di istituire un gruppo di lavoro specifico sulla promozione della salute in carcere valutando la fattibilità del piano d’azione.

 

Il piano d’azione

In base ai risultati emersi dallo studio sono state già proposte alcune azioni specifiche:

  • incontri su skype e rimozione di alcuni ostacoli burocratici per facilitare i contatti con amici e famigliari
  • offerta di corsi per smettere di fumare
  • maggiore utilizzo della palestra e organizzazione di partite di calcio
  • interventi presso la mensa e corsi di cucina salutare per detenuti
  • presa di contatto con i gruppi di alcolisti in trattamento sul territorio in maniera da mantenere la continuità anche dopo la scarcerazione.

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