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Importanza per la salute
L’attività fisica è definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come «qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico». Perché un individuo sia fisicamente attivo sono sufficienti le azioni e i movimenti che fanno parte della vita quotidiana, come camminare, ballare, andare in bicicletta e fare i lavori domestici.
Praticare una regolare attività fisica, preferibilmente di tipo aerobico e non necessariamente ad alta intensità, contribuisce infatti a migliorare la qualità della vita a ogni età in quanto influisce positivamente sia sullo stato di salute fisica (prevenendo e/o alleviando molte patologie croniche) sia sul grado di soddisfazione personale (supportando il benessere psichico e sociale). L’esercizio fisico, infatti, riduce la mortalità del 20-35%, aiuta a prevenire le malattie metaboliche e cardiovascolari (con una riduzione del rischio di incorrere in coronaropatia e ictus che va dal 20% al 35%) e neoplastiche (riduzione del rischio di cancro della mammella del 20% e di tumore del colon tra il 30% e 50%). L’attività fisica riduce inoltre il tessuto adiposo in eccesso, agisce come fattore protettivo sulla pressione arteriosa e modula positivamente il colesterolo nel sangue, controlla il livello di glicemia e riduce il rischio di diabete di tipo 2 del 35-50%. Uno stile di vita attivo comporta benefici evidenti per l’apparato muscolo-scheletrico prevenendo e/o attenuando le artrosi e contribuisce anche a ridurre il rischio di depressione del 20-30%, di ansia, stress e solitudine.
In termini di sanità pubblica, il contrasto alla sedentarietà è un obiettivo complementare alla promozione dell’attività fisica in quanto non esiste una soglia sotto la quale il movimento non produca effetti positivi per la salute; risulta quindi molto importante il passaggio dalla sedentarietà a un livello di attività anche inferiore rispetto a quello considerato sufficiente dalle linee guida. Di fatto, la quota di attività fisica praticata fuori dall’orario di lavoro si attesta su livelli ancora bassi: secondo i dati Eurostat, nel 2017 più di un quarto (28%) dei cittadini europei è stato totalmente inattivo nel tempo libero. In una settimana-tipo, infatti, il 27% della popolazione adulta europea ha praticato attività fisica nel tempo libero per un intervallo inferiore alle tre ore, il 17% tra le tre e le cinque ore, il 28 % per cinque ore o più.
Nella Regione europea dell’Oms, l’inattività fisica è responsabile ogni anno di un milione di decessi (circa il 10% del totale) e di 8,3 milioni di anni persi al netto della disabilità (Disability adjusted life years, Daly). All’inattività fisica sono imputati il 5% delle affezioni coronariche, il 7% dei casi di diabete di tipo 2, il 9% dei tumori al seno e il 10% dei tumori del colon.
In Italia, l’importanza di uno stile di vita attivo si ritrova fin dal 2003 nei Piani sanitari nazionali (Psn) e di Prevenzione (Pnp). In particolare nel Pnp 2014-2018, prorogato al 2019, vengono identificate specifiche priorità e viene sottolineata l’importanza di un approccio strutturato, di sistema, per la promozione dell’attività fisica che preveda anche la valutazione dell’impatto sulle comunità. A questo proposito, i sistemi di sorveglianza di popolazione rivestono un ruolo di rilievo in quanto strumenti fondamentali per monitorare la situazione del nostro Paese e orientarne le politiche.
Oltre ai livelli di attività fisica raccomandati dalle linee guida internazionali, perché le politiche si rivelino efficaci è importante che il contesto di vita sia favorevole all’adozione di uno stile di vita sano e attivo. In questo senso, le “Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione” diffuse dal ministero della Salute a marzo 2019 hanno l’obiettivo principale di «fornire elementi di policy di sistema e di indirizzo sulle azioni necessarie per incentivare l’attività fisica, puntando all’equità, al superamento delle diseguaglianze e all’inclusione dei soggetti vulnerabili».
Come anche sottolineato nel volume “Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività” (rapporto Istisan 18/9; realizzato da Iss, ministero della Salute e Comitato olimpico nazionale italiano, Coni), la promozione dell’attività fisica è finalizzata non solo a migliorare il benessere psicofisico dei cittadini, ma anche a ridurre il burden economico sul Servizio sanitario nazionale (Ssn). I costi diretti sanitari correlati alle quattro patologie principali associate all’inattività fisica (tumore della mammella e del colon-retto, diabete di tipo 2, coronaropatia) ammontano a 1,6 miliardi di euro annui; si stima che aumentando i livelli di attività fisica praticata dalla popolazione si otterrebbe un risparmio per il Ssn di oltre 2,3 miliardi di euro per prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, trattamenti ospedalieri e terapie farmacologiche evitate.
Gli obiettivi del Piano d’azione globale sull'attività fisica 2018-2030 dell’Oms, che prevede di ridurre del 15% la prevalenza dell’inattività fisica negli adulti entro il 2030, si connettono alla realizzazione di programmi e interventi efficaci attraverso un approccio intersettoriale e integrato.
Risorse utili
- Le pagine di Guadagnare salute dedicate all’attività fisica
- Il documento “Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione” (pdf 1,8 Mb) pubblicato dal ministero della Salute a marzo 2019
- Dati Eurostat 2017 sull’attività fisica
- il volume “Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività” (pdf 2,8 Mb, rapporto Istisan 18/9) realizzato da Iss, ministero della Salute e Comitato olimpico nazionale italiano (Coni)
- il “Piano d’azione globale sull'attività fisica 2018-2030 dell’Oms” (pdf 394 kb)
Indicatori Passi: Attività fisica
Definizioni operative
1) Persona fisicamente attiva: è una persona che:
- svolge un lavoro pesante, cioè un lavoro che richiede un notevole sforzo fisico (ad esempio il manovale, il muratore, l’agricoltore) e/o
- aderisce alle linee guida sulla attività fisica:
- 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana, e/o
- attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni settimanali.
2) Persona parzialmente attiva: è una persona che non svolge un lavoro pesante dal punto di vista fisico, ma fa qualche attività fisica nel tempo libero, senza però raggiungere i livelli raccomandati dalle linee guida.
3) Persona sedentaria: è una persona che non fa un lavoro pesante e che, nel tempo libero, non svolge attività fisica moderata o intensa.
Quali definizioni di attività fisica nel Passi?
Attività fisica svolta durante il lavoro
- Per lavoro pesante si intende un lavoro che richiede un notevole sforzo fisico (per esempio: il manovale, il muratore, l’agricoltore)
- Per lavoro che richiede uno sforzo fisico moderato si intende quello dell’operaio in fabbrica, del cameriere, dell’addetto alle pulizie
- Per lavoro sedentario si intende stare seduto o in piedi, come chi lavora al computer, guida la macchina, fa lavori manuali senza sforzi fisici.
Attività fisica svolta fuori dal lavoro
- Per attività fisica intensa si intende quella attività fisica che per quantità, durata e intensità provoca grande aumento della respirazione e del battito cardiaco o abbondante sudorazione, come per esempio correre, pedalare velocemente, fare ginnastica aerobica o sport agonistici.
- Per attività fisica moderata si intende quella attività fisica che per quantità, durata e intensità comporti un leggero aumento della respirazione e del battito cardiaco o un po’ di sudorazione, come per esempio camminare a passo sostenuto, andare in bicicletta, fare ginnastica dolce, ballare, fare giardinaggio o svolgere lavori in casa come lavare finestre o pavimenti.
Consulta anche le informazioni generali con le caratteristiche degli indicatori Passi, e gli approfondimenti dedicati.
Scheda indicatore: prevalenza di persone fisicamente attive
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che riferiscono di svolgere un lavoro pesante dal punto di vista fisico oppure di aver fatto, nei 30 giorni precedenti l’intervista, 30 minuti di attività moderata, per almeno 5 giorni alla settimana, o più di 20 minuti di attività intensa per almeno 3 giorni settimanali. |
Denominatore |
Intervistati che hanno risposto alle domande sull’attività fisica svolta durante il proprio lavoro o su quella intensa o moderata nei 30 giorni precedenti l’intervista. Sono esclusi dal denominatore i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di:
|
Significato per la salute pubblica |
L’attività fisica svolta con regolarità induce numerosi benefici per la salute, aumenta il benessere psicologico e previene la morte prematura. In particolare, chi pratica regolarmente l’attività fisica riduce significativamente il rischio di avere problemi di: ipertensione, malattie cardiovascolari (malattie coronariche e ictus cerebrale), diabete di tipo 2, osteoporosi, depressione, traumi da caduta degli anziani, alcuni tipi di cancro. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento, che spinge il rispondente a dichiarare un livello di attività fisica superiore al reale. Questo fenomeno comporta una possibile sovrastima della frequenza. L’indicatore tende a sottostimare la prevalenza di persone fisicamente attive, perché non prende in considerazione coloro che, pur non raggiungendo la soglia definita per le singole modalità di attività fisica (moderata o intensa), svolgono cumulativamente un livello di attività fisica sufficiente . |
Validità dell’indicatore |
L’indicatore mostra validità nella descrizione dei trend temporali e delle differenze territoriali. |
*Vedi anche:Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss).
Scheda indicatore: prevalenza di persone parzialmente attive
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18–69 anni che riferiscono di non svolgere un lavoro pesante dal punto di vista fisico e di aver fatto, nei 30 giorni precedenti l’intervista, qualche attività fisica, ma in misura minore di quanto previsto dalle linee guida, cioè meno di 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana o meno di 20 minuti di attività intensa per almeno 3 giorni settimanali. |
Denominatore |
Intervistati che hanno risposto alle domande sull’attività fisica svolta durante il proprio lavoro o su quella intensa o moderata nei 30 giorni precedenti l’intervista. Sono esclusi dal denominatore i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di:
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Significato per la salute pubblica |
L’attività fisica svolta con regolarità induce numerosi benefici per la salute, aumenta il benessere psicologico e previene una morte prematura. In particolare, chi pratica regolarmente l’attività fisica riduce significativamente il rischio di avere problemi di: ipertensione, malattie cardiovascolari (malattie coronariche e ictus cerebrale), diabete di tipo 2, osteoporosi, depressione, traumi da caduta degli anziani, alcuni tipi di cancro. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento. Ciò comporta una possibile sovrastima della prevalenza di persone parzialmente attive. |
*Vedi anche:Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss).
Scheda indicatore: prevalenza di persone sedentarie
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18–69 anni che riferiscono di svolgere un lavoro che non richiede uno sforzo fisico pesante e di non aver fatto attività fisica, intensa o moderata, nei 30 giorni precedenti l’intervista. |
Denominatore |
Intervistati che hanno risposto alle domande sull’attività fisica svolta durante il proprio lavoro o su quella intensa o moderata nei 30 giorni precedenti l’intervista. Sono esclusi dal denominatore i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di:
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Significato per la salute pubblica |
La sedentarietà provoca danni alla salute fisica e psicologica. Aumenta i rischi di ipertensione e malattie cardiovascolari (malattie coronariche e ictus cerebrale), diabete di tipo 2, osteoporosi, depressione, traumi da caduta degli anziani, alcuni tipi di cancro. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento. Ciò comporta una possibile sottostima del fenomeno. |
*Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss).
Pubblicazioni nazionali
Report nazionale
- rapporto nazionale Passi 2013
- rapporto nazionale Passi 2012
- rapporto nazionale Passi 2011
- rapporto nazionale Passi 2010
- rapporto nazionale Passi 2009
- rapporto nazionale Passi 2008 (pdf 550 kb)
- la sintesi del rapporto nazionale Passi 2007 (pdf 1,7 Mb).
Mobilità attiva
- la scheda tematica “La mobilità attiva in Italia. Dati della Sorveglianza Passi 2017” (pdf 360 kb)
Pubblicazioni locali
Dati sul consumo di alcol sono disponibili anche a livello locale sia all’interno dei report regionali e aziendali, che riassumono i risultati annuali della sorveglianza, sia in pubblicazioni specifiche (rapporti dedicati, schede tematiche, ecc).
Consulta le pubblicazioni locali di:
- Abruzzo (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Calabria (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Campania (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Emilia-Romagna (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Friuli Venezia Giulia (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Lazio (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Liguria (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Lombardia (pubblicazioni aziendali)
- Marche (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Piemonte (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Provincia autonoma di Bolzano (pubblicazioni regionali)
- Provincia autonoma di Trento (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Puglia (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Sardegna (pubblicazioni regionali)
- Sicilia (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Toscana (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Umbria (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
- Valle d'Aosta (pubblicazioni regionali)
- Veneto (pubblicazioni regionali, pubblicazioni aziendali)
Focus
-
I livelli di attività fisica degli adulti italiani: i dati di Passi (giornata mondiale dell’attività fisica, 6 aprile 2013)
- approfondimento tematico “Attività fisica e salute” (ottobre 2010)
- approfondimento tematico “La relazione tra attività fisica e cancro” (ottobre 2010).