E-cig: vigilare sul fenomeno e sulla sua gestione normativa e sanitaria
Roberta Pacifici - Direttore Reparto Farmacodipendenza, Tossicodipendenza e Doping, Direttore Osservatorio Fumo, Alcol e Droga – Ossfad, Istituto superiore di sanità
9 luglio 2015 - L’immissione sul mercato della sigaretta elettronica (e-cig) è stato senza dubbio accolto dai consumatori, prevalentemente fumatori, con molto entusiasmo e le ragioni di questo si possono sostanzialmente ricondurre alla ricerca da parte del fumatore della famosa, e per ora introvabile, “bacchetta magica” che consenta di smettere di fumare senza “pena”. L’entusiasmo ha anche coinvolto molti imprenditori, più o meno giovani di età o di esperienza, che hanno creduto nell’espansione del mercato di questo prodotto.
Il mondo scientifico si è sostanzialmente diviso in chi ritiene utile dal punto di vista sanitario incentivare l’uso della e-cig e in chi ha un atteggiamento di maggiore prudenza non ritenendo ancora sufficienti i dati sulla sua sicurezza d’uso e/o utilità.
Personalmente e come ricercatore di una istituzione che si occupa di sanità pubblica condivido l’atteggiamento di prudenza, infatti, nonostante la e-cig sia argomento di molti studi, pubblicati anche su riviste prestigiose, ad oggi molti aspetti relativi in particolare alla potenziale tossicità a lungo termine e alla capacità di aiutare a smettere di fumare, restano da chiarire.
L’evoluzione del fenomeno, come è stato chiaramente osservato dalle diverse indagini epidemiologiche, è in decisiva decrescita e le ragioni ritengo possono essere diverse, da una errata gestione economico-commerciale a una inadeguata gestione del prodotto da parte del venditore.
Infatti il prodotto, in particolare quello che prevede la presenza di nicotina, è stato introdotto sul mercato in un ambito molto ambiguo dal punto di vista normativo che lo collocava tra i prodotti di libera vendita ma con un ammiccamento verso i prodotti capaci di aiutare a smettere di fumare e regolamentati comunemente come prodotti farmaceutici.
In un ottica più generale, va tenuto presente comunque che la ormai consolidata consapevolezza, almeno nel nostro continente, dei danni sanitari e sociali provocati dal consumo di tabacco e le conseguenziali, anche se non sempre efficaci, politiche di contrasto stanno spingendo le multinazionali del settore verso proposte alternative.
Infatti, contemporaneamente all’avvento delle e-cig, che sono diventate prodotti acquisiti da tutte le principali multinazionali del tabacco, il mercato globale rivolto al fumatore si sta allargando a una nuova linea di prodotti del tabacco di nuova generazione.
Il fenomeno, che non deve essere sottovalutato, è talmente invasivo che anche l’ultima Direttiva 2014/40/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati, prevede e norma “prodotti del tabacco di nuova generazione” e “sigarette elettroniche”.
Un’attenta vigilanza dovrà essere operata su questo fenomeno e sulla sua gestione normativa e sanitaria tenendo presente anche che negli ultimi anni si è andato pragmaticamente diffondendo il concetto della riduzione del danno come ulteriore strumento di azione clinica rivolto a contenere le attuali cifre di mortalità per tabagismo.
Risorse utili
- il report “Il contributo di Passi alla sorveglianza sull’uso della sigaretta elettronica in Italia” (pdf 164 kb), pubblicato dalla sorveglianza a luglio 2015
- il sito dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga – Ossfad, Istituto superiore di sanità.