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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Archivio 2011

(7 dicembre 2011) Eurosurveillance: focolaio di infezioni da enterobatteri Ndm-1 nel nord Italia

Tra luglio e agosto 2011, in sei pazienti ricoverati in quattro strutture sanitarie del Nord Italia sono state identificate infezioni da Klebsiella pneumoniae o Escherichia coli portatori del gene New Delhi metallo-beta-lattamasi (Ndm-1). Le indagini hanno permesso di risalire al caso indice in un paziente ricoverato tra febbraio e maggio 2011 a New Delhi, in India e, da maggio a luglio 2011, in una casa di cura in Italia. Quattro dei pazienti trovati infetti erano stati ricoverati nella stessa struttura sanitaria del caso indice. È quanto emerge dall’articolo pubblicato su Eurosurveillance “Outbreak of Ndm-1-producing enterobacteriaceae in northern Italy, July to August 2011”, che segnala il rischio di diffusione di questa resistenza ai carbapenemi tramite l’acquisizione del gene Ndm-1 tra batteri anche di specie diverse. È da sottolineare l’importanza di mantenere alto il livello di sorveglianza, non solo per l’antibiotico resistenza, ma anche per l’identificazione del meccanismo di resistenza. Il rischio di diffusione tra diverse strutture sanitarie di enterobatteri resistenti ai carbapenemi veicolati da pazienti che vengono trasferiti da un struttura a un’altra è stato segnalato dall’Ecdc in due documenti pubblicati rispettivamente a novembre e settembre 2011: “Updated Ecdc risk assessment on the spread of New Delhi metallo-β-lactamase (Ndm) and its variants within Europe” e “Risk assessment on the spread of carbapenemase-producing enterobacteriaceae (Cpe) through patient transfer between healthcare facilities, with special emphasis on cross-border transfer”. Sebbene la resistenza di questi batteri con il gene New Delhi metallo-beta-lattamasi (Ndm-1) sia segnalata in Italia sporadicamente, la frequenza di isolamento di Klebsielle pneumoniae resistenti ai carbapenemi in Italia è aumentata notevolmente nel 2010, come segnalato dall’ultimo rapporto dell’Ecdc sulla sorveglianza dell’antibiotico resistenza Ears-Net. Per maggiori informazioni consulta l’articolo su Eurosurveillance.

 

(17 novembre 2011) Giornata europea degli antibiotici 2011

In occasione dell’European Antibiotic Awareness Day, che si celebra come ogni anno il 18 novembre, Paolo D’Ancona (Cnesps) e Annalisa Pantosti (Mipi) commentano il preoccupante aumento della resistenza agli antibiotici di “ultima risorsa” nei Paesi Ue. Dall’Ecdc emerge infatti un incremento delle Klebisielle pneumoniae resistenti ai carbapenemi, confermato in Italia dalle sorveglianze Ar-Iss e Micronet. Leggi l’approfondimento.

 

(13 ottobre 2011) Report Tatfar sulla resistenza agli antibiotici

Uso appropriato degli antibiotici in ambito medico e veterinario, prevenzione delle infezioni resistenti e nuove strategie in campo farmaceutico e diagnostico: sono le tre aree chiave individuate dalla Transatlantic Taskforce on Antimicrobial Resistance (Tatfar) nel rapporto “Recommendations for future collaboration between the US and Eu” (pdf 850 kb). Il documento, focalizzato negli interventi di cooperazione contro le resistenze antibiotiche, analizza un problema di salute pubblica che ogni anno causa la morte di 25 mila europei e 12 mila statunitensi. Il report è la prima pubblicazione della Tatfar, istituita nel 2009 e rappresenta il frutto di un lavoro di collaborazione e scambio di competenze che coinvolge istituzioni pubbliche americane (Cdc, Fda, Nih) ed europee (Commissione Europea, la Presidenza Europea l’Ecdc, l’Efsa, l’Ema).

 

(21 luglio 2011) Efsa Ecdc: prima relazione congiunta sull’antimicrobico resistenza

Il 47% dei Campylobacter presenti negli esseri umani è resistente alla ciprofloxacina, il 43% all’ampicillina, il 40% all’acido nalidixico e il 3,1% all’eritromicina. Il 20% della Salmonella umana analizzata è resistente alla tetraciclina e alla sulfonamide, valori che raggiungono il 42-60% nei suini e nella carne di maiale, il 38-40% nei bovini e il 28-33% nei polli e nella carne di pollo. Sono alcuni dei risultati presenti nel rapporto “European Union summary report on antimicrobial resistance in zoonotic and indicator bacteria from animals and food in the European Union in 2009” (pdf 6,5 Mb), documento congiunto dello European centre for disease control (Ecdc) e dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Realizzato con i dati trasmessi dagli Stati membri, rappresenta la prima relazione congiunta dell’Ue sulla resistenza agli antimicrobici nei batteri zoonotici che interessano esseri umani, animali e alimenti.

 

(14 aprile 2011) Oms Europa: alimentazione animale e antibiotico-resistenza

Oltre 25 mila persone muoiono ogni anno, nella sola Unione europea, in seguito a infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti. La resistenza agli antibiotici è anche un problema di sicurezza alimentare: l’uso di antibiotici nell’alimentazione degli animali - per il trattamento e la prevenzione delle malattie o per stimolarne la crescita – facilita infatti la selezione di batteri resistenti e di geni di resistenza che entrano nella catena alimentare. La nuova pubblicazione dell’Ufficio europeo dell’Oms “Tackling antibiotic resistance from a food safety perspective in Europe” (pdf 3,8 Mb), indaga sull’associazione fra l’uso di antibiotici nell’alimentazione animale e l’insorgenza di fenomeni di resistenza nei microrganismi patogeni e analizza le possibilità di prevenzione e di contenimento di questo fenomeno nella filiera alimentare. In particolare, il documento, rivolto ai decisori politici, alle autorità competenti e agli addetti ai lavori, richiama l’attenzione sulla necessità di avviare un programma di cooperazione internazionale intersettoriale, che regoli l’uso degli antibiotici nel settore animale e favorisca maggiore informazione sui rischi associati al loro abuso. Per maggiori informazioni scarica il documento dell’Ufficio europeo dell’Oms “Tackling antibiotic resistance from a food safety perspective in Europe” (pdf 3,8 Mb).

 

(7 aprile 2011) Giornata mondiale della salute 2011: combattere la resistenza antimicrobica

Combattere la resistenza antimicrobica (antimicrobical resistance, Amr), migliorando le attuali politiche sanitarie è il tema scelto per la giornata mondiale della salute 2011. L’importanza del tema scelto è sottolineata dallo slogan ideato per la promozione della campagna: “no action today, no cure tomorrow”, ovvero “se non si agisce oggi, non si avranno cure domani”, una frase che rimarca l’urgenza di riconsiderare l’approccio ai farmaci e l’avvio di politiche sanitarie focalizzate sulla prevenzione. Leggi l’approfondimento di EpiCentro.

 

(3 marzo 2011) Le nuove fact sheet dell’Oms

Spesso, le infezioni causate da microrganismi resistenti non rispondono ai trattamenti tradizionali, procurando malattie prolungate e maggiore rischio di morte. Ogni anno circa 440 mila nuovi casi di tubercolosi multiresistente (Mdr-Tb) sono la causa di circa 150 mila decessi. La resistenza alla prima generazione di medicine antimalariche (come la clorochina e la sulfadoxina-pirimetamina) è ampiamente diffusa in quasi tutti i Paesi dove la malattia è endemica. Una grande percentuale delle infezioni ospedaliere sono causate da batteri altamente resistenti come lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (Mrsa). Dunque, l’uso inappropriato degli antibiotici offre condizioni favorevoli per l’emergere, il diffondersi e il persistere di microrganismi resistenti. In vista della Giornata mondiale della salute, prevista per il prossimo 7 aprile e dedicata al tema della resistenza agli antibiotici, l’Oms pubblica delle nuove fact sheet sulla resistenza antimicrobica. Sei le ragioni che l’Organizzazione mondiale della sanità indica come significative del perché la resistenza antimicrobica sia un problema globale: perché è causa di morte, perché ostacola il controllo delle malattie infettive, perché minaccia il ritorno a un’era “pre-antibiotica”, perché fa aumentare i costi dell’assistenza sanitaria, perché minaccia la sicurezza sanitaria, danneggia il commercio e le economie. Per maggiori dettagli visita il sito dell’Oms e leggi le nuove fact sheet.